Cipro, Grecia, Italia, Malta e Spagna: chi sono e cosa fanno i Med5

di Sofia Ciatti
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I Med5

Cipro, Grecia, Italia, Malta e Spagna: sono questi i cinque Paesi del Mediterraneo (da cui il termine “Med5“) individuati dall’Unione Europea come le nazioni di primo approdo dei flussi di migranti provenienti perlopiù da Tunisia e Libia.

Il gruppo, istituito nel 2020 con lo scopo di costituire un fronte unito durante i negoziati per le nuove norme UE in materia di immigrazione e asilo, nasce con la finalità di elaborare politiche uniformi e comuni a tutti e cinque gli Stati nell’ambito dei movimenti migratori che interessano il Mare nostrum.

Nell’ultimo summit tenutosi a La Valletta nel marzo scorso, i Paesi coinvolti hanno espresso la volontà di rafforzare i canali di ingresso regolari nell’UE, attraverso l’intensificazione delle relazioni con i Paesi di origine e di transito dei migranti.

Un criterio che si pone dunque l’obiettivo di contrastare non solo l‘immigrazione illegittima, ma anche gli introiti illegali che questa genera.

Le dichiarazioni dopo l’ultimo vertice a La Valletta

«Il rafforzamento della sorveglianza delle frontiere, sia marittime che terrestri, anche attraverso la sorveglianza aerea pre-frontaliera, è una componente essenziale della lotta degli Stati membri e dell’Unione europea contro il traffico di migranti».

«Chiediamo che vengano messi a disposizione ingenti fondi e mezzi dell’UE per sostenere gli Stati membri nel rafforzamento delle capacità e delle infrastrutture di protezione delle frontiere, dei mezzi di sorveglianza e delle attrezzature: gli Stati membri che subiscono continue pressioni migratorie irregolari, sia terrestri che marittime, dovrebbero poter decidere in merito all’applicazione di tali procedure in base alla loro capacità e alla prospettiva di rimpatri».

Questo è quanto si legge nella nota congiunta diffusa dai Med5 subito dopo il loro vertice a Malta.

Med5
Il ministro italiano degli Affari Interni Matteo Piatendosi, il ministro greco dell’Immigrazione Notis Mitarachi, il ministro spagnolo dell’Immigrazione Fernando Grande Marklaska e il Segretario Permanente cipriota Costas Constantinou. Insieme a loro anche il ministro svedese per la Migrazione Maria Malmer Stenergard (la Svezia presiede attualmente il consiglio dell’UE).

Le richieste dell’UE ai Med5 e la posizione italiana

Ai Paesi di primo approdo come Italia, Grecia e Spagna l’UE ha chiesto di acuire i controlli per scongiurare i cosiddetti movimenti secondari, cioè gli spostamenti dei richiedenti asilo verso i Paesi del quadrante Nord dell’Europa.

L’Italia, inoltre, ha sollecitato l’UE affinché concedesse invece maggiori garanzie sui “Paesi terzi”, cioè gli Stati di transito dei migranti che cercano di arrivare in Europa, per favorire eventuali accordi sulla gestione dei migranti stessi.

Dal 2017 l’Italia stipula accordi molto controversi con la Libia, dove le milizie locali fermano le partenze dei migranti che cercano di arrivare tramite mare in Europa.

Si tratta di accordi molto controversi dal momento che sono noti i soprusi sistematici (violenze fisiche e psicologiche, torture, stupri) con cui le milizie libiche governano i centri di detenzione per migranti.

La cosiddetta Guardia costiera libica, sovvenzionata dall’Italia e dalla stessa Unione Europea, intercetta e riporta in questi centri i migranti che rintraccia al largo delle proprie coste.

Giorgia Meloni in Tunisia lo scorso giugno

Giorgia Meloni, lo scorso giugno, ha compiuto un viaggio di stato in Tunisia, che nel 2023 è diventato il principale Paese di partenza per i migranti che cercano di raggiungere l’Italia via mare.

Il governo italiano vorrebbe negoziare con la Tunisia accordi simili a quelli formalizzati con la Libia, che prevedano però procedure più celeri di respingimento per i migranti che a una valutazione superficiale non sembrano avere i requisiti per richiedere l’asilo.

Fonti: Corriere della Sera, Ansa, Ministero dell’Interno, Il Post, Euronews.

Scritto da Sofia Ciatti


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