Everything Everywhere All At Once: paradossale, provocatorio, a tratti eccessivo

di Nina D'Amato
5 Min.

Un delirio visivo e narrativo che si fa portavoce di un messaggio profondamente umano. Il film del duo registico The Daniels si candida ad essere il favorito di questi Oscar 2023 con ben 11 nomination.

Everything Everywhere All At Once parla della storia di Evelyn Wang, interpretata da Michelle Yeoh candidata agli Oscar come Miglior Attrice Protagonista, una donna che gestisce una piccola lavanderia a gettoni. Si ritrova a fare i conti con una figlia adolescente che stenta a capire, un padre ansiano e bigotto e un matrimonio in malora. Un controllo fiscale di routine diventa inaspettatamente un viaggio attraverso il multiverso tra numerose varianti. Evelyn dovrà salvare il destino degli universi, dovrà sconfiggere un nemico all’apparenza invincibile e nel mentre cercare di salvare quel che resta dell’armonia della sua famiglia.

Candidato a 11 premi Oscar tra cui Miglior Film, Miglior Attrice Protagonista e Miglior Sceneggiatura Originale. Vincitore di 2 Golden Globe e 1 premio BAFTA.

What If.. secondo i The Daniels

Everything Everywhere All At Once è un viaggio psichedelico, assurdo, confusionario come solo un sogno può essere. Un film a spasso tra multiversi e citazioni cinematografiche: da Ratatouille a Matrix passando per i più celebri film di arti marziali. Una pellicola che pone al suo centro il tema dei rapporti umani. Il lungometraggio si apre su quella che sembra essere la quotidianità di una famiglia ordinaria che ben presto si ritroverà in qualcosa di assolutamente straordinario. Un film d’autore che si contrappone agli stilemi del genere, ricco di effetti visivi studiati con perizia e una narrazione dalla tendenza esistenzialista. Un’alternarsi di allegorie sottili e scene di azione surreali.

Forse queste vi sembrano solo un mucchio di ricevute ma io ci vedo una storia… E so già come andrà a finire… Non finirà per niente bene!

da Everything Everywhere All At Once

E se si potessero vivere mille vite contemporaneamente? La protagonista Evelyn affronta il presente in molteplici realtà confrontandosi con le varianti delle persone che la circondano. Una trama innovativa, frenetica, i continui cambi di ambientazioni ci permettono di vivere le molteplici vite di Evelyn nella loro quotidianità il tutto mentre cerca di sconfiggere il villain.

Infiniti universi alla ricerca di sé stessi.

Esistono infiniti universi creati in base alle nostre scelte, Evelyn nel corso della pellicola impara a mettersi in contatto con i ricordi e le abilità di ognuna delle versioni di se stessa. Una pellicola spassosa, demenziale, che ti invita a riflettere sull’incomunicabilità che diventa ordinaria in una famiglia alla deriva. Evelyn si ritrova, durante questo viaggio, ad affrontare i propri tormenti e paure in una profonda ricerca di sé stessa. Una storia apparentemente no sense con un finale che invita alla riflessione. La psicologia dei personaggi viene approfondita attraverso i salti nelle realtà parallele e le metafore per descrivere la complessità dell’animo umano.

In conclusione

Everything Everywhere All At Once è un film che mi ha lasciato qualche perplessità. Paradossale, provocatorio, eccessivo, ricco di cliché e con una tecnica invidiabile. Si fa carico di un messaggio profondo sull’essenzialismo che viene smorzato da questo tono goliardico che persiste per tutto il film. Non mi ha convinta, un minutaggio importante che non mi ha tenuta con il fiato sospeso, al contrario, è risultata una visione pesante e noiosa. Il discorso sulle particelle di tempo è stato il momento che più apprezzato, per il resto mi sono domandata a lungo il senso di tante scelte registiche.

Scritto da Nina D’Amato


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