No al Bando MAECI: le mobilitazioni universitarie

di Alessia Giurintano
5 Min.

Gli studenti universitari d’Italia si muovono per vietare il bando MAECI, in scadenza il prossimo 10 aprile, che sancisce la collaborazione fra Italia e Israele.

Avviata da Torino lo scorso marzo, la protesta sta dilagando verso altri atenei del Paese: Pisa, Firenze, Bari, Pisa, Napoli, Bologna, Roma. 

Da Nord a Sud, prima gli studenti e poi i docenti universitari, fanno sentire la loro voce a partire dallo slogan “Boicotta Israele”. 

Scioperi, dibattiti, manifestazioni, proteste, fino a lettere con numerose firme. Le università italiane sono un’arena di libertà di pensiero critico. 

Il boicottaggio di Israele parte dal bando MAECI: di cosa si tratta?

Il bando riguarda un accordo che coinvolge lo Stato Italiano e quello di Israele. 

Relativo al campo scientifico, riguarda il Ministero dell’Innovazione, Scienza e Tecnologia israeliano (MOST), e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano (MAECI).

L’obiettivo è quello di promuovere il cosiddetto “sistema paese”, in economia, cultura e scienza. 

Le rimostranze verso questa collaborazione risalgono già alla fine del mese di febbraio, quando il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ricevette una lettera, ancora aperta, con una serie di firme contrarie.

Le motivazioni alla base della raccolta riguardano principalmente il conflitto in corso. 

I firmatari sostengono, infatti, che questa collaborazione renda complici del sangue che si sta spargendo a Gaza da parte proprio di Israele. 

Essi, inoltre, temono che questa collaborazione possa essere sfruttata per scopi militari nell’area della Striscia. 

L’Università degli studi di Torino ha aperto per prima la strada al boicottaggio

L’università degli studi di Torino si posiziona in prima linea, e fa da apri fila per la causa. 

Infatti, collettivi ed associazioni studentesche, hanno mosso le sensibilità già dallo scorso marzo. 

“Fuori la guerra dall’Università”, “stop ai finanziamenti bellici”, si legge sulle vetrate del Campus Luigi Einaudi, che accoglie molti studenti universitari piemontesi e non. 

È iniziato tutto con una lettera, con circa 1700 firme, e che ha sollevato non poche polemiche

A metà marzo, infatti, il senato accademico dell’ateneo piemontese aveva parzialmente accolto il divieto di partecipazione al bando MAECI, escludendo però l’interruzione delle altre collaborazioni in corso (9 in tutto). 

«Se le istituzioni si piegano a questi metodi, rischiamo di avere molti problemi» ha dichiarato Giorgia Meloni

A dichiarare la propria preoccupazione è stata anche Noemi di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane: 

«ormai si è superata ogni linea rossa e la preoccupazione per la situazione universitaria dilaga»

Un nuovo sciopero contro il bando MAECI e le diverse iniziative negli atenei italiani 

È previsto per martedì alle ore 15, davanti al presidio della Farnesina, lo sciopero universitario che mira a coinvolgere il comparto accademico di diversi atenei. 

A Bari, inoltre, sempre il 9 aprile, si terrà una seduta straordinaria del Senato Accademico, dove si discuterà nuovamente del bando MAECI. 

Il Senato accademico dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, si riunirà invece eccezionalmente il prossimo 16 aprile. 

Mentre si aggiungono alla mobilitazione anche altri atenei dello stivale come Trieste, Milano, Padova e Venezia; gli studenti di Bologna dialogheranno con il Rettore Giovanni Molari il prossimo 24 aprile. 

A Napoli, gli studenti hanno scelto la strada dell’occupazione. Il rettorato dell’Università Federico II di Napoli è stato occupato lo scorso lunedì 8 aprile:

«Siamo stanchi di attraversare i nostri atenei mentre vengono raccontate bugie su bugie e mentre i luoghi del sapere vengono militarizzati», si legge in un comunicato della “Rete studentesca per la Palestina”. 


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