Repubblica, giornalisti in sciopero: sfiduciato il direttore Molinari

di Emanuele Fornito
3 Min.

L’assemblea delle giornaliste e giornalisti di Repubblica, tramite un comunicato ufficiale pubblicato sul sito del giornale, ha indetto uno sciopero delle firme di 24 ore come segnale di sfiducia verso il direttore Maurizio Molinari. Lo sciopero, volto <<a tutela della propria dignità professionale e indipendenza>>, è l’apice di un malumore generale nella redazione di Repubblica, come dimostrato dai risultati della votazione della contestazione, a cui hanno aderito ben 164 giornalisti su 254.

La presunta censura in Affari&Finanza

A scatenare il caos è stata un’inchiesta pubblicata dal giornalista di Repubblica Giovanni Pons su Affari&Finanza, settimanale a tema economico del giornale, nel quale veniva esposta una severa panoramica sui rapporti Italia-Francia per quanto riguarda l’acquisizione e la gestione dei grandi complessi aziendali. Ad essere posti sotto lente di ingrandimento sono stati i casi dell’Ilva e di ArcelorMitta, oltre al caso Stellantis, che, tra l’altro, fa parte del gruppo Exor che detiene le quote di Repubblica stessa.

Toni duri evidentemente non apprezzati dal direttore Molinari che, nonostante il titolo avesse già ricevuto via libera per la pubblicazione dalla direzione, ha fermato il tutto modificandone i passaggi più “ostici”, imponendo la ristampa del settimanale.

Repubblica direttore
Il direttore di Repubblica Maurizio Molinari (fonte)

La condanna dei giornalisti

I giornalisti, dichiarandosi <<firme mortificate>>, si sono scagliati contro la mancata organizzazione della direzione, oltre a sottolineare uno <<spreco di tempo e di risorse>> impiegati nella modifica del titolo d’apertura di Affari&Finanza.

Pur riconoscendo al direttore piena potestà, il Cdr ha condannato l’intervento di Molinari, avvenuto soltanto a conclusione della ricerca, scavalcando così ciò che la redazione aveva già concordato. Un fatto, per i giornalisti, che lede la propria indipendenza professionale.

Cosa significa “sfiduciato”

A differenza di quanto accade in Parlamento, una mozione di sfiducia in ambito giornalistico non determina automaticamente una votazione per revocare la posizione dell’interessato, in questo caso il direttore generale; essa non è dunque vincolante. Tuttavia, il malumore creatosi all’interno della direzione porterà certamente, nei prossimi giorni, a cambiamenti, più o meno radicali, nella direzione e nell’organizzazione di Repubblica.


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