A Michela Murgia

di Giovanni Ilardi
2 Min.

La verità è che non siamo ancora abituati a morire. Si può esserlo? Si può convivere a cuor leggero con l’idea che un giorno semplicemente non saremo? Michela Murgia lo faceva. Viveva in un’epifania che le ricordava ogni giorno che la parola Fine le era incisa addosso e nulla avrebbe potuto lavarla via. Le sfiorava ogni tessuto del corpo, ogni ruga conquistata con una vita fatta di politica e femminismo e ogni dolore che definiva la sua essenza. Che coraggio, Michela. Quanta umanità e quanto dolore servono per rendere propria la Fine della vita? Appropriarsi di quel singolo evento che per la maggior parte del popolo occidentale deve categoricamente essere malinconico e struggente e trasformarlo in celebrazione.

Oggi piangiamo e piangere è davvero bello: Michela Murgia è morta. Celebriamo tutto di lei: la sua vita, le sue antitesi, e anche il suo ultimo respiro. Michela ha lottato proprio per questo: le nostre emozioni e la nostra umanità devono spogliarsi della forma che convenzionalmente gli abbiamo dato e dobbiamo riscoprire la loro reale essenza.

Michela Murgia era una donna di sinistra che criticava la sinistra. Che criticava la destra. Che criticava l’assenza di sensibilità nella politica. Era arrabbiata, di una rabbia sincera e disinteressata, così vera che era priva di cattiveria. La sua era una rabbia sensibile, che colpiva tutti e ti metteva in ginocchio. Una carica emotiva che costringeva ad andare oltre il nostro Io, che ci faceva assaporare lo scontro giornaliero tra le nostre autocoscienze e che ci spogliava dell’universalità. I dettagli sono destabilizzanti e sono in grado di renderci fragili. La sua attività politica era in grado di fare proprio questo: trattare ciò che accade in modo umano, minuzioso, fragile e politico. Michela era una donna umana e questo la rendeva eccellente nel suo essere libera e politica viva.

Grazie Michela per il calore, per l’umanità, per il dissenso, per averci insegnato, vivendo, quanto immensa sia la nostra anima. La tua, d’altronde, lo sarà per sempre.

di Giovanni Ilardi


Le foto presenti in questo articolo provengono da internet e si ritengono di libero utilizzo. Se un’immagine pubblicata risulta essere protetta da copyright, il legittimo proprietario può contattare lo staff scrivendo all’indirizzo email riportato nella sezione “Contatti” del sito: l’immagine sarà rimossa o accompagnata dalla firma dell’autore.

Articoli Correlati