Trump ha una posizione stranamente cauta sull’aborto

di Mirko Aufiero
6 Min.

L’ex presidente statunitense Donald Trump è tornato a parlare dell’aborto lunedì. Lo ha fatto in un video sul social da lui creato – Truth – nel quale, per la prima volta in questa campagna, ha esposto chiaramente la sua posizione sul tema.

A differenza di quanto accade per altri argomenti di campagna elettorale, la postura adottata dal Tycoon è stata particolarmente cauta. Se da un lato si è nuovamente attribuito i meriti per il ribaltamento della sentenza Roe v. Wade, dall’altro ha detto che la decisione sull’aborto deve essere presa dai singoli Stati e non a livello federale.

«La mia opinione è che ora abbiamo l’aborto dove tutti lo volevano da un punto di vista legale, gli Stati lo determineranno tramite voto o legislazione, o forse entrambi. E qualunque cosa decidano deve essere la legge del Paese. In questo caso, la legge dello Stato», le parole dell’ex presidente.

Si tratta del rifiuto di assumersi una decisione spinosa e potenzialmente negativa in termini di risultati elettorali in vista delle presidenziali di novembre. Trump si trova in una posizione di precario equilibrio tra due fuochi. Da un lato l’ala più conservatrice dei repubblicani, alimentata da movimenti ProLife e cristiani evangelici. Dall’altro, l’elettorato repubblicano più progressista, che in caso di posizioni troppo estreme sul tema potrebbe orientarsi verso i dem.

«Molti Stati saranno diversi. Molti avranno un numero diverso di settimane o altri saranno più conservatori di altri. Ma alla fine conta la volontà delle persone», ha detto Trump su Truth.

Nonostante non abbia fissato un limite di settimane entro cui garantire il diritto all’aborto, l’ex presidente ha aggiunto che deve essere permesso in alcuni casi. Tra questi, in caso di «stupro, incesto e pericolo di vita».

Trump scarica le responsabilità. Intanto gli attivisti anti-aborto pressano

https://www.flickr.com/photos/afagen/28774097575 https://www.flickr.com/photos/afagen/ Trump aborto

Prima di lunedì, Trump non si era ancora espresso in modo chiaro sull’aborto durante questa campagna elettorale. A marzo aveva dichiarato di essere favorevole ad introdurre una legge federale che limitasse il diritto di aborto a 15 settimane di gravidanza. «Il numero di settimane su cui le persone sono d’accordo al momento è di 15, e sto pensando in questi termini», aveva detto in un’intervista radiofonica.

Queso limite è caldeggiato dai gruppi anti-abortisti, nonostante le possibilità che i repubblicani ottengano 60 voti su 100 al Senato – necessari per attuare le restrizioni federali – siano scarse. In ogni caso, dopo le parole di Trump su Truth che scaricano la responsabilità sui singoli Stati, l’ipotesi di una legge federale è decaduta.

La dichiarazioni di Trump sono state accolte in maniera negativa dai gruppi contrari all’aborto, incluso Pro-Life America, uno dei più potenti e maggiormente finanziati. Come riporta Politico, la presidente Marjorie Dannenfelser ha dichiarato che la sua organizzazione è «profondamente delusa» dal Tycoon.

Un altro motivo di contrasto tra Trump e gli anti-abortisti riguarda il caso della Florida, governata dal repubblicano Ron DeSantis. A maggio entrerà in vigore nello Stato una legge che limita l’aborto alle prime 6 settimane di gravidanza, definita «terribile» dall’ex presidente. Inoltre, Trump ha detto di essere disposto a «negoziare» con i democratici sull’aborto, per trovare «la pace su questo tema per la prima volta in 52 anni».

Questa linea è stata criticata da DeSantis e dall’ex vice presidente sotto Trump Mike Pence. Pence, in un post su X, ha detto che la «ritirata del presidente Trump sul diritto alla vita è uno schiaffo in faccia ai milioni di americani pro-vita che hanno votato per lui nel 2016 e nel 2020».

Come funziona l’aborto negli Usa

La sentenza Row v. Wade del 1973 garantiva l’accesso all’aborto su tutto il territorio federale. In seguito alla decisone della Corte Suprema del 2022 di eliminarla, oggi ogni Stato può decidere in maniera autonoma quale legislazione adottare sul tema.

Della decisione della Corte Suprema si è più volte vantano “The Donald”. Sua è infatti la responsabilità di aver nominato 3 dei 9 giudici che compongono la Corte. Oltre ai 3 trumpiani, altri 3 sono i giudici nominati dai repubblicani, e tutti e 6 hanno votato per ribaltare la sentenza Roe v. Wade.

Gli Stati che hanno deciso di vietarlo sono 14 su 50, perlopiù concentrati nel sud-est del Paese. Questi Stati hanno legislazioni diverse sulle eccezioni tollerate, ma gran parte di essi vieta l’aborto anche in casi di stupro e incesto.

A questi si aggiungono Florida, Georgia, Sud Carolina, Nord Carolina, Arizona, Utah e Nebraska che hanno fissato un limite alle settimane di gravidanza per praticare l’aborto. Si va dalle 6 della Georgia e del Sud Carolina, alle 18 dello Utah.


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