Sciopero studentesco del 18 novembre: perchè e come

di Francesco Alessandro Balducci
3 Min.

Nella giornata di oggi l’Italia studentesca è scesa in piazza, in tutte le città d’Italia, per uno sciopero. Una protesta contro una scuola ancora troppo assente nelle sue prese di posizione e contro la riforma avanzata dal ministro Giuseppe Valditara.

Al centro della protesta indetta dall’Unione degli Studenti, sostenuta anche dal sindacato SISA (Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente) ci sono proprio questi due punti. Da un lato gli studenti richiedono più partecipazione, da parte delle istituzioni, nei processi e nella presa di posizione maggiormente antifascista. La proposta sollevata è quella di una didattica “innovativa, partecipata, antifascista, antirazzista, transfemminista ed ecologista“, con la manifestazione che punta anche a “rivendicare l’aumento del numero degli studenti in consiglio di istituto, al fine di pareggiare quello di docenti e genitori e poter avere realmente voce in capitolo sulle nostre scuole“.

Dall’altro lato, non piace neanche la proposta del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, i cui cardini poggiano su una modifica degli istituti tecnici. Questi, “non dovranno essere una copia del Liceo, ma andrebbero proiettati verso un maggior coinvolgimento con le realtà produttive del Paese“. A cui si accosta “un piano di orientamento per le famiglie, con l’intenzione di far sapere ai genitori che chi va al liceo e senza proseguire con l’università avrà potenzialità occupazionali e retributive inferiori a chi esce da un tecnico e professionale“.

La politica è inevitabilmente legata a doppio filo con questo sciopero. Dato, che, con molta probabilità, la salita al Governo del nuovo premier Giorgia Meloni ha favorito a fermentare le motivazioni già in essere. Lo dimostra la richiesta di una scuola che sia più antifascista, in un periodo storico in cui il fascismo è reputato uno dei maggiori pericoli. Specialmente nell’ambito politico. E fa riflettere come, infatti, l’opinione pubblica, specialmente quella giovanile, si scagli con fermezza, che nei casi più estremi diventa anche violenta, contro il Governo. Mentre tra i sostenitori del centro-destra non ci sia nessuna difesa, da parte di una popolazione giovanile che intende essere protagonista della vita politica e sociale nazionale.

Scritto da Francesco Alessandro Balducci


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