Il contrattualismo e i diritti degli uomini

di Alessia Giurintano
5 Min.

Il termine “contrattualismo” è impiegato in filosofia, nella sfera che si occupa dell’ambito politico. Si fa dunque riferimento alla filosofia politica, su cui hanno ragionato diverse personalità illustri nel corso del tempo.

Questo articolo ha come obiettivo, quello di illustrare come il contrattualismo si inserisca nella società, ovvero come il concetto si rivolga ai cittadini, e più in generale come li tuteli.

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Il contrattualismo supera lo stato di natura e legittima la società civile

La società si origina dallo Stato, il quale prende vita da un contratto stabilito fra i singoli cittadini che costituiscono la comunità. Questo è il nucleo fondativo del contrattualismo.

I primi a ragionare su questa teoria, sono i grandi pensatori della Scuola del diritto naturale: Hobbes, Locke, Rousseau.

Tutti e tre gli autori affrontano la questione dello stato di natura, da cui tale teoria si origina, e di cui è effettivamente il superamento.

Lo stato di natura è lo stato (ipotetico o reale), in cui gli uomini si trovano nel loro stadio originale, prima della nascita della società civile. È, dunque, la condizione in cui vivono in assenza di un organo politico (prima della legittimazione dello Stato come entità politica, si intende).

In questa condizione originaria, gli uomini non vivono in associazione. Sono individui singoli in costante guerra fra loro (Hobbes), liberi e felici (Rousseau), uguali e in pace (Locke).

La dottrina del contratto e la nascita dello Stato

In generale, il contrattualismo prevede che gli uomini scelgano di lasciare lo stato di natura, e si associno in una società civile, rimettendosi collettivamente all’autorità di un potere politico.

Per Hobbes, i contraenti del patto sono i singoli individui che decidono di rinunciare ad una personale libertà al fine di raggiungere un qualche bene, altrimenti irraggiungibile nella condizione precedente.

Lo Stato nasce dalla concentrazione e cessione del potere sociale ad una sola persona giuridica. L’istituzione diventa persona unica, posta a difesa dei suoi membri. Esso ha in sé ogni potere individuale.

Per Locke, lo Stato nasce per garantire quei diritti di cui l’uomo gode già nello stato di natura. Diversamente da Hobbes, però, il potere è ripartito in più organismi: potere legislativo, esecutivo e federativo.

Per Rousseau, invece, l’individuo non ha alcun diritto se non come cittadino di uno Stato, possibile in una prospettiva associativa di uguaglianza completa.

È dunque un membro di un corpo politico che si fa garante dei diritti e delle libertà individuali.

Il neocontrattualismo di Rawls e i diritti oggi

John Rawls è oggi considerato un importante studioso per le riflessioni intorno a concetti quali l’uguaglianza e la giustizia.

Teorizza il neocontrattualismo, dottrina con cui rielabora l’idea di contratto sociale della scuola del diritto naturale, per giustificare i principi di giustizia.

La giustizia si affianca al concetto di equità, che la spiega e la struttura. Essa è costruita attraverso la procedura ipotetica della “tavola delle trattative” fra parti contraenti per stabilire i principi regolatori della convivenza:

1. l’uguale ammontare di libertà;

2. una distribuzione degli altri beni non totalmente ugualitaria, ma accessibile a tutti per merito.

Rawls propone un modello di società giusta. A tal proposito afferma:

«Chiamiamo giusti o ingiusti gli atteggiamenti o le inclinazioni delle persone, e le persone stesse. Considerate nell’insieme come un unico schema, le istituzioni maggiori definiscono i diritti e i doveri degli esseri umani e influenzano le loro prospettive di vita, ciò che essi possono attendersi e le loro speranze di riuscita.»

Infatti, qualsiasi legge ingiusta o istituzione va cambiata o abolita, anche se fornisce un certo grado di benessere alla società.

Contrattualismo

Di Alessia Giurintano

Fonti: Treccani, ThPanorama, scuolafilosofica, Association Lea, Pillole di Storia e Filosofia, Wikipedia


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