L’Europa è nell’era «prebellica» e non è pronta, avverte Donald Tusk

di Mirko Aufiero
6 Min.

Per il primo ministro polacco la «guerra non è più un concetto del passato» e bisogna «prepararsi mentalmente».

Il primo ministro polacco Donald Tusk ha lanciato un nuovo avvertimento ai Paesi europei che, a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, si trovano nel «momento più critico dalla Seconda guerra mondiale».

Per Tusk si tratta di un’era «prebellica» alla quale è necessario prepararsi mentalmente. «Non voglio spaventare nessuno, ma la guerra non è più un concetto del passato», ha detto durante un’intervista a diversi media europei.

«È reale, infatti è già iniziata più di due anni fa. Ogni scenario è possibile», ribadisce Tusk, conscio del fatto che l’«Europa ha una lunga strada da fare» per essere pronta a rispondere ad eventuali aggressioni da Mosca.

«Se continuiamo a essere ingenui perderemo il sostegno dei cittadini. Perderemo nei confronti di Stati e di potenze che sono pronte a combattere in modo aggressivo per imporre i loro interessi», ha aggiunto. «Dobbiamo essere certi che, quando sarà necessario, non esiteremo a fermare questi Paesi».

Necessario il 2% del Pil alla difesa

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Per Tusk il punto di partenza è arrivare all’obiettivo del 2% del Pil destinato alla difesa, come indicato dalle linee guida della NATO. Quest’obiettivo è rispettato solo da alcuni Paesi, soprattutto da quelli dell’Europa orientale che più si sentono minacciati dalla Russia.

Secondo i dati di Statista relativi al 2023, la Polonia di Tusk è il membro NATO con la più alta percentuale di spesa per la difesa in rapporto al Pil, con il 3,9%. Seguono Stati Uniti (3,49%), Grecia (3,01%), Estonia (2,73%) e Lituania (2,54%). Lontana invece l’Italia, che con il suo 1,46% è al di sotto dell’obiettivo fissato dall’Alleanza.

Rendere l’Europa in grado di difendersi da sola è necessario anche in vista delle prossime elezioni presidenziali statunitensi. Un campanello d’allarme è arrivato dopo le dichiarazioni di Donald Trump di febbraio, nelle quali ha sostenuto che incoraggerebbe Paesi come la Russia a «fare quel che diavolo vogliono» degli Stati che non rispettano i loro impegni di spesa.

«Sia che vinca le elezioni Joe Biden o Donald Trump, è l’Europa che deve fare di più quando si tratta della difesa», le parole di Tusk. «Quando ero primo ministro per la prima volta (2007-2014 n.d.r.), nessuno eccetto i Paesi baltici prestava attenzione ai miei avvertimenti secondo cui la Russia poteva rappresentare una minaccia». Oggi invece Tusk osserva che le cose stanno cambiando «in tutte le capitali d’Europa».

A febbraio il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha annunciato che nel 2024 18 Paesi membri dell’Alleanza raggiungeranno la soglia del 2% (nel 2023 erano 11).

«Non dobbiamo lasciare spazio a errori di calcolo o a fraintendimenti a Mosca sulla nostra prontezza, sul nostro impegno e sulla nostra determinazione a proteggere tutti gli alleati. E la ragione per farlo non è provocare un conflitto, ma prevenire un conflitto come la Nato ha fatto con successo per 65 anni», ha detto Stoltenberg anche in risposta alle parole di Donald Trump.

Tusk sulla guerra: «Il destino dell’Ucraina è soprattutto nelle nostre mani»

Tusk è uno dei leader europei che più si sta spendendo per garantire il supporto a Kyiv: «Il nostro obiettivo principale deve essere quello di proteggere l’Ucraina dall’invasione russa e di tutelare la sua indipendenza e integrità. Il destino dell’Ucraina è soprattutto nelle nostre mani».

Il primo ministro polacco ha ammesso che «la sua situazione (dell’Ucraina n.d.r.) oggi è molto più difficile di quella di un anno fa», ma è anche «molto migliore di quella dell’inizio della guerra, quando i soldati di Putin erano alla periferia di Kiev».

«Dobbiamo spendere quanto più possibile per comprare equipaggiamento e munizioni per l’Ucraina, perché stiamo vivendo nel momento più critico dalla fine delle Seconda guerra mondiale», afferma il leader polacco.

«Nei prossimi due anni si deciderà tutto. Se non riusciamo a supportare l’Ucraina con abbastanza equipaggiamento e munizioni, se l’Ucraina perde, nessuno in Europa potrà sentirsi al sicuro».

Per Tusk è quindi essenziale considerare la guerra in Ucraina «in una prospettiva di lungo termine», cosa che «comporterà responsabilità sempre nuove per i Paesi europei». Le sue parole arrivano dopo gli intensi attacchi russi alle infrastrutture energetiche Ucraine di giovedì e poche settimane dopo il vertice con Macron e Scholz proprio sul supporto a Kyiv.

A ribadire il messaggio anche un suo post su X: «Non ci sarà un’Europa sicura senza un’Ucraina libera».


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