Premio Campiello Giovani, la “Spartenza” del vincitore

di Alessia Giurintano
5 Min.

Il Premio letterario “Il Campiello”, è un ramo dell’omonima fondazione, costituita nel 1985 grazie all’idea degli Industriali del Veneto (Confindustria).

Il principale obiettivo riguarda la diffusione della cultura italiana, in ogni sua forma e attraverso mezzi differenziati: manifestazioni, convegni, concorsi.

In generale, l’impegno preso dai membri del Comitato, abbraccia la cultura nel suo senso più ampio, dalla letteratura all‘arte visiva, con un particolare focus sul patrimonio di Venezia.

Il Premio Campiello è pensato per i giovani, in favore della libertà d’espressione

Tutti i ragazzi di età compresa fra i 15 e i 22 anni compiuti, residenti tanto in Italia quanto all’estero, possono partecipare attraverso l’invio di un racconto libero.

Tutti i componimenti sono visionati da esperti del settore, e la selezione si articola in 3 fasi:

  1. vengono scelti, fra tutti, 25 lavori dalla Giuria di Selezione;
  2. Di questi venticinque, solo cinque competono per la finale, scelti da un Comitato Tecnico;
  3. La Giuria dei Letterati del Campiello decreta in ultimo il racconto vincitore, il cui autore è premiato a Venezia con una cerimonia organizzata appositamente

Nel 2022, il vincitore del Premio Campiello Giovani risponde al nome di Alberto Bartolo Varsalona, che ha fatto la differenza col suo racconto “Spartenza“.

Premio Campiello alla letteratura giovani

Alberto Bartolo Varsalona, un giovane dalla penna promettente

Alberto Bartolo Varsalona è un 22enne palermitano, laureato in lettere classiche e in procinto di concludere il proprio percorso accademico per potersi dichiarare a tutti gli effetti un italianista.

Convinto di non poter aver intrapreso strada migliore per sé, in virtù della sua passione, sull’esperienza del Campiello dichiara:

L’esperienza del Campiello mi ha cambiato la vita, mi ha permesso di conoscere ragazzi da tutta Italia, con una passione comune: persone con cui confrontarsi e con cui potere condividere i propri lavori.

Parlando con lui, ho notato una passione sincera, tanto per la- per così dire- classicità- quanto per la sua terra, la Sicilia, onnipresente nei suoi racconti:

Il rapporto con la mia città è viscerale, non so spiegarti bene cosa si muove in me: cerco di capirlo con la scrittura. Palermo, e la Sicilia, sono gli oggetti principali della mia ricerca, enigmi irrisolvibili che tento di sfiorare. Arthur Power ci riferisce che durante una conversazione Joyce gli disse “lei deve scrivere di quel che ha nel sangue, non di quel che ha in mente” e poi aggiunse “io scrivo sempre di Dublino: se posso arrivare al cuore di questa città, potrò arrivare al cuore di tutte le città del mondo”

Palermo è casa, il luogo della famiglia, il suo orizzonte di pensiero. Palermo è amore, il più grande e disperato che si possa immaginare.

Il suo impegno e la necessità di scrivere (anche) per condividere

Alberto ama i libri, la storia e le persone che la attraversano nel tempo. Ma ama anche giocare, soprattutto col mare di materiale che abbonda in letteratura:

Il lavoro linguistico che cerco di portare avanti si giustifica su due fronti: il tema della memoria che è il filo rosso di ogni mia riga, e la risposta all’omologazione linguistica attuale – banalizzante quindi pericolosa. Penso che lo scrittore debba lavorare ad un livello complesso di parole per tentare di raccontare una realtà sempre più complessa: cercare, insomma, di costruire una lingua estesa – non virtuosa, ma civile. Sono consapevole di essere all’inizio di questo percorso, ma quando scrivo ho la necessità di tenere ben saldi nella mente questi che per me sono i miei “punti di partenza”. Come diceva Vincenzo Consolo “la letteratura non è mai innocente”, e ciò vale anche per quella di serie B come la mia.

Alberto, spero che la tua passione ti porti lontano quanto meriti. La tua letteratura non è di serie B, anzi.E il Premio che hai vinto non ne è solo la prova più evidente.

Nelle tue parole, infatti, vivono tanto lo studio quanto l’amore, disperato ma anche perfettamente organizzato e lucido.

Grazie per avermi concesso il dono del tempo, che scorreva forse troppo veloce per il fiume di parole e di passione che mi hai condiviso.


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