Perché ci svegliamo poco prima che suoni la sveglia?

di Sofia Ciatti
5 Min.

L’orologio biologico

Capita spesso di svegliarsi esattamente un minuto prima che la nostra sveglia suoni, rimpiangendo poi per tutta la giornata quei 60 secondi di sonno persi.

Questo accade perché il nostro corpo si autoregola, in particolar modo quando conduciamo uno stile di vita regolare, addormentandoci e svegliandoci sempre alla stessa ora: il nostro orologio biologico si abitua agli orari che adottiamo, svegliandoci automaticamente senza bisogno di ricorrere a penetranti allarmi mattutini.

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Tra le 6 e le 9 del mattino, il nostro corpo torna nuovamente in funzione dopo la notte: la produzione di melatonina (ormone che regola il sonno secreto dalla ghiandola pineale) cessa e aumentano i livelli di cortisolo, che inducono l’organismo in uno stato vigile.

Cosa ci dice la scienza: la cronobiologia

Le persone con un sonno regolare sanno, anche mentre dormono, quando è ora di alzarsi.

Alcuni individui non hanno neppure bisogno della sveglia per svegliarsi all’ora giusta e aprono gli occhi pochi attimi prima dell’orario previsto, ogni giorno nello stesso momento.

La spiegazione risiede nel funzionamento del nostro orologio biologico interno. Ogni individuo ha una sua cronobiologia, ovvero i tempi scanditi dal nostro organismo: quando è l’ora di restare svegli, di andare a letto e quando si comincia ad essere assonnati.

Tutta questione di ritmo (circadiano)!

L’orologio biologico interno è in larga parte regolato dalla luce: quando cala la sera, i nostri occhi percepiscono il buio e comunicano al nostro ipotalamo, principale centro di regolazione del cosiddetto ritmo circadiano (ogni ritmo fisiologico dell’organismo con periodo intorno alle 24 ore, in relazione con l’alternarsi del giorno e della notte [Treccani]), che è ora di dormire (o di essere attivi, nel caso in cui sia giorno).

Oltre alla luce, altri stimoli governano il ritmo circadiano, tra cui l’orario dei pasti e la tipologia di attività svolta nel corso della giornata.

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Come funziona il ritmo circadiano / Crediti: Corriere della Sera

La nostra sveglia biologica

Negli individui che conducono uno stile di vita regolare l’orologio biologico funziona molto bene e succede che ci si svegli poco prima che suoni la sveglia.

Se una persona ha orari di sonno regolari e va a letto sempre alle 23 e si sveglia sempre alle sette, durante la notte attraverserà alcuni cicli di sonno: prima il sonno superficiale, poi quello profondo e infine la fase REM.

Dopo circa 4 cicli (un ciclo corrisponde a 90-110 minuti) di sonno completi, il cervello comunicherà che è l’ora di svegliarsi: è questo il motivo per cui la sveglia biologica interna si attiva poco prima della sveglia di plastica appoggiata sul nostro comodino.

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Quindi la sveglia ci serve davvero oppure no?

Dunque, se questo orologio biologico interno fa il suo dovere, allora non abbiamo certamente bisogno della sveglia per alzarci e possiamo evitare di puntarla la sera prima? Meglio di no. Il perché è presto detto: il nostro orologio biologico interno subisce delle piccole alterazioni nel fine settimana, in corrispondenza di sabato e domenica, quando, a meno di impegni, ci concediamo qualche ora in più sotto le coperte.

Può dunque succedere che nel weekend si vada a letto più tardi e si rimanga a letto più del solito, alterando (anche se in minima parte) il nostro ritmo circadiano. Domenica sera, insomma, sarà meglio puntare la sveglia per la mattina successiva, scongiurando la possibilità di arrivare tardi a scuola o al lavoro.

Tuttavia, spesso si verifica anche il processo inverso: il nostro orologio biologico è ormai settato su quel tipo di ritmo e dunque ci si sveglia sempre alla stessa ora, senza aver puntato la sveglia, anche sabato e domenica, dal momento che il cervello ha ormai memorizzato quegli orari, con un’unica differenza: possiamo tornare a dormire ancora un po’!.

Fonti: Corriere della Sera, Dizionario della salute, Focus, OK Salute, Treccani.

Di Sofia Ciatti


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