M. Taramelli: «Obiettivo? Ad oggi, la Serie C»

Il portiere, classe 2006, parla della sua carriera e dei suoi obiettivi per il futuro

di Christian Sangaletti
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 8 Min.

Marco Taramelli, 17 anni, attualmente è il portiere della Primavera dell’AlbinoLeffe. La sua carriera inizia sin da piccolissimo nell’Oratorio del suo Paese, dove gioca per 5 anni. Nel 2016, Taramelli passa dall’Oratorio Cologno all’AlbinoLeffe.

Ciao Marco, presentati pure ai lettori

Sono Marco Taramelli, sono nato nel 2006 e gioco nell’Albinoleffe. Questo è il settimo anno che gioco lì, sono arrivato nel 2016 dall’Oratorio Cologno, dove ho giocato per 5 anni.

Come è stato il cambiamento dal punto di vista dell’ambiente, dei compagni e della difficoltà?

Marco dice di aver trovato delle difficoltà, soprattutto al primo anno, con compagni e mister.

Durante il primo anno all’AlbinoLeffe ho trovato alcune difficoltà, sia con i compagni che con il mister. Il livello, sia della squadra che degli avversari, è molto più alto: devi abituarti a certe cose e imparare a giocare al loro livello.

Con il tempo, però, Taramelli è riuscito ad integrarsi con compagni e mister: «da lì – dice – mi sono trovato molto meglio».

Marco parla anche delle sue avventure con l’Under 17 e con la Prima squadra.

Quando ho iniziato ad andare con l’Under 17, erano quasi tutti 2004 e 2005, ero l’unico 2006 che si allenava con loro. Durante l’anno del Covid, mi sono allenato tutta la stagione con loro e, visto che il campionato non c’era, abbiamo fatto allenamenti e amichevoli. L’anno dopo il Covid, sempre con l’Under 17, è tornato il campionato e sono uscite le prime difficoltà. Nello stesso periodo, sono stato l’unico 2006 ad andare con la Primavera e, per questo, hanno iniziato anche a farmi giocare le prime amichevoli e a farmi fare i primi allenamenti con la Prima squadra. La prima convocazione in Prima Squadra è arrivata a Febbraio, per la partita contro il Mantova.

Lo scorso anno, Marco inizia la stagione in ritiro con la Prima Squadra ma, a causa di alcuni problemi, torna in Primavera. Nonostante ciò, continua ad allenarsi con la Prima Squadra.

Ho giocato con l’Under 17, abbiamo vinto tutte le partite, tranne gli scontri diretti contro Padova e Pordenone, favorite per vincere il campionato. Una volta compiuti 16 anni, ho iniziato a giocare in Primavera e, nello stesso periodo, ci sono stati dei problemi in Prima squadra: i portieri erano indisponibili, così hanno iniziato a convocarmi in Prima Squadra e ho perso un po’ di partite della Primavera. A Febbraio sono tornato a giocare con la Primavera e ho iniziato a giocare a turno con un altro portiere, classe 2005. Quando non giocavo con la Primavera, giocavo con l’Under 17. Con l’Under 17 abbiamo raggiunto i Playoff, dove abbiamo vinto contro il Pescara (vinto 5-0 all’andata, pareggiato 2-2 al ritorno) e il Cesena (Campione Nazionale Under 16), nella prima partita nel nuovo stadio (vinto 2-0 all’andata, perso 2-1 al ritorno). Grazie alla vittoria contro il Cesena, abbiamo raggiunto le Final Four: abbiamo vinto la semifinale contro la Reggiana 2-1 e abbiamo perso la Finale Scudetto contro il Vicenza. La stagione poteva finire meglio, ma anche peggio, quindi non ci lamentiamo.

Anche questa stagione Taramelli l’ha iniziata in ritiro con la Prima Squadra e ha fatto il suo esordio con loro in un’amichevole. Una volta iniziata la scuola, è tornato a giocare con la Primavera.

Per quanto riguarda questa stagione, ho iniziato in ritiro con la Prima squadra e ho giocato la mia prima partita con loro: uno spezzone di circa 20 minuti durante l’amichevole contro la Reggiana. Una volta iniziata la scuola, sono tornato a giocare con la Primavera e ho giocato tutte le partite di campionato fino ad ora (9): stiamo andando bene, nelle ultime 5 abbiamo fatto risultati utili.

Come mai hai scelto di fare il portiere? Lo facevi già da piccolo o hai cambiato ruolo nel corso del tempo?

Marco da piccolo non faceva il portiere ma il giocatore di movimento, seppur non avendo un ruolo ben preciso.

Da piccolo non avevo un ruolo preciso: facevo il giocatore di movimento, mi piaceva stare fuori e fare gol, ma non ero fortissimo. L’idea del portiere me l’ha data mia mamma, poi ho visto che era un ruolo particolare, difficile ma carino. Sei l’unico diverso della squadra, puoi prenderla con le mani, hai una porta da difendere e non dove fare gol. Mi ha attirato la particolarità e la differenza rispetto agli altri ruoli.

Vorrei tornare un attimo alla Semifinale Scudetto dello scorso anno, dove hai sfornato una grandissima prestazione che ha dato una grande mano per l’approdo in Finale. È stata la tua miglior partita fino ad ora?

Per l’importanza e la bellezza sì. È stata la partita dove ho messo tutto me stesso, dove mi sono impegnato di più. Essendo una semifinale, volendo fare sempre meglio e dimostrarsi uno dei migliori, è stata la più bella sì. Per il livello della partita e della prestazione, è stata la migliore.

L’ultima domanda riguarda il futuro: qual è il tuo obiettivo?

Marco dice che il suo obiettivo è giocare a calcio nella sua vita, e ci tiene a sottolineare che non lo vuole fare perché non vuole lavorare, bensì perché è un sogno e renderebbe fiere di lui le persone che gli stanno intorno.

Il mio obiettivo sarebbe giocare a calcio nella vita, non perché non mi piace lavorare, perchè è un sogno e ho un po’ di persone dietro che sarebbero molto felici per me se diventassi un calciatore. Mi piace giocare a calcio, ma lo faccio soprattutto per la famiglia, per mia madre, mio padre e per i miei fratelli, per sapere che nella vita sono riuscito a renderli fieri. Il calcio è uno sport che seguo sin da bambino. Il mio obiettivo, ad oggi, è quello di giocare in Serie C, avere un nome dietro la maglia, un identificativo durante la partita, uno stadio dove giocare, una curva che ti sostiene e che tifa insieme a te.


Crediti immagine: Sprint & Sport

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