Francesca Bruni Ercole nella giornata DCA: «alla fine nessuno è solo»

di Antonucci Carola
8 Min.

Francesca Bruni Ercole è una giovane tiktoker, ma non è solo questo. Ama la recitazione, la moda e il mondo dello spettacolo in toto. Da quando ha appreso di soffrire di un disturbo alimentare, ha scelto di esporsi sui social con una missione: sensibilizzare e far capire che non si è soli. Nella giornata nazionale contro i DCA – disturbi del comportamento alimentare – abbiamo avuto il piacere di parlare con lei e raccontare la sua storia.

Il 15 marzo, infatti, è la giornata nazionale del fiocchetto lilla dedicata all’anoressia, alla bulimia e agli altri disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Negli ultimi anni, c’è stato un notevole abbassamento dell’età di esordio, con anche conseguenze elevate di rischio di danni permanenti per la salute. È quindi nostro dovere intervenire per prevenire l’insorgere di questi disturbi alimentari. Dal 2018 – primo anno in cui è stata mandata in vigore la giornata – si promuove una costante attività di educazione, informazione e sensibilizzazione sul tema tanto delicato quanto importante.

La storia di Francesca e il primo approccio sui social

Francesca è giovanissima e ha sempre pensato di essere sbagliata, l’hanno fatta sentire sbagliata. Crescendo, però, ha capito che qualsiasi problema avesse, non era colpa sua, non dipendeva da lei e ha scelto di aiutarsi.

Francesca Bruni Ercole
©️ Francesca Bruni Ercole/Vanessa Francia Ph

«Molte volte un disturbo alimentare può nascere dal nulla ma con esperienze passate», ci racconta. «Pensi di essere il problema, quando moltissime volte sono cose che non dipendono da te e non puoi controllare. Io per anni pensavo di essere sbagliata, non sapevo dell’esistenza di disturbi e non sapevo cosa fossero. Mi é stato sempre detto che le persone troppo magre o troppo grasse fossero così per colpa loro, perché il loro cervello diceva “ti stai causando tu questo male”» continua nel suo discorso. Spiegandoci che molte volte, non si è consapevoli di avere un disturbo alimentare, non comprendi di starti facendo del male proprio perché non ne sei a conoscenza e le persone che giudicano quotidianamente non aiutano.

Quando scopre TikTok a Francesca si apre un mondo, è consapevole che sfruttare l’occasione per aiutare ragazzi e ragazze che da sempre si sentono sbagliati, proprio come lei, è il giusto aiuto anche per se stessa. Durante la pandemia da Covid-19, prova un periodo di forte negatività.

Si vede negare ogni cosa che prima la faceva divertire, stare con amici, scambiare una semplice opinione. Passava le giornate a chiudersi in se stessa, poi un giorno comprende che chiedere aiuto non è da deboli e che, forse, negli anni lo aveva chiesto alle persone sbagliate, che non la prendevano sul serio.

È partito tutto dalla pandemia. Ho iniziato negarmi tutto e mi ero chiusa in camera mia e ho preso 40 kg. Poi um giorno ti guardi allo specchio e dici “cavolo ho bisogno di aiutarmi” e non posso continuare a sperare che l’aiuto venga da qualcuno che non esiste, che non me lo può dare. Ho capito di essere l’unica ad avere il potere di aiutarmi, di essere in grado di farlo.

Francesca Bruni Ercole durante l’intervista

L’aiuto lo cerca in uno specialista. Il benessere che ne deriva, oltre che fisico, è soprattutto psicologico. Inizia a vedere la vita in maniera diversa, più positiva. Si sente bene perché ha imparato ad accettarsi così com’è.

Il lavoro e il difficile rapporto con la moda

Francesca Bruni Ercole, DCA
©️ Francesca Bruni Ercole su IG/ _labruni

La passione per la moda e il mondo dello spettacolo la portano a svolgere il lavoro di modella e attrice, ha partecipato a diverse pubblicità e spettacoli, la più nota è la pubblicità di Vinted. Eppure, c’è chi ancora le critica il fatto di esporsi, perché solo perché curvy non può permettersi di farlo. Mentalità assurda, eppure sono il topic dei commenti che spesso riceve sotto ai suoi video sul social cinese.

Sui social affermano che non posso lavorare nel mondo della moda per come sono. Per anni e tutt’ora ricevo commenti negativi. Mi dicono che mostrandomi sui social creo un modello negativo, che condivido l’obesità anche solo camminando per strada. Per anni ho sempre risposto in negativo e pensavo fossi io il problema, ora rispondo con ironia. Ho notato che prendendola sul ridere, la gente crolla e si rende conto che mi riesce a ferire.

Francesca Bruni Ercole

Per quanto nel presente non abbia problemi nel mondo del lavoro, sempre in giro tra un provino e l’altro, Francesca racconta di come nella vita abbia subito discriminazioni sul posto di lavoro. Solo perché curvy, non rispecchiava i canoni estetici e quindi rilegata dietro ad un bancone o a custode dell’armadio in locali.

Ci racconta, poi, che per quanto la moda abbia fatto un passo avanti in Italia siamo ancora indietro su diversi aspetti. «Molti brand scelgono di essere inclusivi perché pensano sia la cosa giusta, altri lo fanno perché devono dimostrare di esserlo alle persone e magari vendere di più e cavalcare l’onda. Il cambiamento é sempre una sorta di 1 passo avanti 20 indietro. Non c’è una taglia giusta, una taglia perfetta e finché non lo comprende del tutto anche la moda, molte persone potrebbero soffrire nel non sentirsi come le modelle».

«Francesca, ti è mai capitato di voler staccare dai social perché troppo difficile promuovere positività?»

«Diciamo che nell’ultimo periodo mi è capitato di staccarmi dai social. Più che altro perché io non ero pronta a mandare il messaggio inclusivo. Ognuno di noi passa momenti di negatività e non ha la voglia di mostrarsi positiva sui social. Dobbiamo anche capire i nostri mood, ci svegliamo la mattina che siamo carichi e tutto va bene, altri in cui siamo tristi e vogliamo solo stare a letto. Bisogna rispettare questi momenti».

Con il suo sorriso e la sua dolcezza, quella naturale e genuina di chi ha sofferto, vuole dare un consiglio a tutti i ragazzi e le ragazze che soffrono di disturbi alimentari.

Alla fine non si è mai soli. Io mi sono sempre sentita sola in questa battaglia, non tanto perché non c’era nessuno ma perché non volevo aprirmi e avevo paura di non essere capita, di trovarmi additata ad essere l’unica ad essere così. Ma col tempo ho capito che anche nella solitudine ci sono molte persone, molti gruppi di persone, che soffrono allo stesso modo e si nascondono come ho fatto io. Bisogna aprirsi con dei professionisti, prima con persone fidate per alleggerire il peso che ci si porta dietro. Il professionista può farti capire che non sei solo.

Francesca Bruni Ercole

Io, in quanto scrittrice invece, mi sento di dire a tutti i ragazzi che è da ogni crepa, da ogni ammaccatura che alla fine entra la luce. Un vaso intero, per quanto integro, è pur sempre colmo di buio. Non bisogna mai avere paura di farsi aiutare, ma anche di aiutare se qualcuno intorno a noi ne ha bisogno.

Di Carola Antonucci.


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