Viaggio alla scoperta dell’occhio: come vedono i cani

di Francesco Alessandro Balducci
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 4 Min.

Sicuramente molti amanti dei cani si saranno chiesti, nel corso della loro vita, come vedano il mondo circostante i loro amici a quattro zampe. Innanzitutto, è importante sottolineare “quando” un cane inizia a vedere. Un cane nasce “cieco” ed è totalmente dipendente dall’imprinting derivante dalla mamma. Solo attorno alle 3 settimane inizia a vedere per la prima volta, ma solo dai 3 mesi si può dire che inizino a vedere in maniera completa.

I cani vedono con meno sfumature rispetto all’uomo. In gergo tecnico, si chiama “visione dicromatica”, tramite la quale vedono il viola-blu, il giallo e alcune sfumature di grigio. L’ occhio umano funziona grazie a tre tipi di cellule che rilevano il colore chiamate coni. Mentre gli occhi dei cani, ma anche di una grande percentuale di altri mammiferi, contengono solo due tipi di coni. Di conseguenza, essi saranno in grado di distinguere il blu dal giallo, ma non il rosso dal verde.

Per vedere il blu e il giallo, sia umani che cani si affidano ai neuroni all’interno della retina, attivati in risposta alla luce gialla rilevata nelle cellule dei coni. L’attività verrà poi soppressa quando sarà la luce blu a colpire i coni. Il cervello di un cane interpreta l’eccitazione o la soppressione di questi neuroni rispettivamente come la sensazione di giallo o di blu. Mentre sia la luce rossa che quella verde, avrà effetto neutro sui neuroni. Cosa che, invece, non avviene negli esseri umani non affetti da daltonismo.

Senza alcun segnale per interpretare questi colori, il cervello dei cani non percepisce alcun colore. Al posto del rosso o del verde, il cane vedrebbe sfumature di grigio. Alcuni esperimnti, però, hanno suggerito che le lenti di un cane trasmettano una significativa quantità di luce UV, che viene bloccata dalle lenti umane. Ciò significa che un cane potrebbe vedere un blu più luminoso dell’uomo.

In genere sono miopi, ma con un campo visivo più ampio di un essere umano. Il cane ha un campo visivo di 240°; ha una vista binoculare, grazie alla posizione degli occhi, che determina l’ampiezza del campo visivo e la visione periferica. Aspetto che gli conferisce un miglior rilevamento del movimento: la normale visione umana è 20/20, mentre quella dei cani è di 20/75. Quindi, un cane deve essere a circa 6 metri di distanza per vedere un oggetto come una persona lo vedrebbe a 12 metri di distanza. Una specie particolarmente dotata sono i Labrador Retriever, che infatti vengono spesso utilizzati come sostegno per persone ipovedenti o non vedenti.

Passiamo al lato anatomico. I cani hanno diverse caratteristiche che consentono loro di vedere al buio più di quanto faccia l’uomo. Innanzitutto un maggior numero di bastoncini nella retina, che funzionano meglio con scarsa illuminazione. Pupille più grandi. Una lente maggiormente prossimale alla retina. Ed il “tapetum lucidum“, che riflette la luce, consentendo una migliore visione notturna.

Da parte del padrone, è anche molto importante svolgere una corretta igiene nella zona oculare. Che permette anche di prevenire problemi maggiori o patologie. La pulizia si può effettuare semplicemente utilizzando una garza sterile imbevuta di soluzione fisiologica, o altri prodotti, come antibiotici o detergenti. Sconsigliatissimo l’uso del classico fazzoletto di carta imbevuto: oltre che il rischio di lasciare residui estranei, l’acqua non sterile può causare infezioni.

Scritto da Francesco Alessandro Balducci


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