Elezioni amministrative: i risultati e il caso Brescia

di Sofia Ciatti
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 6 Min.

Dove si votava per le elezioni amministrative?

Domenica 14 e lunedì 15 maggio si è votato per le elezioni amministrative in 595 comuni d’Italia, tra cui 12 capoluoghi di provincia e un capoluogo di regione, Ancona.

Tra le città in cui il sindaco è stato eletto al primo turno figurano sei capoluoghi: Brescia e Teramo, dove hanno vinto i candidati di centrosinistra; Latina, Imperia, Sondrio e Treviso, dove hanno vinto i candidati di centrodestra.

In tutti gli altri capoluoghi chiamati al voto (Pisa, Massa, Siena, Terni, Ancona, Vicenza e Brindisi) si andrà al ballottaggio al secondo turno.

Amministrative: prima e dopo

Tra i capoluoghi al voto sette erano a guida centrodestra (Vicenza, Treviso, Sondrio, Imperia, Siena, Pisa, Terni) e quattro a guida centrosinistra (Ancona, Brindisi, Brescia, Teramo).

Fino a poco tempo fa Latina era governata dal centrosinistra e Massa dal centrodestra, ma da alcuni mesi erano commissariate entrambe.

Nella stragrande maggioranza dei comuni più grandi i partiti politici che si riconoscono nell’identità di centrosinistra non erano riusciti a trovare candidature unitarie (per esempio, il Movimento 5 Stelle ha presentato un proprio candidato in otto città), mentre la destra giungeva compatta ovunque, tranne che a Massa.

A Brescia ha vinto Laura Castelletti, vicesindaca di centrosinistra nella giunta uscente di Emilio Del Bono, che in città ha sempre avuto ampio consenso: a spoglio concluso ha ottenuto circa il 55% dei voti, in netto vantaggio sul candidato di centrodestra, Fabio Rolfi (Lega), fermatosi al 41,6%.

Castelletti, sostenuta da una variegata coalizione che comprendeva PD, Azione e Italia Viva, +Europa, Sinistra Italiana e altre liste civiche, è la prima sindaca nella storia della città.

Le elezioni amministrative e il caso Brescia

A tutti coloro che domenica e lunedì hanno votato a Brescia il candidato della Lega Fabio Rolfi è apparso sicuramente più di centro che di destra.

Da quando ha manifestato, a dicembre, la sua volontà di candidarsi a sindaco, ha letteralmente ripulito la sua immagine, presentandosi come un politico moderato, aperto, inclusivo. Un conservatore sì, ma moderno.

Nelle liste che l’hanno sostenuto, comparivano numerose persone di origine straniera, il che può sembrare in aperta antitesi con il suo passato, costellato di dichiarazioni xenofobe e un’opposizione netta ai sostegni economici per le famiglie straniere.

Qualcuno ricorderà certamente la sua contrarietà alla costruzione di luoghi di culto, moschee in particolare, che non fossero cattolici. Il 3 maggio, invece, incontra i rappresentanti del centro culturale islamico della città.

In queste settimane si è parlato molto di armocromia: ecco, attenzione merita anche il guardaroba di Rolfi che, in linea con la sua volontà di mantenere una tono sobrio, ha abbandonato il tipico verde Lega in favore di nuances che spaziano dall’arancione al viola.

Elezioni amministrative
Salvini e Rolfi

La destra ha cambiato idea?

In primo luogo, va ricordato che Brescia mira ad essere il nuovo laboratorio della destra lombarda, meno legata alle austere posizioni salviniane e più vicina all’innovazione del Veneto di Zaia.

Il fine è ovviamente quello di tornare a governare nelle grandi città amministrate dal centrosinistra: «Credo che la mia candidatura sia la vera novità di questa campagna elettorale e che diventerà un modello per il centrodestra anche in altre città», aveva detto Rolfi al Corriere della Sera poco prima delle elezioni.

In secondo luogo, bisogna considerare il peso elettorale delle persone di origine straniera: a Brescia i maggiorenni aventi diritto al voto di origine straniera, cioè nati all’estero ma con cittadinanza italiana, sono circa 12mila (su un totale di circa 200mila abitanti). Il 10% è di origine albanese, 9% pakistana, 6% moldava, 5% indiana e 5% marocchina.

A questi dati si aggiungono le seconde generazioni, cioè figli di immigrati con cittadinanza italiana. In totale i potenziali elettori erano circa 13mila, l’8,5% del totale e il 18% dei 70mila che hanno votato alle ultime regionali.

A fronte di questi numeri, qualsiasi casacca politica avrebbe ritrattato in fretta le proprie posizioni.

Alla fine ha vinto il centrosinistra

Nelle ultime settimane quasi tutti i ministri e anche Giorgia Meloni si sono recati a Brescia per sostenere la coalizione, sintomo del fatto che la destra avrebbe voluto vincere a Brescia, per dimostrare alla fine che la partita sarebbe stata comunque aperta anche nelle grandi città della Lombardia dopo anni di sconfitte, preparando così il terreno in vista delle amministrative del prossimo anno, quando si voterà a Bergamo, Pavia e Cremona.

Elezioni amministrative
Castelletti e Del Bono

Proprio per questa nuova destra moderata, che comunque non ha convinto gli elettori, l’esito bresciano è stato incerto fino alla fine, ma ha poi vinto la favorita sin dall’inizio, Laura Castelletti, che, ha dichiarato, si ispirerà al modello di welfare svedese per il governo della città.

Fonti: Corriere della Sera, Il Post, Ansa, Giornale di Brescia.

Scritto da Sofia Ciatti


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