La risposta ambientalista al fallimento della COP28

di Alessia Giurintano
3 Min.

La COP28, ovvero la conferenza che riunisce i vertici mondiali sul tema del cambiamento climatico, quest’anno ha sede a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.

Questo ciclo di incontri, arrivato alla ventottesima edizione, è iniziato il 30 novembre 2023, e si chiuderà il prossimo martedì 12 dicembre.

La scelta del paese ospitante, ha sollevato non poche polemiche.

Gli obiettivi delle rappresentanze nella Cop28

I principali impegni, discussi nella COP28 di quest’anno, riguardano: l’impegno concreto verso la transazione energetica, l’aumento dei finanziamenti per la questione climatica, la maggior consapevolezza rispetto al livello di azione sul tema, e l’avvio di iniziative sul piano di inclusività.

La determinazione dimostrata, a parole, dal presidente Charles Michel, va in contrasto con la scelta del paese che tale Conferenza accoglie.

Agli occhi di molti, infatti, è un paradosso, una contraddizione che ha sollevato polemiche ma anche fatti di contrasto concreti.

COP28 ambientalisti

Blitz ambientalisti per il clima e contro il fallimento del summit mondiale

Oltre alle manifestazioni nella lontana, lussuosa e contraddittoria Dubai, gli ambientalisti hanno alzato la loro voce anche sul territorio nazionale italiano: Roma, Torino, Milano, Venezia, Bologna, sono alcune delle città protagoniste di blitz ambientalisti che illuminano il problema concreto e dividono l’opinione pubblica.

Gli attivisti di Extintion Rebellion hanno colorato le acque di Roma e di Milano, con una sostanza innocua, con l’intento disvegliare le coscienze attraverso una azione totalmente simbolica e rappresentativa, e per nulla dannosa.

A Venezia , invece, alcune persone si sono appese al ponte di Rialto, dopo aver colorato le acque del Canal Grande. Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha definito gli attivisti autori di queste proteste come “eco-vadali”, e come tali meriterebbero la galera.

A Bologna, il canal del Reno si è invece riempito di canotti, sempre per ad opera del movimento ambientalista che ha così diffusamente denunciato l’inefficacia delle rappresentanze politiche sul tema che è sempre più urgente.

In generale, all’aumentare proporzionale delle proteste simboliche, aumenta il dissenso e la repressione più o meno violenta.

Una tale risposta ad una crisi che riguarda la collettività-non solo universale- dimostra quanto sia assolutamente necessario muoversi in una direzione quanto più concreta ed immediata possibile, sul piano culturale e pratico.


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