Giannope racconta la sua storia con il bullismo

di Emanuele Fornito
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 8 Min.

Nel 2015 in Italia vivevano circa 4 milioni di ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni. Secondo una rilevazione Istat, più del 30% di loro subiva episodi di bullismo più volte l’anno. Il 10%, quotidianamente.

In Nxwss crediamo che l’arte della vulnerabilità risieda nell’esporre la propria umanità senza timore. Il progetto che stiamo promuovendo per il 7 febbraio, giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo, si propone proprio di perseguire questo obiettivo: far sentire meno soli coloro che si trovano ad affrontare l’ombra del bullismo. Forse la chiave per sostenere coloro che ne sono vittime sta nel parlarne in modo appropriato, rendere le vittime consapevoli che non sono sole e, soprattutto, che non sono sbagliate.

Per questo motivo, abbiamo avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con Tommaso Giannini, conosciuto sui social come Giannope.

Chi è Tommaso?

Attivo inizialmente su YouTube e poi anche su TikTok e Instagram, Tommaso unisce al suo intrattenimento, che definisce “leggero”, anche brevi video di sensibilizzazione, volti a diffondere la sua propensione all’ “introspezione“, come accaduto per la triste tematica del bullismo. E’ proprio da qui che siamo partiti.

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Bullismo: dalla finzione alla realtà

Discutendo sulle fonti di ispirazione dei suoi video di sensibilizzazione, Tommaso ci ha confidato che ciò che narra è riferito al suo passato, dandoci un’interessante prospettiva sul bullismo.

Penso che il bullismo parta da malesseri interiori, da situazioni che non riesci a spiegarti più di tanto. E credo che queste dinamiche ti portino, più che nel cercare conforto negli altri, nel cercare di sentirti grande e potente, trovando piacere nel vedere che si ha il potere di potersi elevare facendo star male gli altri.

E continua:

Il bullismo può essere tante cose diverse, anche atteggiamenti che non ci rendiamo conto di avere, come lo screditare qualcuno per invidia o frustrazione. Per questo parlare di bullismo è difficile. E’ sempre associato alle botte, alle prese in giro e ai tipici stereotipi, ma non è solo questo. Il bullismo esiste in tutte le fasi della vita, e siamo tutti dei bulli in certi momenti e bullizzati in altri. Fate attenzione a quello che dite e fate sentire gli altri valorizzati, non per riconoscenza, ma perché sentite di farlo, sapendo che il mondo sarebbe un posto migliore se tutti fossero così.

Raccontandoci la sua storia, Tommaso ci ha detto di come «il problema principale sia la leggerezza che è caratteristica di quell’età, ovvero l’inconsapevolezza del peso che le parole possano avere sugli altri».

L’importanza dei cambiamenti

Raccontandoci la sua storia, Tommaso ci ha parlato del fatto che anche lui è stato un bullo, prendendo di mira una ragazzina nel periodo delle medie. Continuando, ci dice che un giorno, ha incontrato una «persona sbagliata», che gli ha fatto capire che doveva cambiare atteggiamento. Da lì in poi, le cose nella sua vita hanno iniziato a cambiare.

Attraverso grande onestà discusso con lu su quanto accaduto e su quell’incontro inaspettato, che Tommaso fa coincidere con la prima apertura al mondo dell’introspezione.

Quando è successo, ho raggiunto il limite, di conseguenza quello che facevo non mi faceva più stare bene. In realtà non mi faceva sentire bene neanche prima, ma quello era il mio scudo nei confronti della vita. Immagina di avere questo scudo, che tu utilizzi ogni volta che sei sottoposto a critiche, osservazioni o magari nel momento in cui stanno prevalendo le tue insicurezze. Di punto in bianco perdi questo scudo, quindi sei sostanzialmente nudo dinanzi alle difficoltà della vita. E la mia difficoltà è stata proprio quella di trovarmi a dover affrontare quelle che erano le mie insicurezze, paranoie, il rapporto con me stesso e le difficoltà relazionali, senza quella maschera da “duro”, che era appunto il mio scudo. La difficoltà è stata quindi quella di trovare la pace con me stesso, e penso che questa sia la difficoltà di tante altre persone, ma il trovarla è una cosa che auguro a tutti.

Aggiungendo che:

Rendersi conto delle proprie insicurezze e decidere di non utilizzare “armi” che possano difenderti è difficile ma è il miglior modo per mostrarti per quello che sei e per costruire dei veri rapporti con le persone a cui tieni.

Nonostante siano passati molti anni, Tommaso vive ancora oggi i frutti del suo cambiamento, riuscendo ora a parlare liberamente di sé senza sentire quella necessità di mostrarsi «nel migliore dei modi» .

Esposizione mediatica e (cyber)bullismo

In quanto creator, Tommaso è continuamente esposto a critiche e odio, ormai dilagante nel mondo dei social. La confusione che spesso si fa tra personaggio e persona è stata fonte di sofferenza per lui, ma ha ormai capito di quanto sia impossibile pretendere che gli altri ci conoscano attraverso post o brevi video, come è impossibile piacere a tutti. Questo lavoro su sé stesso ha portato Tommaso a stare meglio con la sua parte interiore, ed è per questo che oggi si basa su quelle persone che lo conoscono al 100%, da lui definite come «fondamentali»  e «colonne portanti della mia vita».

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E, in merito a ciò, ha voluto rivolgersi a chi, come lui anni fa, si trova nella posizione di “aggressore”, fornendoci un suo punto di vista generale sul fenomeno.

E’ difficile riconoscersi nel bullismo quando si è “aggressori”, perché non si dà peso a quello che si fa: senti di avere la coscienza pulita. Quindi il consiglio che voglio dare a queste persone è ripensare a ciò che è stato fatto e, in ogni interazione, pensare al futuro, cioè pensare se quello che si sta per dire o fare possa ferire gli altri. Non dico che bisogna essere tutti degli “agnellini”, è giusto far sentire la propria voce ma solo quando serve, negli altri casi penso che l’empatia sia uno dei doni più belli che le persone possano avere e che può essere sviluppato nel tempo.

Ringraziamo Tommaso per essersi aperto con noi e per averci donato una preziosa prospettiva sul bullismo, una tendenza che speriamo possa essere, col tempo, definitivamente superata.

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