Supersex, la serie ispirata al divo hard Rocco Siffredi

di Alessia Giurintano
5 Min.

Supersex” è il titolo della serie in 7 episodi recentemente uscita su Netflix, liberamente ispirata alla vita di Rocco Siffredi.

Ma è anche il titolo di una delle tante riviste hard, proibite ai minori di diciotto anni, ma sfogliate con curiosità da bambini e ragazzi di una (o due) generazioni fa.

Il tentativo del prodotto è buono, e l’interpretazione di tutti gli attori è lodevole, eppure qualcosa non ha funzionato.

Il meccanismo di decostruzione di immaginari e stereotipi sulla pornografia e sui porno attori, è rimasto inviluppato, in una storia personale dai tratti drammatici esasperati.

Rocco Siffredi legge Supersex
SONY DSC

Saul Nanni è Rocco Tano, Alessandro Borghi è Rocco Siffredi

Cresciuto con il sesso negli occhi, dividendo la stanza coi fratelli maggiori che si masturbano tutte le sere, osservando l’atto riproduttivo di tori e mucche, Rocco rende l’atto sessuale una responsabilità e un potere al tempo stesso.

Un potere che però non riesce a gestire, almeno non inizialmente. 

Nella sua versione adolescenziale, quando Rocco è a Parigi insieme a suo fratello Tommaso, conosce Sylvie.

La incontra nel mezzo delle sue frequentazioni a Pigalle, il quartiere a luci rosse di Parigi, e dove i maschi “scoprono il sesso”, e altri mercificano il corpo femminile, suo fratello compreso.

Sylvie è bella, delicata, silenziosa. Usa le mani per suonare, ma c’è un problema: Sylvie non è vergine, e lui se ne innamora comunque.

Sylvie è la prima, nel bene ma soprattutto nel male: Rocco è impacciato e spaventato da ciò che i suoi pantaloni contengono.

Inoltre sostiene che un uomo come lui, con quel dono, non possa vivere l’amore.

Era cresciuto con gli insegnamenti virili del fratello, che erano per lui Parole Sacre, ma anche con le raccomandazioni di sua madre: “le donne, se arrivano al cuore, se lo mangiano”.

Il tempo scorre e Rocco cresce. Il lavoro interpretativo di Alessandro Borghi è qui degno di nota, nella ripresa dei più piccoli movimenti.

Lo studio sul personaggio è attento e preciso, eppure qualcosa nella linea di sviluppo non convince.

L’uomo dagli occhi buoni, che ha ora preso consapevolezza del dono nei suoi pantaloni, lo mette in pratica nella sua versione più animalesca, di cui molte colleghe si lamentano. 

La vita del divo tra normalità e sessualità (esasperata)

C’è chi si aspettava dal prodotto in buona sostanza la visione di un porno, chi non aspettava altro che le scene di nudo esplicito di Alessandro Borghi, e chi invece ha assunto a priori una postura critica dato il tema.

Ebbene, il tentativo della serie non è tanto di eccitare, quanto di fare riflettere e liberare. O almeno, la dichiarazione di intenti è stata questa, la riuscita effettiva è un altro discorso.

Rocco Tano ha un dono che si manifesta abbassandosi i pantaloni, che gli piace e che impara ad usare nel tempo.

Resta bloccato in una condizione animalesca, fomentato dal suo contorno che lo eleva a grande mito, sebbene lui sostenga la reciprocità del consenso.

Il divo Rocco Siffredi, diviene tale mostrando un sesso travolgente nella sua parte più rude e immediata, e anche rapida.

Il dono che possiede, che lo aveva reso celebre fino all’Oscar, diventa infine una fonte di dolore.

Rocco Siffredi vince l'Oscar
49eme Festival International du Film Cannes 96

Rocco e la sua esperienza d’amore: da sua madre a Rozsa

Da sua madre a Lucia, fino a Sylvie e Rozsa, Rocco vive la sessualità, il sesso e l’amore in tutte le sue forme.

Disperato, bisognoso, platonico, impacciato, ansioso e intenso.

L’idea di partenza era quella di mostrare l’umanità dietro la pornografia e oltre la stessa.

Qui Rocco si è raccontato, denudandosi più di quanto non abbia fatto in tutta la sua carriera.

Perché con quelle mani, dà piacere sì, ma sa anche accarezzare e stringere, per tenere


Le foto presenti in questo articolo provengono da internet e si ritengono di libero utilizzo. Se un’immagine pubblicata risulta essere protetta da copyright, il legittimo proprietario può contattare lo staff scrivendo all’indirizzo email riportato nella sezione “Contatti” del sito: l’immagine sarà rimossa o accompagnata dalla firma dell’autore.

Articoli Correlati