Perché facciamo meno figli? E perché questo dovrebbe farci preoccupare?

di Mirko Aufiero
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Che in Italia si facciano pochi figli non è un mistero: la natalità è in costante decrescita e si stima che la popolazione italiana nel 2070 sarà di solo 47 milioni di persone.

Nell’ultimo anno le morti in Italia sono state il doppio rispetto alle nascite e il tasso di fertilità totale, cioè il numero di figli medio per donna, è di 1.24, uno dei dati più bassi in Europa.

Si potrebbe pensare che ciò sia dovuto unicamente alla crisi economica, ma allora come mai nei paesi più poveri del mondo il numero di figli per famiglia è così alto? Le ragioni sono principalmente due: l’alto tasso di mortalità infantile, e la necessità di forza lavoro. Infatti, accade spesso che i figli siano l’unico bene posseduto dalle famiglie in condizioni di estrema povertà, e averne molti da far lavorare fin da piccoli aiuta la sussistenza dei genitori.

E in Europa?

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In Europa c’è stato un passato in cui era in atto questo stesso meccanismo, ma, grazie alla maggior ricchezza, le nostre priorità sono cambiate. Oggi mettere al mondo un figlio non è più sentito come un obbligo sociale e spesso si decide di averli in età più avanzata o di non averne.

Le giovani coppie, infatti, prima di mettere al mondo un bambino aspettano un lavoro stabile e un appartamento in grado di ospitare una famiglia (inutile dire che spesso non arriva né l’uno né l’altro), con la conseguenza che il periodo di fertilità si accorcia drasticamente.

Perché dovremmo preoccuparci del basso numero di figli?

Nel caso in cui vogliate godervi la pensione, dopo anni di duro lavoro, potreste avere qualche problema. Infatti, una risicata quota di lavoratori si troverà a dover mantenere sulle proprie spalle un enorme numero di anziani, il che porterà ad un collasso del sistema pensionistico.

Inoltre, gli ospedali si troveranno a gestire un numero spropositato di persone in attesa di cure e ci sarà un forte calo della forza lavoro, con una conseguente crisi economica.

Cosa si sta facendo per migliorare la situazione?

In Europa, dove in tutti gli stati si hanno in media meno di due figli per coppia, ci sono due principali approcci al problema. Alcuni Paesi, come Polonia e Ungheria, fanno una forte pressione sulle donne affinché mettano in primo piano l’essere madre rispetto al lavoro. Esse vengono rappresentate dalla propaganda politica come “angeli del focolare” e si inculca la necessità di procreare per il bene della nazione.

Negli stati dell’Europa occidentale invece si punta ad un modello di famiglia che non discrimini nessun genitore, rafforzando le tutele da parte dello stato sulle madri-lavoratrici e garantendo anche al padre un congedo parentale, in modo che l’accudimento del bambino non ricada esclusivamente sulla madre.

Scritto da: Mirko Aufiero


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