Molestie nei collegi universitari di Urbino: parola ai Rappresentanti degli studenti

di Gloria Pessina
9 Min.

Circa un mese fa vi abbiamo parlato di una situazione che sta interessando i collegi universitari dell’Università di Urbino. Alcune ragazze hanno raccontato di essere state osservate da sconosciuti mentre si trovavano nelle proprie abitazioni.

Il fenomeno non sarebbe di natura recente, ma nelle ultime settimane le testimonianze sarebbero aumentate, non tanto per l’aumento della frequenza degli episodi, quanto per la volontà delle vittime di raccontare l’accaduto.

Nel 2017 mi trovavo alle serpentine, [un collegio universitario n.d.r.]. Una mia coinquilina si è spaventata perché ha capito che un uomo la stava osservando mentre stava dormendo. Ci siamo affacciate alla finestra e abbiamo visto delle impronte nella neve, ma lui nel mentre era fuggito. 

Avevamo chiamato la portineria e un vigile, ma non lo avevano trovato. Ci era giunta voce che però erano a conoscenza di questi avvenimenti. 

Due anni dopo è risuccesso a un blocco [di residenze n.d.r] vicino al nostro. Nessuno ha mai fatto nulla.

Una delle testimonianze che erano giunte

Proprio nei giorni in cui abbiamo pubblicato il nostro articolo – della concomitanza temporale inizialmente non eravamo a conoscenza – l’Università, l’ERDIS e la Questura di Urbino, in collaborazione con l’amministrazione comunale della città hanno costituito un tavolo congiunto per discutere di sicurezza. Dopo aver considerato a fondo la situazione, hanno quindi deciso di prendere alcuni importanti provvedimenti. 

Abbiamo parlato di questo con Giovanni Alvarez, Presidente del Consiglio Studenti e Zoe Deotto, Rappresentante degli studenti del Dipartimento di Scienze politiche, Economia e Sociologia e Coordinatrice della Commissione Pari opportunità interna al consiglio degli studenti. 

Da dove deriva tutto ciò e di cosa si tratta?

La donna non può essere vista come un oggetto da guardare per il proprio piacere

Giovanni Alvarez

Si tratta di adulti – con tutta probabilità non sono studenti di Urbino – che si danno al guardonismo e che presentano un grave retropensiero culturale che pone la donna dietro ad una vetrina. 

Gli episodi sono avvenuti nei collegi, che sono in gran parte gestiti dall’ateneo e, in misura più piccola, dall’Ente regionale. Entrambi si sono dimostrati interessati a porre fine alla vicenda e hanno fin da subito accolto le richieste di supporto dei Rappresentanti degli studenti.

Sottolineiamo che, nonostante la questione sia seria, al momento non si tratta di un fenomeno dilagante. Certo, anche solo una molestia, è sinonimo di gravità, ma gli organi preposti possono assicurare che la frequenza degli episodi non sia elevata a tal punto da considerare i collegi universitari un luogo privo di sicurezza.

Il grande valore della denuncia

L’ateneo è un posto sicuro, ma stiamo lavorando per garantire ancora più sicurezza. Gli episodi sono gravissimi e possiamo definirli a tutti gli effetti delle molestie, che vanno denunciate in sedi opportune

Zoe Deotto

Denunciare è di vitale importanza. «Il questore può agire solo se si apre un’indagine – ha infatti evidenziato Deotto – La maggior parte delle giovani coinvolte segnala l’accaduto solo alla segreteria, che non essendo parte delle Forze dell’ordine, non può aiutarle in modo concreto».

Il Consiglio degli Studenti ha inviato una lettera formale a tutti gli enti e al Vicequestore, affrontando il tema nello specifico. Anche quest’ultimo ha sottolineato l’importanza delle denunce formali, che permettono un’attivazione consistente.

La situazione richiede una comunità universitaria coesa. «È normale che una vittima non sappia come affrontarla senza l’appoggio di qualcuno – ha continuato – Bisogna quindi ricordare che ci sono stati altri episodi di questo tipo e che solo denunciando tutte insieme si può porre fine al problema».

Le denunce hanno già portato a qualcosa?

Si. Anche se solo due ragazze hanno proceduto con la denuncia formale, la Questura di Urbino ha preso la questione a cuore e se ne sta occupando con estrema attenzione e professionalità. Le indagini hanno ad ora portato all’arresto di due individui.

Già dopo la prima segnalazione, con il vicequestore è stato concordato che nella zona verranno inasprite le misure di vigilanza della Polizia di Stato e della vigilanza privata che gestisce i collegi.

«Questo è un modo per far capire alle studentesse che il problema è stato preso in considerazione in modo serio – ha detto il Presidente del Consiglio degli Studenti, aggiungendo che però solo le denunce potranno davvero arginare le molestie in modo consistente – abbiamo comunicato per canali istituzionali che le ragazze che le hanno subite dovrebbero segnalare alla portineria o a noi».

Su oltre 3000 studenti, di cui il 60% ragazze, sono però stati segnalati solo due episodi. Questo non significa che solo due ragazze abbiano subito molestie, ma che ancora molte di loro hanno paura di denunciarle o considerano inutile e inconcludente farlo.

Quali sono i provvedimenti discussi in sede di tavolo congiunto?

Qui a seguito trovate un estratto della delibera recante provvedimenti in materia di rafforzamento della sicurezza, con un elenco dei punti principali:

  • Avvio di un tavolo di confronto sul tema sicurezza dei collegi promosso dall’Ateneo e che coinvolga: Amministrazione Comunale di Urbino, ERDIS Urbino [Si tratta dell’Ente Regionale per il Diritto allo Studio n.d.r], Polizia di Stato e Università Carlo Bo;
  • Incremento dell’illuminazione nella tratta che collega l’inizio di via G. De Carlo al bivio di ingresso ai collegi L’Aquilone, Le Serpentine, Il Colle e La Vela;
  • Installazione dell’illuminazione nel parcheggio attiguo ai campi da tennis in prossimità del Collegio La Vela;
  • Installazione di un sistema di videosorveglianza – come proposto dal Vice Questore Dott. Pineschi – al bivio tra via Bocca Trabaria e via G. De Carlo, in coincidenza con la rampa di accesso ai collegi L’Aquilone, Le Serpentine, Il Colle e La Vela, che funga da deterrente e possa rilevare eventuali ingressi indesiderati e non autorizzati.

Per addentrarci nello specifico, spiegando alcune delle decisioni. 

La perizia sul territorio ha individuato alcuni punti poco illuminati. Con l’utilizzo della planimetria, si procederà quindi all’implementazione del sistema di illuminazione laddove è assente o non è sufficiente.

L’installazione della videosorveglianza a circuito chiuso invece, ritenuta rilevante dalla Questura di Urbino, non vuole essere lesiva della privacy degli studenti. Per questo verrà posizionata in punti strategici, ma con prudenza e accortezza, in modo tale da non essere invasiva. 

Per concludere

Esempi di episodi di questo tipo – anche se ammetterlo fa male – sono ormai ricorrenti in tutte le città italiane. Non per questo devono però diventare la normalità. 

Voglio colpevolizzare noi maschi. Non deve e non può esistere un atteggiamento da «la voglio e me la prendo». Questo modello è profondamente sbagliato 

Giovanni Alvarez

È vero, molto spesso ci si sente disarmate, ma bisogna collaborare per far si che venga fatta giustizia. Noi della Redazione di Nxwss ci teniamo a sottolineare, ancora una volta, l’importanza della denuncia, come mezzo per difendere se stesse e le altre studentesse, nella speranza che prima o poi, oltre al fenomeno, venga arginata anche la costruzione che ci vede bambole per il piacere degli uomini.

Scritto da Gloria Pessina


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