Come superare l’imbarazzo per risultare “socialmente magnetici”

Esplorando il potere di una conversazione casuale

di Dudnic Radu
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 9 Min.

Introduzione

Ogni giorno la nostra vita è un palcoscenico affollato di volti sconosciuti e passi dal ritmo veloce. Il complesso intreccio di destini che si incrociano e si allontanano rimane un mistero. Ci ritroviamo insieme, in un vagone del treno o in fila al supermercato, senza renderci conto delle invisibili trame che ci hanno unito in quel preciso istante. In un istante di noia, forse ci siamo dimenticati il nostro fidato libro a casa o forse abbiamo lasciato cadere le cuffiette nella frenetica corsa mattutina per il tram. Sembra essere proprio così che nell’apparente casualità si apre lo spiraglio di una porta diretta verso una possibilità inaspettata: una conversazione.

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Benefici di una conversazione

Sono diversi gli studi che sottolineano l’importanza delle connessioni umane per il nostro benessere psicologico e sociale. Una ricerca pubblicata sulla rivista “Psychological Science”, rivela che interagire di più con gli sconosciuti può avere un impatto positivo sulla nostra felicità e sul nostro senso di appartenenza. Le conversazioni e le relazioni significative non offrono solo sostegno emotivo, ma possono anche migliorare il nostro umore e ridurre significativamente il livello di stress.

In uno studio condotto da Gillian M. Sandstrom e Elizabeth W. Dunn presso l’Università della Columbia Britannica, è emerso che le persone spesso sottovalutano l’impatto positivo che possono avere sugli altri. Le conversazioni di carattere genuino rivolte agli estranei, hanno dimostrato quanto possano aumentare il benessere sia per chi parla che per l’interlocutore.

Introversi ed Estroversi

Nel 1921 Carl Gustav Jung, con la pubblicazione di “Tipi Psicologici“,  identificò due attitudini predominanti: estroversa e introversa. Mentre le persone estroverse focalizzano la loro attenzione verso l’esterno e le esperienze oggettive, le persone introverse sono più propense a orientarsi verso l’interno, quindi verso i propri pensieri e sentimenti.

Gli introvertiti trovano spesso la propria fonte di energia nell’introspezione e nelle attività solitarie. Ma ponendo attenzione sull’opera di Jung, ciò non significa che non possano apprezzare e intraprendere conversazioni significative. Il noto psicanalista sottolinea l’importanza di lavorare sulla funzione psicologica meno sviluppata, nota come “funzione inferiore”, per raggiungere un completo equilibrio psicologico. Arriviamo così alla conclusione che in realtà, gli introvertiti potrebbero preferire interazioni più profonde e intime, evitando la “banale chiacchierata” superficiale. 

Dall’altra parte vi sono gli estroversi che traggono energia dalle interazioni sociali. Per loro le conversazioni possono essere una fonte di stimolazione e vitalità. 

Qual è la definizione di interazione sociale?

La definizione di interazione sociale secondo il Dizionario di Psicologia dell’American Psychological Association è “qualsiasi processo che coinvolge stimolazione reciproca o risposta tra due o più individui.” Questo può avvenire attraverso relazioni familiari come quella tra genitore e figlio; relazioni personali tra amici; o relazioni lavorative tra colleghi. I gruppi sociali sono composti da un numero di persone superiore a tre.

L’interazione sociale all’interno comprende lo sviluppo della cooperazione o della competizione, l’influenza dello status e del ruolo sociale, così come le dinamiche del comportamento di gruppo, della leadership e della conformità. Attraverso questi esempi di interazione umana, si crea la struttura sociale.

La prossemica in una conversazione con un’estraneo

Per addentrarci nella profondità di quest’argomento è necessario introdurre una caratteristica importante del linguaggio del corpo: la prossemica.

La prossemica è lo studio dell’uso dello spazio nell’interazione sociale. Si concentra su come le persone percepiscono, utilizzano e strutturano lo spazio intorno a loro durante le interazioni quotidiane. Questo concetto è stato sviluppato dall’antropologo Edward T. Hall negli anni ’60 e ha contribuito a comprendere come le distanze spaziali influenzino la comunicazione, la relazione e la cultura.

Conversazioni e distanza sociale

La prossemica coinvolge diversi aspetti, tra cui la distanza fra le persone, la disposizione degli oggetti su un tavolo ad esempio e l’uso dello spazio fisico. Le distanze tra individui possono variare a seconda del contesto culturale, delle relazioni personali e del tipo di interazione. Hall ha identificato quattro “zone di distanza” principali.

Zona intima: Questa è la zona più ravvicinata, generalmente entro 45 cm dalla persona. È riservata alle persone più strette, come familiari e amici intimi. È la zona in cui avvengono le interazioni più personali e fisiche.
Zona personale: Si estende da circa 45 cm a 1,2 metri di distanza. È la zona ideale per conversazioni personali e interazioni con amici e conoscenti.
Zona sociale: Va da 1,2 a 3,6 metri di distanza. È la distanza tipica per interazioni informali, come conversazioni tra colleghi o conoscenti.
Zona pubblica: Questa è la distanza superiore a 3,6 metri. È tipica per situazioni pubbliche, come discorsi o eventi in cui molte persone sono presenti.

Tedx presenta Malavika Varadan

Avete mai sentito il detto “Non parlate mai agli sconosciuti”? Malavika Varadan, famosa presentatrice radiofonica, sfida questa norma sociale e rivela i suoi trucchi per intraprendere una conversazione con chiunque. Con il suo carisma e la sua esperienza nell’industria radiofonica, Malavika ha affinato l’arte di creare connessioni con le persone in breve tempo. Ispirandoci al suo talk, presentato da TedEx,  abbiamo preso degli spunti per gestire meglio una conversazione di qualsiasi carattere con un’estraneo. Sono diverse le tecniche suggerite per migliorare l’affinità con persone di cui non sappiamo nulla. Queste strategie, indipendentemente dalla propria innata attitudine, possono aiutare a creare connessioni genuine e autentiche con una vasta gamma di persone.

Le tecniche di Malavika Varadan per avere una conversazione efficace

  1. Rompere il ghiaccio: fallo e basta
    Le persone sono ovunque, e ognuna rappresenta un’opportunità unica per condividere tasselli del puzzle della propria vita e scoprire quelli della loro. Malavika suggerisce di avvicinarti con un sorriso genuino e una domanda aperta. L’obiettivo è creare un’atmosfera rilassata e aperta, rompendo il ghiaccio in modo naturale. Oltre all’intuitiva distinzione tra introversi ed estroversi, importante è ricordare il concetto di prossemica.
  2. Saltare la conversazione superficiale
    “Quanti anni hai ?” “Da dove vieni?” sono domande comuni che spesso portano a risposte a senso unico. Per evitare di chiedersi quale sarà la prossima domanda bisogna optare per domande più intime che spingano la persona ad aprirsi. In questo modo i dettagli sull’età e la provenienza delle persone emergono da sé. Contrariamente alla convinzione popolare, le persone tendono ad essere più mentalmente aperte con gli sconosciuti piuttosto che con gli amici.
  3. Trova il punto in comune: “Anch’io”
    Sottolineando che non c’è nulla di più alienante di un atteggiamento negativo, Malavika suggerisce di trovare punti in comune con la persona con cui si sta parlando. Cosa potreste avere in comune con un passante? Potrebbe potenzialmente essere tutto. Partendo dal presupposto che condividete lo stesso posto alla stessa ora, magari avete anche lo stesso orologio o lo stesso zaino. O forse siete entrambi reduci di una situazione emotiva comune, e avete entrambi bisogno di non sentirvi i soli.
  4. Un complimento unico e genuino 
    Le persone spesso dimenticano quello che si dice e quello che fate, ma nessuno dimentica come li avete fatti sentire. Per questo un sincero complimento può fare la differenza in una conversazione. Se vi sentite spinti ad esternare un complimento, assicuratevi che questo sia autentico e sincero, evitando l’ipocrisia o l’esagerazione.
  5. Chiedere opinioni generiche
    Risulta paradossale con il secondo punto, tuttavia c’è una sottile linea tra l’essere invadenti e risultare piacevolmente magnetici. Tutti cercano accettazione e tutti vogliono essere ascoltati. Iniziare con domande semplici e non invasive, chiedere l’opinione di qualcuno su argomenti leggeri può creare un’apertura per una conversazione più profonda in seguito.
  6. Essere presenti, ascoltare per ascoltare, non per pensare a cosa replicare
    Siate presenti, genuini e senza alcun fine. Quell’istante è fatto solo per completare quel momento, se è destinato a protrarsi avanti, sarà da solo a farlo.
  7. Una conversazione è come un libro
    Ogni persona è davvero un buon libro degno della giusta attenzione. Anche una conversazione è come leggere un libro, si può andare a qualsiasi pagina si desidera. Ci si può dirigere verso il proprio capitolo preferito a step oppure fin da subito, si può leggere finché si vuole e si può leggere ciò che si vuole.

Per concludere

Che dire di quest’era digitale in cui ci troviamo immersi? Non importa quanto sia ipocrita il nostro “Mi piace” su Instagram, non possiamo negare che ci manca qualcosa di autentico. Fare conversazione può essere spesso imbarazzante e difficile, e può portare a dialoghi strani e scomodi. Sarà perché siamo sempre così preoccupati di quello che tutti pensano di noi che a volte ci si dimentica di essere davvero presenti. 

Ognuno di noi ha fatto esperienza di quella persona dalla quale era incuriosito, ma alla fine, rimanendo nella propria bolla ha lasciato dominare il tremore. Quindi proviamo ad abbandonare le nostre ansie e timidezze e prepariamoci a fare amicizia con un passante che incrociamo sulla strada, il tutto ovviamente, condito con una dose di buon senso. «All you gotta do is find someone as weird as you» suggerisce il testo di una canzone di Tom Cardy.

Che il nostro passo verso l’arricchimento reciproco sia così pesante da lasciare un’orma nel pavimento, a una distanza iniziale di almeno un metro e mezzo dall’altro naturalmente.

                                                                                                                                                                      di Radu Dudnic


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