I Maya avevano davvero predetto il “Doomsday”? (Spoiler: no)

di Giorgia Lelii
12 Min.

E’ indiscusso il fatto che le civiltà antiche ci abbiano lasciato un patrimonio fisico e culturale di enormi dimensioni. In particolare, il popolo dei Maya ci ha regalato monumenti, modi di fare e calendari. Tuttavia, da quest’ultimi si è scatenato un forte allarmismo per una suddetta fine del mondo, successivamente smentita. Ma andiamo con ordine.

L’equivoco del calendario Maya

I Maya scandivano il tempo in base al numero 20 e i suoi multipli perché contavano considerando le dita di mani e piedi. Un mese era costituito da 20 giorni e un anno, chiamato Tun, da 360 giorni, più o meno come il nostro.

Non c’erano secoli o millenni, bensì il K’Atun, corrispondente a 20 Tun (7.200 giorni). Il B’ak’Tun era il massimo raggiungibile e corrispondeva a 144.000 giorni.

La previsione dei Maya per la fine del mondo corrispondeva al 21 dicembre 2012: eruzioni vulcaniche, cataclismi e uragani. Le peggiori catastrofi naturali si sarebbero scatenate, mettendo fine alla Terra e all’umanità. Se non si fosse trattato di un enorme equivoco.

Per l’antica civiltà, il mondo è iniziato in una data che per noi sarebbe l’11 agosto 3.114 a.C.. Arrivando al 21 dicembre 2012, si possono contare 1.872.260 giorni: divisi per un B’ak’Tun (quindi per 144.000 giorni), si ottiene 13. Dunque il 21 dicembre non va interpretato come la fine del mondo, ma piuttosto come la fine del tredicesimo ciclo e l’inizio del quattordicesimo.

È come per i cinesi, questo è l’Anno del Coniglio, e il prossimo anno sarà l’Anno del Dragone, e il prossimo sarà un altro animale nel calendario.

Emiliano Gallaga Murrieta, direttore della divisione statale del Chiapas dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico

I riferimenti scritti sul Monumento 6

Le testimonianze scritte in merito al tredicesimo B’ak’Tun sono decisamente poche: l’unica abbastanza riconosciuta dagli studiosi Maya è una tavoletta di pietra, detta “Monumento 6“, nel sito archeologico di Tortuguero, nello stato messicano di Tabasco. Capire cosa c’è scritto, tuttavia, non è semplice: i glifi (le incisioni) riportati sulla tavoletta sono rovinati, e ciò rende difficile la lettura.

Nonostante ciò, molti studiosi hanno tentato di tradurre il testo. Quelli che hanno avuto più successo sono stati Stephen Houston della Brown University e David Stuart dell’Università del Texas ad Austin, nel 1996. Il testo riporterebbe che alla fine del tredicesimo B’ak’Tun un dio sarebbe disceso sulla Terra, il resto è incerto.

Monumento 6

Houston e Stuart, rivendendo i glifi sulla tavoletta, hanno affermato che non ci sono riferimenti ad una dichiarazione profetica sul 2012. Emiliano Gallaga, inoltre, ha aggiunto che il modo di scrivere dei Maya è ciò che ci ha confuso, essendo noi più abituati ad una lettura letterale e diretta.

Stanno scrivendo in un senso più poetico, dicendo: “Bene, il 21 dicembre 2012, il dio scenderà e inizierà un nuovo ciclo e il vecchio mondo morirà e il nuovo mondo rinascerà” —solo per renderlo più poetico.

Emiliano Gallaga

Lo scavo archeologico sui Maya di Saturno

Un archeologo di Boston, William Saturno, ha aggiunto che c’è un chiaro riferimento ad una data nel Monumento 6, ma non è specificato nulla di catastrofico o inerente alla fine del mondo. Lo stesso Saturno, insieme al suo team di esperti, nel 2010 annunciò il ritrovamento di tavole astronomiche Maya e vari testi dipinti sulle mura di una casa di 1.200 anni fa, nel sito di Xultun, in Guatemala.

A marzo dello stesso anno, uno studente del team, Maxwell Chamberlain, scoprì un muro dipinto: successivi scavi riportarono alla luce altri tre muri, altrettanto dipinti e intatti, di un complesso residenziale. Dopo aver scansionato le immagini e i testi ritrovati, dagli studi emerse che cinque delle colonne numeriche nel complesso erano sormontate da geroglifici che gli scribi Maya una volta utilizzavano per registrare i dati lunari.

Questi glifi “lunari” suggeriscono che le notazioni astronomiche presenti sulle colonne sono simili a quelle contenute nel Codice di Dresda, un libro Maya ora custodito in un museo in Germania. Altri raggruppamenti numerici sembrano provenire da calendari che coinvolgono Marte e Venere.

In particolare, uno di questi si riferisce ad un momento distante 7.000 anni nel futuro: dunque, i Maya non hanno mai profetizzato un’eventuale catastrofe che sarebbe dovuta avvenire il 21 dicembre 2012.

Gli antichi Maya prevedevano che il mondo sarebbe continuato, anche 7.000 anni dopo il giorno in cui furono tracciati questi segni.

William Saturno

Quali erano le vere “catastrofi” del 21 dicembre?

Nel 2012, considerata la scoperta della profezia Maya e l’avvicinamento a questa data, si iniziò a credere che qualsiasi evento naturale potesse portare all’incombente fine del mondo. Vediamone qualcuno.

Il 21 dicembre, a prescindere dall’anno, è il giorno del solstizio d’inverno. Tuttavia il Sole in quel giorno del 2012 si trovava in una posizione che non si ripeteva da 26mila anni: allineato con il centro della Via Lattea. Il solstizio è un avvenimento comune e non costituisce rischi, così come l’allineamento dei corpi celesti nello spazio, che non ha mai influito in qualsivoglia maniera (ad esempio, nel 2002, 5 pianeti si sono allineati nell’arco di 33 gradi senza alcuna conseguenza).

Un tempio Maya

Dato che il Sole ha un’attività che segue un ciclo undecennale, si pensava che il 2012 potesse essere l’anno di picco della stella. Alla fine, ciò è avvenuto nel 2013. Ma se anche fosse stato l’anno prima, a noi umani non sarebbe cambiato proprio niente. Come mai? Anche in periodi di massima attività delle particelle solari, esse possono causare danni solo ai satelliti o black out ad alte latitudini, ma anche stupende aurore boreali. Il campo magnetico terrestre ci protegge, evitando problemi all’umanità.

Un’altra teoria delle più surreali è quella riguardante Nibiru (chiamato anche “Pianeta X” o “Decimo“), un piccolo pianeta la cui orbita è comparsa su Internet nel 2002. Nel cosmo, però, nessuna traccia: pianeta fantasma? Secondo alcune tesi, il pianeta orbita ai margini del sistema solare: nel 2012 avrebbe dovuto cambiare rotta completamente, avvicinandosi pericolosamente o al Sole e alla Terra. Nel primo caso, avrebbe quindi attraversato la corona solare, rilasciando una quantità di particelle tale da distruggere il campo magnetico terrestre. Insomma, una catastrofe. Nel secondo caso, l’impatto con la Terra avrebbe provocato la nostra fine immediata.

Foto del pianeta Nibiru, considerato nel 2012 una delle possibili cause della fine del mondo, date le previsioni dei Maya
Il “pianeta” Nibiru

Eppure, la teoria riguardo Nibiru girava già dal 2002, e si prevedeva che l’impatto con il nostro pianeta sarebbe avvenuto nel maggio 2003. Visto che ciò non è accaduto, la teoria è stata scartata e riutilizzata non appena la profezia dei Maya è venuta a galla.

Il secondo equivoco e il cambio data

Le civiltà antiche ci hanno lasciato il loro patrimonio, e nel frattempo ogni epoca ha portato all’evoluzione della nostra specie e di tutto ciò che ci riguarda. Un esempio è l’introduzione del calendario gregoriano al posto di quello giuliano, nel 1582. Questa novità avrebbe reso incorretta la data del Doomsday. Facendo due calcoli e aggiungendo 11 giorni per anno, visto lo sbaglio, si arriva al 21 giugno 2020.

Foto del calendario gregoriano, la cui introduxione ha comportato uno slittamento della data della Fine del Mondo, a differensa di quanto sostenessero i Maya

La tesi della fine del mondo il 21 giugno dell’anno del Covid, è stata portata avanti da vari scienziati. Tra di essi, Paolo Tagaloguin è quello che ha risposto maggiormente a colpi di tweet riguardo questa possibilità.

Secondo il calendario giuliano, tecnicamente siamo adesso nel 2012. Usiamo il calendario gregoriano da 268 anni (dal 1752 al 2020). A 11 giorni all’anno, abbiamo perso 2948 giorni. E 2948 giorni divisi 365 (i giorni dell’anno) fa un totale di 8 anni. Seguendo questa teoria, il 21 giugno 2020 corrisponde al 21 dicembre 2012, una data che dovremmo conoscere.

Paolo Tagaloguin, scienziato.

Beh, siamo ancora qua. Avanti la prossima profezia sulla fine del mondo!

di Giorgia Lelii

Fonti: Focus, National Geographic, Il Fatto Storico


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