Medici vs infermieri: (s)valore della professione

di Alessia Giurintano
5 Min.

Medici vs infermieri: da un lato una addizione di merito, dall’altro una sottrazione. La svalutazione della professione è una questione aperta, una ferita che brucia e che porta gli infermieri sulla soglia del burn out.

Da tempo, per quanto sottilmente, è collettivamente interiorizzata una gerarchia poco sensata, che valorizza i primi e svaluta i secondi. Perché? Nell’articolo sono inserite testimonianze dirette e personali di alcune giovani infermiere di Roma.

La distinzione tra medici e infermieri non è sinonimo di svalutamento

Infermiere e medico lavorano in due campi diversi dello stesso ambito, quindi collaborano e hanno un obiettivo in comune: la salute del paziente. Il ruolo dell’infermiere prevede la cura e l’assistenza, per cui non si esclude la competenza!

La principale differenza che possiamo osservare tra medici e infermieri è che i medici possono prescrivere direttamente i farmaci ai loro pazienti, d’altra parte, gli infermieri sono indirizzati dai medici a farlo.

Tuttavia, gli infermieri possono anche prescrivere direttamente i medicinali nella maggior parte dei casi e, in circostanze, i medici lo fanno.

Agli infermieri è però collettivamente riconosciuta la cosiddetta funzione “assistenziale” che sta scatenando negli ultimi tempi una (lecita) battaglia identitaria e sociale.

“La percezione che ho è di un totale disinteresse per la mia professione, a cui si aggiunge lo sfruttamento in équipe e il mancato merito verso una professione che fornisce al paziente un’assistenza di tipo olistico: tecnica ma anche psicologica” commenta una giovane infermiera di Roma

infermieri

La faida non troppo silente: le cause della tensione

Molte ragioni organizzative, ambientali e culturali hanno reso difficile la piena realizzazione del nuovo assetto (legge 3/2018).

Un aspetto estremamente delicato, quindi, è senz’altro quello della “integrazione multidisciplinare delle professioni sanitarie” che deve essere perseguita per valorizzare le risorse umane.

Sulla questione medici vs infermieri, il Consiglio di Stato si è espresso con queste parole :

“È incontestabile, infatti, che al personale medico compete la gestione del percorso terapeutico e clinico del paziente, mentre alla struttura infermieristica spetta il compito di attuare il percorso propriamente assistenziale”.

La distinzione tra medici e infermieri non è sinonimo di svalutamento

L’errore della Legge di Stabilità

L’approvazione del comma 566 nella legge di Stabilità (L 190 del 23 dicembre 2014) ha riaperto, in modo sbagliato, il problema medici vs infermieri nel definire il processo di cura e assistenza nell’interesse del malato.

Secondo le dichiarazioni della senatrice Annalisa Silvestro (Pd), presidente nazionale Ipasvi, il comma 566 avrebbe “finalmente” sancito che:

“Il processo diagnostico-terapeutico è di competenza del medico, mentre quello assistenziale è di competenza dell’infermiere.”

Queste parole hanno generato prevalentemente la confusione collettiva, e anzi hanno rafforzato la percezione sociale sul ruolo dell’infermiere come subordinato del medico, per cui:

Al medico il compito di diagnosticare la malattia e definire la terapia farmacologica e/o chirurgica, mentre all’infermiere il compito di organizzare tutte le altre attività che, con un certo arditismo, vengono definite “assistenziali” ma che vengono percepite lontane dall’ambito clinico. Di nuovo medico vs infermiere.

“si è passati dal mansionario curato dal medico, all’infermiere come operatore autonomo. L’immaginario collettivo però è di una figura senza identità, si sottovaluta l’occhio clinico che ci contraddistingue.” afferma un’ altra giovane infermiera di Roma.

Autonomia e rispetto reciproco non devono mai voler dire confusione di ruoli o, peggio, perdita del controllo di ciò che è necessario fare per curare e prendersi cura dei malati.

Questa disuguaglianza percepita, questo demerito, è una questione che si radica nella coscienza collettiva a partire da un profondo stato di disinteresse ed ignoranza. La legge tutela la professione, a la strada è ancora lunga.

Scritto da Alessia Giurintano


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