Da Tajani a Giorgetti: la guida definitiva sui Ministri di Meloni

ve li raccontiamo uno ad uno (in breve)

di Gloria Pessina
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 43 Min.

Durante la conferenza stampa al Quirinale, la neoeletta premier Giorgia Meloni ha annunciato la lista dei ministri che la accompagneranno nel mandato. Facciamo chiarezza sui nomi che caratterizzeranno il primo governo della XIX legislatura e le loro storie.

Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture: Matteo Salvini (49 anni)

«Scusi ma lei spaccia?» Non ha bisogno di presentazioni il primo dei due ministri scelti Vicepremier da Meloni. Matteo Salvini sognava il Viminale, ma si è dovuto accontentare del Ministero delle Infrastrutture.

Classe 1973, è iscritto alla Lega dal 1990. Dopo aver mantenuto la carica di consigliere comunale di Milano dal 1993 al 1998 e dal 2006 al 2008, è stato europarlamentare per tre mandati e Senatore della Repubblica.

Eletto nel 2013 come segretario federale della Lega Nord, nel 2018 ha istituito il nuovo partito Lega per Salvini Premier. Dopo le elezioni politiche, grazie all’accordo con Movimento 5 Stelle, aveva dato vita al governo Conte I in cui aveva ricoperto le cariche di Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno.

Nelle ultime elezioni il suo partito si è attestato al 9%, in netta diminuzione rispetto agli anni precedenti.

Vicepremier e Ministro degli Esteri: Antonio Tajani (69 anni)

Membro di Forza Italia dal 1994 al 2009, e di nuovo dal 2013, è Laureato in Giurisprudenza e ha ricoperto ruoli di rilievo come la vicepresidenza della Commissione Europea dal 2008 al 2014.

Nel 2017 è stato eletto Presidente dell’Europarlamento, carica che ha mantenuto fino al 2019.

Durante la carriera ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti, sia dal punto di vista giornalistico che da quello politico e imprenditoriale. Tra loro figurano il Premio della Optical Society of America per l’impegno nella promozione delle Tecnologie Abilitanti Fondamentali e il Premio Leonardo Da Vinci della Federazione Medico Sportiva Italiana.

E’ stato inoltre volontario presso alcune comunità di recupero per tossicodipendenti. Nonostante questo è un sostenitore della Teoria del passaggio, secondo cui l’uso di sostanze illecite predisponga a un futuro utilizzo di sostanze stupefacenti.

Attivista monarchico in gioventù, si è mostrato non favorevole all’eutanasia. Dopo un elogio al lavoro di Mussolini alle infrastrutture, aveva sottolineato «Da convinto antifascista mi scuso con tutti coloro che possano essersi sentiti offesi. Ho sempre ribadito che Mussolini e il fascismo sono stati la pagina più buia della storia del secolo passato».

Sottosegretario alla presidenza del Consiglio: Alfredo Mantovano (64 anni)

E l’unico dei personaggi che citeremo che non ha il ruolo di ministro. Per questo motivo ci sembra vitale spiegare quali saranno i suoi compiti.

I Sottosegretari di Stato devono coaudiuvare i ministri nei loro lavori, possono intervenire nelle sedute delle camere e nelle commissioni parlamentari. L’unica differenza tra loro e il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio risiede nel fatto che egli può anche partecipare alle riunioni del Consiglio dei ministri.

Ma chi è l’uomo che andrà a svolgere questo incarico?

Leccese classe 1958, si è laureato in Giurisprudenza alla Università La Sapienza con una tesi sulla legittimità costituzionale della legge per il diritto all’aborto.

Ha militato dal 1996 in Alleanza Nazionale e, dopo aver ricoperto diversi incarichi come magistrato, dal 2009 nel Popolo della libertà.

Ha lavorato come sottosegretario al Ministero degli Interni durante i governi Berlusconi II, III e IV. Si è poi allontanato dall’attività politica per tornare a svolgere l’attività di magistrato e di giornalista pubblicista.

E’ stato consigliere della IV sezione penale della Corte di appello di Roma e dal 2018 è consigliere di sezione penale alla Corte di Cassazione.

Fortemente cattolico, prende parte a diverse associazioni di diritto pontificio come Aiuto alla chiesa che soffre, della cui sezione italiana è presidente. Ha scritto diversi saggi, in gran parte su temi giuridici, ma anche alcuni incentrati sulla religione.

Ministro dell’Economia: Giancarlo Giorgetti (55 anni)

Nato nel 1966 in un piccolo paese in provincia di Varese, già negli anni ‘80 milita nel Movimento Sociale Italiano.

Laureato in Economia Aziendale alla Bocconi, è stato Segretario della Lega Lombarda dal 2002 e negli ultimi anni ha militato nel partito di Matteo Salvini divenendone il vice. Nel corso del governo Draghi ha rivestito il ruolo di Ministro dello Sviluppo economico.

«Scaltro e molto stimato» lo ha definito il consolato americano, mentre il ministro dell’Economia uscente Daniele Franco ha detto di trovarlo parecchio adatto all’incarico.

Nel 2013 Giorgio Napolitano lo aveva aggiunto alla lista dei personaggi avrebbero potuto scrivere un programma di riforme istituzionali ed economiche.

Nel 2019 è divenuto oggetto di grandi polemiche a seguito di alcuni commenti sui medici di base durante un incontro di Comunione e Liberazione:

«Caro Speranza, è vero, mancheranno 45mila medici di base nei prossimi cinque anni. Ma chi va più dal medico di base? Senza offesa per i medici di base anche qui presenti in sala. Nel mio piccolo paese vanno ovviamente per fare le ricette mediche, ma quelli che hanno meno di cinquant’anni vanno su internet»

Ministro dell’Interno: Matteo Piantedosi (59 anni)

Classe 1963, è un nome già noto alla scena politica italiana anche se non è un politico di professione. E’ infatti prefetto, il secondo di fila dopo Luciana Lamorgese, ad occupare una delle stanze più prestigiose del Viminale, un chiaro sintomo della difficoltà dei partiti di maggioranza nel trovare un accordo.

Laureato in giurisprudenza, arriva al Viminale già nel 2009 come direttore dell’Ufficio Relazioni parlamentari presso gli Affari legislativi. Nel 2017 è chiamato da Matteo Salvini a diventare Capo di Gabinetto, carica che manterrà anche con il suo successore fino al 2020 quando viene nominato prefetto della capitale.

Si dice che, soprattutto durante i periodi di campagna elettorale, Piantedosi abbia presenziato al Ministero dell’Interno in sostituzione dello stesso Salvini. Con lui ha condiviso la lotta agli sbarchi e alle Ong e l’attuazione dei cosiddetti Decreti Sicurezza.

Seppur a livello politico sia considerato in ‘quota leghista’, bisogna ricordare che si tratta di un tecnico. Sue caratteristiche sono la determinazione e la capacità di interfacciarsi con professionalità in situazioni critiche.

Ministro per le Imprese e il Made in Italy (ex sviluppo economico): Adolfo Urso (65 anni)

Tra i veterani di Fratelli d’Italia, erano settimane che si vociferava di questo suo possibile incarico. Andrà a sostituire Giancarlo Giorgetti, a cui è stato affidato il ministero dell’Economia.

Nato a Padova, si è laureato in Sociologia all’Università “La Sapienza” di Roma ed è iscritto all’albo dei Giornalisti del Lazio dal 1984. E’ stato  deputato per cinque legislature consecutive e viceministro dello Sviluppo economico e delle Attività produttive.

Il suo nome figura tra Alleanza Nazionale e Futuro e Libertà. Aveva avuto attriti con Silvio Berlusconi.

Nel 2007 ha contribuito alla costituzione della Fondazione Farefuturo, del quale è stato sia segretario generale che presidente. Si è occupata di sviluppare la destra laicaliberale e aperta nell’ambito dei diritti civili.

In Fratelli d’Italia dal 2015, nel 2021 è diventato presidente di Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. L’organo si occupa di verificare che l’attività del Sistema di informazione per la sicurezza si svolga nel rispetto della Costituzione e delle leggi.

Ministro della Giustizia: Carlo Nordio (75 anni)

Trevigiano, classe 1947, è stato magistrato dal 1977 al 2017.

Nella sua lunga carriera si è occupato dei casi giudiziari più caldi della storia repubblicana italiana come le indagini sulle Brigate Rosse, gli anni di Tangentopoli e i processi sul Mose di Venezia.

Il suo curriculum fa ben sperare. Come magistrato ha dovuto affrontare uno dei capitoli più bui della storia del nostro Paese.

Da quando ha abbandonato la toga di magistrato ha iniziato a dedicarsi pienamente alla politica divenendo tra i maggiori promotori dei referendum giustizia voluti da Lega e Radicali.

Schierato con Fratelli d’Italia, alle ultime elezioni ha trionfato nel collegio uninominale Veneto 1-03 per la Camera, vincendo con il 56,24%.

Al centro della sua politica c’è la volontà di accelerare i tempi dei processi. Nonostante ciò, in alcune occasioni ha assunto posizioni impopolari come la volontà di abolire la legge Severino. Per quanto riguarda il ddl Zan invece, si è sempre schierato contro in quanto lo considera disegno fallace.

Dal 2018 è componente del consiglio di amministrazione della Fondazione Luigi Einaudi Onlus, che promuove la diffusione del pensiero politico Liberale.

Ministro della Salute: Orazio Schillaci (56 anni)

Il successore di Roberto Speranza è accademico, oncologo e rettore dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.

Laureato in medicina e chirurgia all’Università La Sapienza, ha conseguito la specializzazione in medicina nucleare nel 1994. Ricercatore presso l’Università dell’Aquila, ha ottenuto il dottorato in imaging funzionale radioisotopico.

Numerose riconoscenze negli anni lo hanno portato a diventare professore associato di medicina nucleare, primario del policlinico di Tor Vergata, professore ordinario e poi vicepreside, preside di Medicina e Chirurgia, direttore del dipartimento di Oncoematologia e rettore. Ha partecipato alle commissioni sanitarie per la Regione Lazio e per il Ministero della Salute. Dal 2006 al 2009 è stato inoltre Membro del Consiglio Superiore di Sanità.

Da 5 anni presidente dell’associazione Italiana di Medicina Nucleare e imaging molecolare. E’ inoltre redattore di The Journal od Nuclear Medicine, oltre che revisore di parecchie riviste internazionali attive nel campo della medicina nucleare.

Ministro della Difesa: Guido Crosetto (59 anni)

Soprannominato il “gigante buono” per la sua statura, è un piemontese classe 1963, braccio destro (letteralmente) di Meloni.

Diplomato al liceo classico, ha scelto la politica per passione fin dalla giovinezza, quando ha iniziato il percorso nella Democrazia Cristiana.

Nel 2000 si è iscritto a Forza Italia e nel 2001 è entrato in Parlamento rimanendovi per dieci anni e ricoprendo la carica di sottosegretario alla Difesa nel Governo Berlusconi IV.

Ha fondato Fratelli d’Italia insieme a Giorgia Meloni e Ignazio La Russa ed è stato coordinatore nazionale del partito fino al 2014.

Per alcuni brevi periodi ha lasciato la politica divenendo nel 2017 presidente della Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza e nel 2020 Presidente di Orizzonte Sistemi Navali, impresa creata da Leonardo e Fincantieri specializzata in sistemi ad alta tecnologia per le navi militari.

Tra i suoi successi spicca una medaglia d’oro al merito assegnatagli dalla Croce Rossa Italiana nel novembre del 2012.

Fa sorridere una sua risposta ad un post su twitter risalente a circa un mese fa. «Se aspetti me ministro, muori di vecchiaia». Evidentemente l’attesa non è durata molto.

Ministro della Riforme Istituzionali: Maria Elisabetta Alberti Casellati (76 anni)

Anche la prima donna che ha ricoperto la carica di presidente del Senato è nella squadra di Giorgia Meloni. A gennaio il centrodestra la aveva anche proposta per ricoprire la carica di presidente della Repubblica.

Nata a Rovigo da genitori di origine calabrese, si è laureata in Giurisprudenza e Diritto canonico ed è iscritta all’ordine degli avvocati di Padova.

Tra i fondatori di Forza Italia, è stata eletta in senato la prima volta all’età di 48 anni ed è sempre stata riconfermata, tranne nel 1996.

Celebre l’episodio del 2013 in cui, mentre il senato votava la decadenza di Berlusconi per la condanna di frode, insieme a Bernini, Bonfrisco e Rizzotti, ha indossato abiti neri per «lutto per la democrazia».

Durante la propria carriera ha ricoperto numerosi ruoli di rilevo. E’ stata tra le altre cose sottosegretario alla Salute, vicepresidente vicario dei senatori di Forza Italia, sottosegretario alla Giustizia, senatore segretario nell’Ufficio di Presidenza e membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura.

Nel 2018 è stata eletta presidente del Senato. E’ stata la prima donna ad ottenere il ruolo, grazie alla maggioranza più rilevante tra quelle ottenute in più di 20 anni.

Crede nell’efficacia della flat tax e si è dichiarata europeista. Conosciuta per le numerose battaglie in difesa dei diritti delle donne come l’approvazione della legge sullo stalking.

E’ a favore della castrazione chimica e della riapertura delle case di tolleranza, ma ha espresso la posizione contraria alla fecondazione artificiale.

Si è opposta alla legge che regolamenta le unioni civili, ma ha più volte ribadito l’importanza di contrastare l’omofobia. «Combattere l’omofobia e promuovere il rispetto sono doveri a cui nessuno – nelle famiglie, nella società, nel lavoro, nel mondo della politica e delle istituzioni – si può sottrarre», aveva dichiarato.

Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali: Marina Elvira Calderone (57 anni)

Nata in provincia di Sassari, classe 1965, si è dapprima laureata in Economia aziendale internazionale e ha poi conseguito la magistrale in Gestione aziendale.

Dal 1994 è consulente del lavoro e dal 2005 è presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro.

In ambito lavorativo è specializzata nella gestione delle risorse umane e nella valorizzazione del personale.

Durante la sua carriera ha ricoperto numerosi incarichi. Dal 2014 al 2020 ha fatto parte del Cda di Leonardo, ed è promotrice del Festival del lavoro, che ogni anno affronta le novità legislative riguardanti il mondo del lavoro.

Da tempo convinta della necessità di ridurre il cuneo fiscale sulle imprese e sui lavoratori, sostiene inoltre l’importanza di rivedere il reddito di cittadinanza, in particolar modo sulle politiche attive.

È contraria al salario minimo per legge, poiché ciò farebbe lievitare i costi per le imprese, mentre si dice disponibile a una riforma delle pensioni, in modo da superare la legge Fornero, e garantire maggior flessibilità in uscita.

«In questo momento, è importante favorire il confronto affinché si possano trovare soluzioni condivise a beneficio del mondo delle imprese, dei lavoratori dipendenti e autonomi e più in generale di un mondo del lavoro sempre più inclusivo, contrastando forme di disuguaglianza e povertà», ha dichiarato in mattinata dopo aver prestato giuramento.

Ministro dell’Istruzione e del Merito (Ex Istruzione): Giuseppe Valditara (61 anni)

Nato a Milano il 12 gennaio 1961 da padre ex partigiano, è un avvocato e professore di Diritto romano presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino e l’Università Tor Vergata di Roma.

Ne 1992, il suo libro “Studi sul magister populi. Dagli ausiliari militari del rex ai primi magistrati repubblicani” è risultato vincitore del Premio Internazionale per la storia delle istituzioni politiche e giuridiche, che viene conferito dal Presidente della Corte Costituzionale.

Da sempre vicino agli ambienti di destra, tra il 2001 e il 2013 è stato eletto per tre volte senatore, prima con Alleanza Nazionale e poi con il Popolo della Libertà.

I suoi percorsi abilitanti del 2006 hanno consentito la stabilità di 60mila insegnanti precari. Non è però stato il suo unico impegno in materia: nel 2010 ha infatti collaborato alla stesura della Riforma Gelmini per le università pubbliche ed è il consigliere politico di Matteo Salvini da settembre 2022.

Nel 2018 è stato disegnato Capo Dipartimento per la Formazione Superiore e la Ricerca presso il MIUR dal suo predecessore Marco Bussetti.

Attualmente è il direttore scientifico della rivista Studi giuridici europei. Si è candidato alle ultime elezioni politiche con la lega, ma non è stato eletto.

Ministra dell’Università e della Ricerca: Annamaria Bernini (57 anni)

«Ti giuro amore, un amore eterno. Se non è amore me ne andrò all’inferno». Se avete aperto il suo profilo Instagram il giorno del giuramento, avrete notato una strana storia in si dirige verso Mattarella e Meloni sulle note di “T’appartengo” di Ambra Angiolini. Un peccato sia stata rimossa dal social qualche ora dopo.

Bolognese di nascita, classe 1965, l’avvocatessa e docente universitaria è una delle sei donne scelte dal nuovo Presidente del Consiglio.

Figlia di Giorgio Bernini, giurista all’ONU e ministro del Governo Berlusconi I, Laureata in Giurisprudenza presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna e vanta nel curriculum diversi anni di studio all’estero.

Entra in politica nel 2008 con il PdL, diventato poi Forza Italia. Incassa una serie di sconfitte, come quella alle presidenziali per la regione Emilia-Romagna del 2010 e quella che la vedeva tra i favoriti per succedere ad Angelino Alfano come Ministro della Giustizia nel 2011.

Nel 2013 viene eletta al Senato con il del Popolo della Libertà e nel è 2014 membro del Comitato di Presidenza del neonato partito Forza Italia. Il 27 novembre 2013, giorno in cui il Parlamento votò a favore della decadenza di Berlusconi a causa della condanna per frode fiscale, si presentò alla Camera vestita di nero, poiché a detta sua e di altre 3 colleghe, quella era una giornata di “lutto per la democrazia”.

Sul fronte delle unioni civili è da sempre favorevole: da due anni fa parte dell’associazione GayLib, promotrice di un disegno di legge per contrastare il fenomeno dell’omofobia.

Nel 2019 ha proposto un ddl a favore dei giovani meritevoli, che prevedeva un premio per gli under 35 attraverso borse di studio per le tesi di ricerca e strumenti di riscatto della Laurea a fini pensionistici.

Ministro degli Affari europei, Coesione territoriale e Pnrr (ex Affari esteri e Cooperazione internazionale): Raffaele Fitto (53 anni)

Nato in provincia di Lecce nell’agosto del 1969, si è laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi Aldo Moro di Bari.

Ha iniziato ad interessarsi alla politica entrando nella Democrazia Cristiana, grazia alla quale è stato eletto Consigliere regionale, Assessore regionale al Turismo e infine vicepresidente della Regione Puglia.

Nel 1999 è stato eletto eurodeputato, e dal 2000 al 2005 ha occupato la carica di Presidente della Regione Puglia.

Dal 2008 al 2010 è stato parte del governo Berlusconi IV come Ministro per i rapporti con le Regioni. Dal 2014 al 2022 si trova Parlamento europeo. 

Attualmente fa parte di Fratelli d’Italia ed è diventato co-presidente del gruppo dei Conservatori e dei Riformisti europei.

Il suo nome, contrapposto a quello della Regione Puglia, compare in 4 procedimenti civili con un contenzioso totale di 21 milioni di euro.

Ministro della Pubblica amministrazione: Paolo Zangrillo (60 anni)

Genovese di nascita, ma coordinatore di Forza Italia in Piemonte, è succeduto a Brunetta, suo collega di partito.

Classe 1961, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano nel 1987 ed è noto per essere il fratello minore di Alberto, presidente del Genoa e medico di Berlusconi.

Nel suo curriculum spiccano esperienze come manager di grandi aziende, tra cui Magneti Marelli, Iveco e Fiat Powertrain, di cui è stato vicepresidente per le risorse umane.

Nel marzo 2018 è stato eletto alla Camera con Forza Italia e poi rieletto al Senato nell’ultima votazione, dove ha riportato oltre il 50% dei voti nel suo collegio uninominale del Piemonte.

Sostenitore in diverse occasioni della Tav Torino-Lione, si è anche detto più volte favorevole ad una profonda riforma del Reddito di Cittadinanza.

Ministra della Famiglia, Natalità e Pari opportunità: Eugenia Maria Roccella (68 anni)

«L’aborto? C’è una legge, ma non è un diritto», fanno parecchio rumore le sue parole, ma non sono le uniche con cui ha dettato scalpore negli ultimi tempi.

Nata nel 1953, è figlia di Franco Roccella, uno dei fondatori del Partito Radicale. E’ laureata in Lettere moderne e ha seguito una carriera di giornalista e Dottore di ricerca presso l’Università La Sapienza.

Si è avvicinata alla politica a soli 18 anni, diventando leader del Movimento di Liberazione della donna e portando avanti battaglie femministe.

Negli anni ’80 ha abbandonato la politica e si dedicata alla famiglia, tornando successivamente sulla scena. Ha lasciato i Radicali perché convinta che portassero avanti «battaglie che stanno conducendo verso la distruzione dell’individuo».

Negli anni ha sviluppato posizioni antiabortiste e fortemente cattoliche, scrivendo diversi libri a riguardo e arrivando ad essere portavoce del Family Day nel 2007.

Editorialista del quotidiano Avvenire, ha collaborato con Il Foglio e Il Giornale, occupandosi di temi di bioetica.

Nel 2008 è stata eletta alla Camera nella lista di Popolo della Libertà ed è diventata sottosegretaria al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.

Nel 2018 si è ricandidata, ma la sua lista non ha superato la soglia di sbarramento del 3%. La sua elezione è arrivata con Fratelli D’Italia nel collegio uninominale di Foggia.

Tra le sue uscite più discusse e chiacchierate, ha dichiarato che commercializzare la pillola contraccettiva sia «introdurre l’aborto a domicilio».

A coinvolgerla, la firma di una lettera nel gennaio del 2011. Insieme a Formigoni, sul settimanale Tempi aveva chiesto ai cattolici italiani di non giudicare moralmente Berlusconi, allora indagato per concussione e favoreggiamento alla prostituzione minorile.

Ministra del Turismo: Daniela Santanché (61 anni)

Probabilmente molti di voi la conosceranno come proprietaria, insieme a Briatore, del Twiga, lo stabilimento balneare più in voga di Forte dei Marmi.

Nata a Cuneo nel 1961 e laureata in Scienze Politiche, milita in Fratelli d’Italia dal 2018, dopo aver abbandonato il partito di Berlusconi, per la quale era stata Sottosegretaria di Stato. Eletta nelle liste di Alleanza Nazionale, è stata deputata della Camera dal 2001 al 2008.

Come imprenditrice è presidentessa di “Visibilia Pubblicità”, concessionaria della raccolta pubblicitaria di quotidiani come Il Giornale, e in passato Libero e Il Riformista, e del complesso di multisala The Space Cinema.

È stata al centro di alcune controversie. Nel 2009 ad esempio, durante una cerimonia per la chiusura del Ramadan, avrebbe tentato di strappare il velo ad alcune donne.

Nel 2017 invece, durante una trasmissione su LA7 aveva dichiarato: “Io sul comodino ho una bellissima testa del duce in legno”. Inutile dire che dopo l’intervento è stata accusata di apologia del fascismo.

Ministro dello sport e Dei Giovani (ex Politiche Giovanili e Sport): Andrea Abodi (62 anni)

Nato a Roma si è laureato alla LUISS in Economia e Commercio e si è specializzato in Gestione industriale dello sport.

Da sempre nell’ambito, è stato consigliere di amministrazione del CONI dal 2002 al 2008, presidente della Serie B e consigliere federale FIGC dal 2010 al 2017.

È vicepresidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport, della Fondazione Giulio Onesti e dell’Associazione Culturale Mecenate 90.

È inoltre Consigliere dell’Istituto della Enciclopedia Italiana e a capo dell’Istituto per il Credito Sportivo, banca sociale destinata allo sviluppo sostenibile della cultura e dello sport.

Di schieramento indipendente, Abodi è uno dei ministri non facenti parte della vincente coalizione di centrodestra; sarà il sesto a ricoprire questa carica, nata solamente nel 2006.

Tra i suoi riconoscimenti, lo Sport Business Academy Award della Bocconi.

Ministro degli Affari regionali e delle Autonomie: Roberto Calderoli (66 anni)

«Calderoli al Governo dal Senato?» chiede una giornalista. «No, adesso sto andando dal barbiere», risponde il bergamasco smentendo un imminente giuramento. L’ex-Ministro delle riforme nel Governo Berlusconi II e per la semplificazione normativa nel Governo Berlusconi IV torna al fianco della Meloni e del segretario del suo partito Matteo Salvini.

Nato nel 1956, Calderoli è innanzitutto un medico chirurgo maxillo-facciale, avendo conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano.

Consigliere comunale a Bergamo tra il 1990 e il 1995, ha iniziato la carriera politica militando nella Lega Lombarda di Umberto Bossi, di cui diviene presidente nel 1993, e successivamente segretario nazionale, dal 1995 al 2002.

Come Ministro delle Riforme è stato promotore del Porcellum, una legge del 2005 riguardante «Modifiche alle norme per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica».

Durante il suo mandato nel Governo Berlusconi IV ha affermato di aver bocciato 29 mila leggi inutili e di aver bruciato altre 375 mila norme abrogate contenute in degli scatoloni.

Ha espresso alcune posizioni controverse. Ha definito delinquenti i rom e dei musulmani ha detto «tornino nel deserto a parlare con i cammelli».

Sul fronte unioni civile invece ha dichiarato «Hanno come base l’arido sesso e queste assurde pretese di privilegi sono fuori luogo e nauseanti».

Calderoli non è solo un uomo di parole, ma anche di azione: è stato indagato sia per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale nel 1996, sia per truffa ai danni dello Stato nel 2011. Nel 2013 inoltre si rivolse alla Ministra Cécile Kyenge definendola «un orango».

Ministro della Cultura: Gennaro Sangiuliano (60 anni)

Nato a Napoli nel 1962, dopo aver conseguito la Laurea in Giurisprudenza all’Università Federico II di Napoli e un master in Diritto europeo, ha intrapreso la carriera giornalistica.

Dal 1996 al 2001 è stato direttore del quotidiano Roma, per poi passare a Libero. Nel 2003 è entrato in Rai, per la quale ha lavorato come inviato in Kosovo, Bosnia e in Afghanistan. Tornato in Italia, è stato direttore del Tg1 dal 2009 al 2018, e dal 2018 dirige il Tg2.

Da giovane ha partecipato al Fronte della Gioventù ed è stato consigliere circoscrizionale del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale.

Attualmente è docente di Diritto dell’Informazione alla Lumsa e di Economia degli intermediari finanziari alla Sapienza. Rimanendo in ambito accademico, è direttore della scuola di Giornalismo dell’Università degli Studi di Salerno.

Assegnatario di numerosi riconoscimenti, ha vinto decine di premi in ambito editoriale e saggistico.

Da sempre vicino agli ambienti di destra, ha ricevuto critiche a causa della sua vicinanza a Fratelli d’Italia, secondo alcuni incompatibile con il suo ruolo in Rai.

Ministro della Ambiente e della Sicurezza Energetica (ex Transizione ecologica): Gilberto Pichetto Fratin (68 anni)

Classe 1954 è nato in provincia di Biella, di cui è stato assessore e vicesindaco. Ha conseguito la Laurea in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Torino e, una volta terminati gli studi, ha iniziato a lavorare come commercialista e insegnante negli istituti tecnici.

Berlusconiano di lungo corso, nel 1995 è entrato nel consiglio regionale del Piemonte con Forza Italia.

Nel 2008 ha iniziato la carriera senatore con il Popolo della Libertà e nel 2014 è tornato in Piemonte, dove è stato nominato coordinatore regionale di Forza Italia.

Nuovamente al Senato nel 2018, nel governo Draghi ha ricoperto i ruoli di Sottosegretario di Stato al Ministero dello sviluppo economico e Viceministro di Giorgetti.

Ministro per il Sud e il Mare (ex Sud e Coesione territoriale): Sebastiano Musumeci (67 anni)

Nato in provincia di Catania nel 1955, ha un passato da militante nella Giovane Italia e una Laurea in Multimedialità della Comunicazione preso l’Università Kore di Enna.

Simbolo da oltre trent’anni della destra in Sicilia, prima di entrare in politica era bancario nel gruppo Unicredit e giornalista pubblicista, professione che ancora ricopre.

Dal 1994 al 2003 è stato Presidente della provincia di Catania e successivamente Presidente della regione Sicilia, dal 2017 al 2022. Alle ultime elezioni è stato eletto senatore con Fratelli d’Italia.

Nel 2017 è stato coinvolto in un processo giudiziario insieme ad altri due deputati, con l’accusa di essere stato favorito in alcune procedure di pignoramento. L’accusa è poi caduta in quanto, secondo il giudice per le indagini preliminari, non vi era stato nessun trattamento di favore.

Ad evidenziare un suo insuccesso politico, è stata Josè Marano, parlamentare del M5S. «Uno dei fallimenti più grandi del suo governo è stato quello dei rifiuti – ha detto e ha aggiunto – I cittadini devono pagare la tassa più alta d’Italia perché i rifiuti vengono poi portati all’estero con costi altissimi. Un fallimento totale».

Ministra della Disabilità: Alessandra Locatelli (46 anni)

Un’altra quota rosa, nonché ministro senza portafoglio, è la comasca Alessandra Locatelli. Già ministra per meno di due mesi durante il Governo Conte I.

Classe 1976, si è laureata in Sociologia presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca ed è un’educatrice specializzata nella cura di persone affette da disabilità psichica.

Dal 2016 è iscritta alla Lega Nord e per il partito ha ricoperto la carica di Segretaria nella città di Como.

Nel 2018, aveva pubblicato su Facebook un invito a tutti i membri del suo partito a rimuovere l’immagine di Sergio Mattarella dagli uffici pubblici in quanto garante imparziale dei cittadini.

Nel 2021 invece, il Presidente della Lombardia Attilio Fontana la ha nominata Assessore alla famiglia, solidarietà sociale, disabilità e pari opportunità.

«Non vedo l’ora di mettermi a lavorare […] mettendo al centro persone, famiglie e fragilità e pensando alla qualità della vita di tutti, dopo anni così difficili di isolamento e sacrifici, in cui soprattutto i fragili hanno sofferto tanto». Queste le sue prime parole dopo l’assegnazione del nuovo incarico istituzionale.

Ministro dei Rapporti con il Parlamento: Luca Ciriani (55 anni)

Altro ministro senza portafoglio è classe 1967 e pordenoneseprimo rappresentante friulano in un esecutivo dopo 33 anni.

Il suo impegno politico risale già ai tempi dell’università, quando militava nel MSI, di cui è stato dirigente. Dopo essersi laureato in Lettere moderne a Trieste ha iniziato la sua carriera politica. Nel 1995 infatti viene eletto consigliere comunale della città di Fiume Veneto e, successivamente, consigliere regionale alle elezioni del 1998.

Entrato in Fratelli d’Italia nel 2015, tre anni dopo è diventato senatore per il partito e alle ultime elezioni ha vinto al collegio uninominale e plurinominale Friuli-Venezia Giulia – 01. Il suo rapporto con la nuova Presidente del Consiglio è molto stretto, tanto da aver ricevuto l’incarico di gestire gli equilibri tra maggioranza e opposizione.

Il fratello dell’attuale sindaco di Pordenone non ha risparmiato dichiarazioni scottanti, come l’apprezzamento al premier ungherese Orbán: «Combatte l’invasione dei clandestini. È un amico del nostro partito».

Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare: Francesco Lollobrigida (50 anni)

Romano classe 1972, è uno dei ministri in carica più giovani. Pronipote di Gina Lollobrigida, è sposato con Arianna Meloni, sorella della premier Giorgia.

Laureato in Giurisprudenza, è entrato in politica da giovanissimo, aderendo al Fronte della Gioventù. Responsabile nazionale di Azione Studentesca, è stato Consigliere regionale nel Lazio e presidente di Alleanza Nazionale nella sezione di Roma.

E’ stato tra i fondatori di Fratelli D’Italia e nel 2013 è diventato responsabile nazionale dell’organizzazione. Nel corso degli anni è stato deputato e capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio.

Lo scorso aprile è stato tra i firmatari per l’istituzione di una Commissione d’inchiesta che monitorasse l’attività della magistratura e del parlamento.

Il suo obiettivo, e da qui la rinnovata denominazione del ministero sulla falsariga di quello francese, è di «difendere la sovranità dei prodotti italiani».

Scritto da Gloria Pessina, in collaborazione con Amela Hoxha, Eduardo Serafino, Chiara Caruso, Antonio Valentino, Mirko Aufiero, Francesco Cocco, Edoardo Di Presa, Francesco Ruotolo, Fabio Virzì e Sofia Ciatti.

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