Par condicio Rai: cambio in vista delle europee

Più spazio ai dirigenti del governo in vista delle elezioni Europee. L'opposizione contesta.

di Antonucci Carola
4 Min.

L’emendamento approvato martedì sera dalla commissione di vigilanza della Rai ha come obiettivo quello di donare più spazio televisivo ai dirigenti del governo durante la campagna elettorale. Vediamo insieme cosa comporta nello specifico.

Rai, cosa prevede la par condicio

Come già anticipato, nella serata di martedì, la commissione bicamerale della vigilanza Rai – l’organo collegiale del parlamento che sorveglia la tv pubblica – ha approvato l’emendamento che modifica la “Par Condicio“.

In primis, per par condicio si intende quell’insieme di regole che garantisce la parità di accesso a determinati spazi nei mezzi di informazione ai vari partiti politici. La modifica, data dall’emendamento entrato in vigore, è stato proposto da alcuni partiti della maggioranza ora al governo. Questa scelta non è stata apprezzata, invece, dall’opposizione che l’ha contestata con la motivazione di lasciare troppo spazio agli esponenti del governo andando a favorire solo questi ultimi.

Ma in cosa consiste? Riguarda una decisione dell’AGCOM – Autorità per le garanzie nelle comunicazioni – che precedentemente prevedeva di ponderare la scelta di politici in televisione non solo secondo criterio quantitativo, ma anche qualitativo. Quindi valutando anche la fascia oraria della programmazione e non solo la presenza.

A cosa serve questa par condicio?

Modifica della Par Condicio per l'8 e 9 giugno 2024: elezioni europee

Introdotto nel 2000, la par condicio serviva in un contesto mediatico e politico molto distante da quello attuale. Probabilmente, per questo motivo, risultava essere datato prima dell’attuale modifica. Proposte ad ogni campagna elettorale alle emittenti pubbliche e sono regole decise da AGCOM.

Fratelli d’Italia, Lega Nord e Noi Moderati hanno, quindi, proposto una modifica a tale regole. La modifica stabilisce che da questo momento fino alle elezioni europee, «qualora in essi assuma carattere rilevante l’esposizione di opinioni e valutazioni politico-elettorali, sono tenuti a garantire la più ampia possibilità di espressione, facendo in ogni caso salvo il principio della “notiziabilità” giornalistica e la necessità di garantire ai cittadini una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative».

Questo, durante le campagne elettorali, porterà nei programmi di infotainment un’abolizione del limite di tempo per i candidati purché nei loro interventi ci sia riferimento alla loro attività istituzionale.

I voti contrari dell’opposizione

L’emendamento inevitabilmente favorisce la maggioranza e i politici candidati alle europee, per questo motivo la minoranza ha votato contro tale modifica.

La motivazione di PD e Movimento 5 Stelle è un semplice richiamo alla natura stessa della par condicio, quella di limitare la maggioranza per favorire una “risposta” dall’opposizione.

A tali accuse, risponde Maurizio Lupi di Noi Moderati, uno per partiti richiedenti «La sinistra vorrebbe, nell’imminente campagna elettorale, imbavagliare l’intero esecutivo, consegnandolo a un inspiegabile e quanto mai inusuale silenzio, impedendogli così di informare i cittadini sulle sue iniziative e sui suoi provvedimenti».

A votare a favore, invece, sono anche i partiti di opposizione per la parte che prevede esclusione dal conteggio della PC gli interventi televisivi degli esponenti che parlano di «materie inerenti all’esclusivo esercizio delle funzioni istituzionali svolte».

Di Carola Antonucci.


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