World Press Photo 2024: la storia de “La Pietà di Gaza”

di Fornito Emanuele
3 Min.

È stato soprannominato La Pietà di Gaza lo scatto che si è aggiudicato il prestigioso premio di World Press Photo of the Year, assegnato, dal 1955, dall’organizzazione olandese World Press Photo. Ma qual è la storia che c’è dietro la fotografia?

World Press Photo: la storia del premio

La World Press Photo, come anticipato, assegna dal 1955 quello che è ormai considerato il più alto premio di fotogiornalismo al mondo. L’organizzazione, che ha sede ad Amsterdam, è presieduta dal giornalista olandese Pieter Broertjes, ed è senza scopo di lucro. Difatti, la World Press Photo ha come unico obiettivo la promozione e lo sviluppo del fotogiornalismo come forma di diffusione della conoscenza. Vediamo ora da dove nasce lo scatto che si è aggiudicato il concorso mondiale 2024.

Un incontro straziante

La commovente immagine nasce quasi per caso, ed è opera del giornalista palestinese Mohammed Salem che, dal 2003, lavora come giornalista e fotoreporter per l’agenzia di stampa britannica Reuters. L’uomo, diventato padre pochi giorni prima dello scatto, si è infatti trovato dinanzi la scena straziante di una donna con in braccio un piccolo corpo avvolto in un lenzuolo bianco, nell’obitorio del Nasser Hospital di Khan Younis, a Gaza. La fotografia ritrae Inas Abu Maamar, di trentasei anni, con in braccio il cadavere di sua nipote Saly, che di anni ne aveva solo cinque quando, a seguito di un bombardamento israeliano sulla propria abitazione a Khan Younis, ha perso la vita assieme alla sua mamma e a sua sorella.

foto vincitrice del World Press Photo of the Year 2024
© Mohammed Salem

La tragedia della guerra

La potenza dello scatto è sicuramente unica. In sé, infatti, è racchiusa tutta la sofferenza dei popoli coinvolti, ormai da decenni, nei conflitti armati distruttivi, che provocano sempre più morti civili. Quella di Salem può infatti dirsi una fotografia simbolo di tutte quelle donne che, nel corso della storia, hanno perso i propri figli e nipoti, sorelle, fratelli, mariti, genitori. Il giornalista palestinese non ha immortalato soltanto la sofferenza della guerra israelo-palestinese, ma anche di tutte quelle guerre che hanno portato a vittime innocenti e che, purtroppo, ancora a stento riescono a trasmettere un insegnamento di pace definitiva. L’atrocità della guerra, per quanto possa essere lontana da noi, è reale, esiste, e Salem ce la pone, con questa fotografia, davanti agli occhi senza aggiungere nient’altro.


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