Giornata mondiale del Whisky: ecco 8 curiosità che probabilmente non sai

di Alessio Pio Pierro
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 12 Min.

Per leggere questo articolo devi prima conoscere un paio di dettagli fondamentali su di me (che probabilmente alla chiusura di questa scheda dimenticherai, ma non importa).

Innanzitutto, oltre ad avere l’hobby della scrittura, da qualche anno trascorro le mie serate lavorando come cameriere. Questa esperienza mi sta insegnando molto e mi sta letteralmente permettendo di vederne di tutti i colori.

Devi sapere inoltre, che abito in un paese in cui l’alcol – soprattutto la birra – è un elemento culturale molto consolidato.
Anni fa vinse anche il tappo d’argento in ambito nazionale per consumo di birra Peroni. Praticamente richiedere una bottiglietta d’acqua qui si potrebbe definire quasi bestemmia.

Ritornando all’ambito socio-culturale dell’alcol, nonostante abbia potuto assistere a persone indignate per la peroni finita dopo averne già (s)terminato 3 casse nello stesso tempo di un mio pranzo in fame chimica, ho potuto imparare moltissime cose positive su questo argomento. E devo ammettere che un pò di curiosità in me è suscitata.

Ho chiesto di tutto al mio capo: dalle lavorazioni dei gin alle spillature delle birre, passando per l’ossigenazione dei rum e tantissimo altro. Poi, cercando un pò nel web, mi sono imbattuto sulla “Giornata mondiale del Whisky” e allora ho pensato che sarebbe stato inevitabile un mio articolo a riguardo.

Quindi oggi, ti dico 8 curiosità che probabilmente non sai sul Whisky!

L’origine del Whisky

Prima delle curiosità, una bella spiegazione su cosa sia il whisky credo non vi faccia schifo:

Sapere e bere ci dice che «il whisky o whiskey è una bevanda alcolica, ottenuta dalla distillazione di un mosto fermentato composto da orzo in purezza o in alcune tipologie da quest’ultimo in unione ad altri cereali in percentuale variabile. I cereali possono essere maltati e non maltati,  che viene successivamente invecchiata in botti di legno, generalmente di quercia».

Riguardo la sua origine, sembra essere datata al 432 d.C. ed è strettamente legata alla figura di San Patrizio.

Leggenda vuole che il vescovo inglese e patrono dell’Irlanda tornò nell’Isola di Smeraldo dopo essere stato prigioniero dai pirati. Qui iniziò un’intensa attività di apostolato e portò i segreti della distillazione provenienti dai suoi viaggi in Oriente.

Solo con il re Enrico II nel 1172 si ebbe però la prima testimonianza di un distillato. La descrisse lui stesso come «una bevanda potente e miracolosa».

I benefici del Whisky assunto moderatamente

Anni dopo, nel 1505, la corporazione dei chirurghi prese il monopolio del whisky e grazie al suo contenuto di sostanze iodate lo usò per curare i disturbi della tiroide.

Pensate questo sia strano? Nel paese in cui vivo la febbre la si combatte bevendo della birra riscaldata a temperature altissime tutta ad un sorso. No, non abito a Mordor, è tutto reale.

Ritornando a noi, è provato che il whisky – essendo un’antiossidante – possa migliorare le prestazioni del cervello.

Migliora anche la circolazione sanguigna e l’etanolo permette ai neuroni un migliore funzionamento, inoltre un consumo moderato riduce il rischio di Alzheimer e di demenza, perchè migliora le funzioni cognitive.

Se assunto cronicamente comporta dei rischi

Ci teniamo a ricordarvi però che il whisky resta comunque un superalcolico, perciò consigliamo di assumerlo in quantità moderate. La dose consigliata è quella di 4 cl al giorno, non di più, meglio se di meno. Inoltre, «il consumo di whisky è poco raccomandabile nell’alimentazione dei soggetti sani e risulta particolarmente sconsigliato in fase di accrescimento, in gravidanza e in allattamento». La sua assunzione cronica può far insorgere delle malattie, «tra quelle interessate (generate o compromesse) dall’abuso di whisky (o di altri alcolici) talune sono di natura metabolica (ipertensioneipertrigliceridemiasindrome metabolica), mentre altre di natura tossica (sui tessuti). Gli organi maggiormente compromessi da alti livelli di alcol nel sangue sono: il fegato, i reni, il pancreas, la prostata e il cervello

Ovviamente grazie My Personal Trainer per mantenerci coi piedi per terra descrivendoci le peggiori cose che possano accadere al nostro corpo per colpa dell’alcol così da farci ca***e sotto dalla paura quando beviamo 1ml di birra con un antistaminico preso 34 ore prima.

Perché si aggiunge l’acqua al Whisky?

Un altro consiglio che mi sento di darvi, ed esso risulta una pratica molto diffusa, è quello di aggiungere al Whisky un goccio d’acqua, per essere precisi 1/8. Per intenderci, in un bicchiere con 4 cl di alcol, aggiungete 0,5 cl di acqua. Questo perché – ed è stato dimostrato – può esaltare il profumo ed il sapore.

L’acqua inoltre può abbassare il grado alcolico del distillato.

Due professori del dipartimento di chimica e scienze biomediche dell’università “Linnaeus” in Svezia, Björn Karlsson e Ran Friedman, hanno sviluppato un modello computazionale per esaminare come agiscono i due composti presenti nel Whisky (etanolo e guaiacolo) in presenza dell’acqua. L’etanolo è l’alcol presente nel whisky, mentre il guaiacolo è una molecola legata alla lignina che produce diversi aromi nel whisky.

Hanno scoperto che, nel guaiacolo, più la gradazione del distillato è alta, più quest’ultimo tende ad allontanarsi dalla superfice del liquido, mentre l’etanolo, legandosi alle molecole d’acqua, si avvicina alla superfice del liquido e contemporaneamente abbassa il grado alcolico, si porta con sé il guaiacolo e così si esaltano i sapori del whisky, poiché le probabilità di evaporazione aumentano.

whisky

Abbinamenti di cibi da provare con il Whisky

Dovete sapere che il whisky non è solo un distillato ottimo da assumere dopo i pasti, bensì si può abbinare perfettamente con dei cibi. Talvolta, se avete la possibilità di non degustare il classico “pranzo da muratore” (anche se è nettamente superiore) composto da pane e mortadella accompagnato da una birra, grazie all’aiuto di qualewhisky vi do qualche esempio di abbinamento alternativo tra whisky e cibo.

Con il formaggio

Se siete amanti del formaggio, vi piacerà sicuramente questo abbinamento.

«Il semi stagionato (la provola per esempio) è la soluzione che ti consiglio di prendere in considerazione per avere un abbinamento armonioso che si completi ed esalti vicendevolmente.»

Con il pesce

«Il salmone è sicuramente uno dei pesci che meglio si presta ad essere gustato con il whisky, da non sottovalutare nemmeno l’aringa, perfetta se appena pescata. L’abbinamento smoked tra whisky leggermente salato e fumoso e pesce affumicato è unico nel suo genere, regala un’esperienza sensoriale unica. Se poi il salmone è di buona qualità e magari double smoked il risultato è molto più intenso.»

Con i frutti di mare

«Per abbinare il whisky ai frutti di mare è essenziale avere due prodotti di qualità, un buon distillato magari blended e crostacei freschi da consumare crudi. Alternando magari un bicchiere di liquido alcolico con piccoli sorsi di acqua minerale, meglio se non gassata per dare al palato la possibilità di assaporare tutta la rotondità del gusto.»

Ma ovviamente se preferite il pranzo da muratore non vi giudico, anzi, non sono un classista.

La differenza tra Whisky e Whiskey

Le origini di questo superalcolico sono contese tra Scozia ed Irlanda ed infatti la differenza tra “Whisky” e “Whiskey” non è dovuta a differenze alimentari, ma calligrafiche.

Whisky” è la grafia scozzese, utilizzata in Gran Bretagna e Canada, mentre la grafia “whiskey” è quella originaria dell’Irlanda, prevalente anche negli Stati Uniti. La pronuncia però rimane invariata.

Per empatizzarla al meglio, è come la divisione culturale siciliana tra “arancino” e “arancina”.

Come si fa a riconoscere un buon Whisky?

Per riconoscere un buon whisky non è importante quanto tempo abbia trascorso nella botte, ciò che è consigliato dagli esperti è di affidarsi alle edizioni speciali o alle riserve.

Un buon whisky viene descritto come un’evoluzione al naso e in bocca che avviene in modo elegante ed equilibrato. Detto in modo più semplice, ciò che non deve mai prevalere è proprio l’odore ed il sapore dell’alcol. Ci consigliano quelli di Icon Magazine di andare ad occhi chiusi sui whisky scozzesi come il Macallan o il Lagavulin e di provare quelli giapponesi: NikkaYamazaki e Hibiki o i bourbon quali: Four Roses e Knob Creek.

L’Angel’s Share

No, questa curiosità non c’entra in alcun modo con la religione e di fatto questo la rende più interessante.

Si stima che in Scozia venga persa ogni ora una quantità di whisky equivalente al contenuto di circa 81 bottiglie. Non perché i baristi ubriachi facciano festini spaccandole a destra e a manca, ma per via del naturale processo di evaporazione che avviene durante l’invecchiamento del whisky. Questo fenomeno è conosciuto con il nome di “Angel’s Share”, ossia “la parte degli angeli”.

In Scozia ci sono 10 milioni di botti in fase di maturazione e ciascuna di esse è destinata a perdere ogni anno circa il 2% del suo contenuto. Il nome del questo fenomeno indica proprio la parte persa, che in qualche modo raggiunge le entità celesti.

Quali nazioni ne consumano di più?

Arrivati a questo punto, forse ti sarai chiesto quali siano le nazioni che ne consumano di più al mondo. Grazie all’aiuto dei dati di Euromonitor posso dirvi che la Scozia e l’Irlanda non vincono, pur essendone i maggiori produttori. Per quantità assoluta vince l’India (che è però la nazione più popolata), ma per litri pro capite vince la Francia con 2.15 litri, seguono Uruguay con 1.77 e gli USA con 1.41.

Ecco a te la classifica completa che puoi trovare nell’articolo di Quartz:

Scritto da Alessio Pio Pierro

Fonti: Sapere e Bere, Tattoo Mouse, Xtrawine, My Personal Trainer, Whisky Italy, Quale Whisky, Officine Agricole, Jameson Whiskey, Icon Magazine, Rocco Forte Hotels


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