Fermate il mondo? Voglio scendere

di Elisa Quadrelli
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 7 Min.

Vi è mai capitato di sentirvi sovraccaricati dalla vita quotidiana, inadatti alla routine della gente comune? Di pensare che anche solo 5 anni fa il mondo era completamente diverso? Se questo vi è successo, tranquilli, non siete soli. Viviamo in un mondo in cui il progresso scientifico e i cambiamenti corrono in una staffetta infernale difficile da raggiungere. Sebbene ci siano parecchi benefici dati dallo sviluppo di nuove tecnologie, dalle nuove invenzioni esistenti per facilitare la nostra vita, non è detto che siamo evoluzionisticamente adatti al continuo rinnovamento del mondo che ci circonda. 

L’evoluzione umana a livello filogenetico (storia evolutiva dell’intera specie, si distingue da ontogenetico, ovvero riguardante lo sviluppo del singolo individuo) avviene molto lentamente, attraverso mutazioni funzionali e disfunzionali alla sopravvivenza. Ad ora Homo Sapiens sta ancora sviluppando nuovi strumenti adattivi o meno per vivere nel suo habitat. Infatti l’evoluzione procede per tentativi, e solo i tentativi migliori sopravvivono. La terra però, habitat della nostra specie, sta subendo velocissimi cambiamenti visibili giorno dopo giorno. Il clima, la vita sempre più sedentaria grazie alle macchine sempre più specializzate, l’interazione online al posto del più evolutivo stare insieme, i ritmi di vita dei lavoratori sempre più stressanti, i vizi cui ci pieghiamo…

Tutti questi fattori sono nuovi ed incidono sulla nostra specie, che arranca dietro ogni cambiamento cercando di adattarsi, a volte riuscendo, a volte sbagliando. Sono pochi coloro che si adeguano “perfettamente” alla vita frenetica dell’Homo sapiens contemporaneo, e spesso a caro prezzo, rimettendoci in termini di salute fisica e mentale.

Sebbene siamo programmati geneticamente per sopravvivere e per far sopravvivere la nostra specie, le sfide cui ci sottoponiamo e a cui veniamo sottoposti dall’ambiente sono sempre più complesse e molti degli strumenti che servono per affrontarle non sono presenti nei nostri geni, nella nostra genetica e di conseguenze nel nostro organismo. Dobbiamo quindi un po’ arrangiarci? 

Epigenetica

L’epigenetica ci dice che non dobbiamo per forza arrangiarci, che non dobbiamo per forza subire passivamente l’ambiente. Perché?

L’ambiente stesso stimola il nostro organismo a modulare l’espressione dei nostri geni (quei codici o porzioni di codice presenti nel nostro DNA che stabiliscono chi siamo e le nostre caratteristiche) attraverso meccanismi epigenetici. Questi cambiamenti, queste modulazioni rimangono quindi a livello fenotipico, ovvero visibili nel comportamento e nel modo di manifestarsi ma non visibili sul genoma, a livello genetico. Infatti il DNA resta uguale. 

Attraverso i meccanismi epigenetici l’ambiente influenza lo sviluppo degli individui fin dalla vita dell’embrione. Le modifiche create dai meccanismi dell’epigenetica possono essere reversibili ma anche stabilizzarsi e soprattutto possono essere ereditate. Bisogna quindi nell’adattamento all’ambiente considerare non solo il nostro patrimonio genetico ma anche l’epigenetica. Come fare ciò?

L’epigenetica è un campo scientifico ancora tutto da scoprire, quindi alle mille domande che possono sorgere a riguardo si possono ad ora dare solo alcune risposte. I marcatori epigenetici possono influire significativamente sulla nostra possibilità di avere un futuro una vita sana, o per esempio di sviluppare malattie tumorali o neurodegenerative. Ad esempio le cure materne in animali, come ratti e scimmie, possono portare a cambiamenti epigenetici in un gene adibito alla gestione dello stress, risultando in una maggior resistenza allo stress. I cambiamenti nell’espressione genica sono visibili dopo poco tempo e reversibili. La reversibilità si è dimostrata attraverso il condizionamento di ratti (che rispondono alla cocaina esattamente come gli uomini) alla dipendenza dalla cocaina ed al successivo trattamento per renderli non più dipendenti: il sorprendente risultato è stato quello di una marcatura genetica riprogrammatasi prima per sviluppare un fenotipo dipendente, poi ritornata normale con un seguente trattamento, senza manifestazioni di desiderio di droga.

Come la conoscenza dell’epigenetica puó aiutarci a costruire un futuro piú sano e felice

Le cure materne, come le sostanze e i cibi che assumiamo, sono parte integrante di ciò che in termini scientifici viene considerato “ambiente”, fattore esterno che ci circonda e con cui interagiamo. Questi fattori ambientali sono spesso da noi controllabili e possono notoriamente essere positivi per la nostra salute. Sapere che i fattori ambientali possono addirittura costituire uno stimolo a modificare l’espressione del DNA a nostro favore, è estremamente importante e utile, tanto quanto sapere che trasmetteremo il nostro epigenoma (l’insieme di tutte le modifiche chimiche che si trovano sul DNA di una cellula) ai nostri discendenti, influenzando non solo la nostra vita a lungo termine, ma anche quella di chi verrà dopo di noi. 
Così come i fattori ambientali possono avere un influenza positiva su di noi, come visto nell’esempio dell’esperimento con la cocaina, possono anche peggiorare la nostra salute e adattività. Molto dipende proprio dalle scelte che facciamo, assumere o meno cocaina, smettere o meno di assumerla, coccolare o meno il proprio figlio/a.
La conoscenza sempre crescente dell’epigenetica potrá aiutarci nella nostra impotenza nei confronti del progresso e dei suoi effetti su di noi, potrà avviarci a programmi di prevenzione di malattie come l’Alzheimer, di cui ad ora si sa veramente poco. La prevenzione potrà anche essere rivolta, oltre all’evitamento delle patologie, ad un miglior benessere generale, da crearsi proprio grazie alle nuove scoperte.

Non sentirsi al passo

È importante infine ricordarsi che non c’è nulla di male nel sentirsi “non al passo” coi tempi che corrono, in quanto è una condizione comune e caratteristica dell’uomo contemporaneo, che ci distingue sicuramente dalle macchine super veloci ed in costante aggiornamento. Se non possiamo cambiare la velocità del mondo in cui viviamo e vogliamo esserne partecipi dobbiamo creare le condizioni per noi ottimali per farlo. Scegliamo un ambiente d’elezione, degli stimoli d’elezione per poter dare imput utili e positivi al nostro organismo, per non sovraccaricarci mentre impariamo sempre meglio ad agevolare il nostro adattamento

È vero che la natura non ci ha dato tutti gli strumenti per vivere in un mondo continuamente in movimento, ma sicuramente disponiamo anche se a volte limitatamente, della capacità di scegliere di cosa circondarci. Proprio la nostra storia evolutiva racconta il nostro benessere acquisito nella vita di gruppo, nel contatto con la natura. Non dobbiamo colpevolizzarci se fatichiamo a vivere in un mondo complesso, se a volte il peso da reggere è troppo.

Ora che sappiamo di avere voce in capitolo, addirittura di poter sfidare il determinismo genetico, diamoci il tempo di capire dove possiamo esprimere le nostre innate potenzialità e svilupparne di nuove. Con gran dolcezza verso noi stessi portiamo pazienza: sappiamo che non è facile, che il mondo in cui viviamo non è un mondo per il quale siamo geneticamente preparati, ma un mondo all’interno del quale possiamo scegliere quali stimoli debbano condizionarci. Intanto aspettiamo ulteriori risposte che può darci solo quel progresso scientifico che tanto ci affanna, ma sembra poterci potenzialmente offrire il suo stesso antidoto.

Scritto da Elisa Quadrelli

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