A Milano è stato trapiantato un cuore “fermo” da 20 minuti

di Mirko Aufiero
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 2 Min.

Si tratta della prima volta in Lombardia in cui un cuore viene trapiantato dopo la “morte cardiaca” del donatore

Lunedì all’ospedale Niguarda di Milano è stato prelevato e trapiantato un cuore che aveva smesso di battere da 20 minuti. Si tratta della prima volta in cui un intervento di questo tipo viene effettuato nella regione lombarda. Infatti, nonostante in passato fossero già stati effettuati trapianti di organi da donatori deceduti, la tecnica Dcd (donazione dopo morte cardiaca) non aveva mai riguardato il cuore.

Questo perché, in Italia, il trapianto di quest’organo non era considerato eseguibile “a cuore fermo” fino a un anno fa. In genere, veniva effettuato a seguito della morte cerebrale del soggetto, ossia a seguito di gravissimi danni neurologici che non intaccano però il funzionamento degli organi.

Il trapianto di cuore al Niguarda

A Milano è stato trapiantato un cuore che non batteva più da 20 minuti

L’intervento al Niguarda è invece stato effettuato dopo che il cuore aveva smesso di battere da 20 minuti (tempo richiesto dalla legge italiana per decretare la morte per criteri cardiaci). Il cuore del donatore, ricoverato a Varese all’ASST Sette Laghi, è stato dunque prelevato e fatto ripartire con tecniche di circolazione extracorporea dall’equipe della Cardiochirurgia e del Trapianto del Cuore del Niguarda, per poi essere trapiantato in un paziente.

Inoltre, dal donatore deceduto sono stati prelevati anche i reni e il fegato, a loro volta trapiantati in altre strutture della Rete nazionale trapianti.

Secondo l’assessore lombardo al Welfare, Guido Bertolaso, «questo risultato consentirà di aumentare il numero dei potenziali donatori ed è stato possibile certamente grazie alla capacità di tutti gli operatori coinvolti di agire in sinergia con professionalità e umanità per il bene dei malati». Inoltre, aggiunge, Bertolaso, «la donazione e il trapianto di organi e tessuti stanno crescendo in Lombardia grazie alle azioni di miglioramento adottate nelle strutture sanitarie».


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