Sperimentazione animale: il dolore per il bisogno di progresso

di Alessia Giurintano
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 6 Min.

Con il termine sperimentazione animale s’intende l’utilizzo scientifico a scopo di studio e ricerca di animali, in ambito farmacologico, fisiologico, fisiopatologico, biomedico e biologico. E’ obbligatoria per lo sviluppo di nuovi farmaci, o terapie da utilizzare sull’essere umano secondo il Codice di Norimberga, dopo gli orrori che hanno colpito le vittime dello sterminio nazista durante la Seconda Guerra Mondiale (la sperimentazione sugli uomini, si intende).

Un accenno storico sul tema: la sperimentazione animale dagli albori della civiltà all’epoca moderna

Le fonti materiali, ovvero disegni rinvenuti all’interno di caverne, testimoniano l’impiego di questa pratica sin dai tempi preistorici. Scorrendo lungo la linea del tempo, la prima sperimentazione di cui si ha una concreta notizia fu quella di Alcmeone di Crotone, il quale nel 450 a.C recise il nervo ottico di un animale, causandone la cecità. Dopo di lui, Erofilo, che dimostrò attraverso un esperimento sugli animali la differenza tra nervi e tendini; e poi ancora Galeno, che avviò pratiche di dissezione.

Con l’arrivo del periodo Medievale, gli storici registrano una battuta d’arresto per tre motivi principali: la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e la conseguente perdita di conoscenze dal mondo greco, invasioni barbariche di popoli arretrati in campo scientifico, la diffusione del cristianesimo, la cui dottrina ruotava attorno alla spiritualità e non alla carne (tanto meno alla scienza!)

Successivamente, durante il Rinascimento, l’esecuzione di autopsie diede un impulso alla conoscenza dell’anatomia umana. In Inghilterra, Francis Bacon, nei suoi scritti sulla sperimentazione , affermò la necessità dell’uso di animali da esperimento per il progresso della scienza. Molto altri sperimentatori condividevano la posizione di Bacon.

Nel XVIII secolo, la sperimentazione animale aumentò notevolmente e cominciarono a comparire le prime posizioni contrarie alla sperimentazione perché cresceva la consapevolezza del dolore e della sofferenza che provavano gli animali. A sostegno della sperimentazione come pratica di scienza necessaria, Henri Louis Duhamel du Monceau scrisse in un suo saggio del ‘700:

Ogni giorno muoiono più animali per soddisfare il nostro appetito di quanti ne possano essere macellati dal bisturi dell’anatomista, che lo fa con l’utile scopo di preservare la salute e curare le malattie“.

sperimentazione animale

La società contemporanea e le normative a tutela degli animali

A partire dal XX secolo, con l’avvento dell’anestesia, si è assistito a un grande progresso della medicina con una minore sofferenza degli animali. In questo secolo sono apparse anche le prime leggi per la protezione degli animali domestici, del bestiame e degli animali da esperimento, tra cui si ricordano:

  • 1966, Animal Welfare Act (USA)
  • 1976, Cruelty to Animals Act (UK)
  • 1978, Principi etici e linee guida per gli esperimenti scientifici sugli animali (CHE)
  • 1986, Convenzione europea sulla protezione degli animali vertebrati utilizzati a fini sperimentali o ad altri fini scientifici (Strasburgo)

In Italia l’uso di animali per fini scientifici è regolamentato dal Decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 26 “Attuazione della Direttiva n. 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici”. Secondo la normativa vigente in Italia, tutti i progetti di ricerca scientifica che prevedono l’uso di animali, oltre a dover essere svolti presso centri autorizzati, devono essere prima esaminati ed approvati dall’Organismo Preposto al Benessere degli Animali (OPBA).

E’ davvero necessario utilizzare l’animale in laboratorio?

Le alternative alla sperimentazione animale sono emerse nel 1959, quando Russel e Burch proposero le 3 R: rimpiazzare, ridurre, raffinare.

Rimpiazzare significa utilizzare delle tecniche che sostituiscono l’uso di animali vivi, quindi si impiegano colture di tessuti vertebrati o invertebrati.

Ridurre l’utilizzo di animali è stato dimostrato essere necessario a causa dell’eccessiva sofferenza inferta agli stessi, per cui si è approvato l’uso di animali filogeneticamente inferiori o embrioni.

Il raffinamento o perfezionamento delle tecniche fa sì che il dolore potenziale che un animale può subire sia minimo o inesistente. Non devono esserci stress fisiologici, psicologici o ambientali.

La priorità è il benessere dell’animale, sempre. Tuttavia, il dibattito su quanto sia giusto servirsi per scopi scientifici di animali è ancora aperto e piuttosto controverso. Pro o contro?

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Scritto da Alessia Giurintano


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