Cosa ci dicono gli analisti sull’esplosione nell’ospedale di Gaza

di Mirko Aufiero
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 8 Min.

Dopo l’analisi delle foto e dei video circolati in rete non c’è ancora chiarezza sulle cause della strage avvenuta nell’ospedale di Gaza il 17 ottobre

A due giorni dall’esplosione avvenuta nell’ospedale Al-Ahli di Gaza, nonostante le numerose analisi circolate in rete, non c’è ancora chiarezza sui responsabili né sulle modalità con cui è avvenuta. Hamas accusa Israele di aver bombardato la struttura, mentre Israele indica come responsabile il Jihad Islamico, accusato a sua volta di aver lanciato il razzo finito per errore sull’ospedale.

Cos’è successo e le accuse reciproche

Intorno alle 19 del 17 ottobre un’esplosione si è verificata nei pressi dell’ospedale Al-Ahli di Gaza, alla quale è seguito un incendio nel parcheggio della struttura. Immediatamente sono iniziati a circolare in rete video che mostravano le vittime e i feriti nell’ospedale, e il Ministero della Salute palestinese ha diffuso il dato di 471 vittime.

Hamas ha da subito accusato Israele di aver bombardato l’ospedale, mentre Israele ha risposto addossando le colpe al Jihad Islamico, organizzazione considerata terroristica da diversi governi occidentali. Quest’ultimo ha negato il proprio coinvolgimento, dichiarando che in quel momento non aveva attività in corso nei pressi di Gaza. Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ha invece accusato gli Stati Uniti di essere responsabili dell’accaduto, in quanto Washington starebbe fornendo «copertura «a Israele per la sua aggressione».

Nella sera dell’attacco, Israele ha diffuso sul suo account X una registrazione audio in cui due uomini di Hamas sembrano confermare il lancio di un missile difettoso da Gaza in base alla provenienza delle schegge del missile (ma diverse testate giornalistiche affermano di non poter verificare l’attendibilità della registrazione).

In seguito, sull’account X ufficiale dello Stato d’Israele è apparso un video presentato come prova dell’origine palestinese del missile. Tuttavia, il video è stato rimosso poco dopo in quanto l’ora riportata dal video non combaciava con quella dell’esplosione.

A riguardo, Lior Haiat, portavoce del Ministero degli Esteri israeliano, ha commentato alla CNN: «Quando abbiamo ricevuto il video, pensavamo che provenisse da una fonte ufficiale ma quando lo abbiamo contattato (l’autore del video n.d.r.), ha detto che proveniva da un’altra parte, così lo abbiamo cancellato».

I video dell’esplosione

A partire dalle ore immediatamente successive all’esplosione, numerosi video che pretendono di mostrarne la dinamica sono circolati in rete.

Molti di questi filmati si sono dimostrati essere falsi e provenienti da altri conflitti. È invece stato dimostrato autentico il video proveniente da una diretta di Al-Jazeera, nel quale si vede una luce alzarsi in cielo, emettere due bagliori, cambiare direzione ed esplodere in aria, prima di precipitare a terra su quello che è stato identificato come l’ospedale Al-Ahli.

Come riporta Il Post, grazie a questo video, ma anche grazie ad un altro filmato diffuso dal Washington Post e dal New York Times, gli esperti di ricostruzione video sono riusciti a geolocalizzare il luogo dell’impatto, confermando che si tratta effettivamente dell’ospedale Al-Ahli.

Sempre sulla base di questi video, diversi esperti contattati dalla BBC hanno cercato di ricostruire le cause dell’esplosione.

J. Andres Gannon, assistant professor presso l’Università di Vanderbilt negli Stati Uniti, ha dichiarato che l’eplosione a terra è stata contenuta, fatto che suggerisce che l’esplosione generata dall’impatto potrebbe essere dovuta al carburante residuo in un missile invece che a una bomba.

Gannon sostiene inoltre che i bagliori visibili nel video indichino che si tratti di un missile il cui motore si è surriscaldato e ha smesso di funzionare.

Evan Hill, giornalista presso il Washington Post, sostiene invece che il video mostri «l’intercettazione di un razzo, seguita da una piccola esplosione a terra a una certa distanza, seguita a sua volta da una esplosione più grande all’ospedale al Ahli».

Tale intercettazione sarebbe opera del sistema antimissilistico israeliano Iron Dome, il quale, tramite avanzati radar e tecnologie di intercettazione che individuano e seguono i missili in volo, ne determina la traiettoria e li abbatte tramite missili d’intercettazione.

Il cratere nell’ospedale

Mercoledì mattina sono iniziati a circolare anche i video della presunta zona dell’esplosione, sulla base dei quali gli esperti di geolocalizzazione hanno confermato il parcheggio dell’ospedale come luogo dell’impatto.

Annotated image of a crater at the hospital

Dalle immagini e dai video disponibili si nota come sia presente un piccolo cratere circondato dai segni dell’esplosione e del successivo incendio. Lievi i danni agli edifici, i quali mostrano vetri rotti e tetti parzialmente danneggiati.

An annotated graphic of damage at the hospital

Proprio la misura dal cratere e lo stato degli edifici sono stati usati come prova da parte dell’IDF per dimostrare la propria estraneità ai fatti, in quanto, sostengono i vertici dell’esercito israeliano, le loro armi avrebbero causato crateri di più ampie dimensioni e ingenti danni agli edifici circostanti.

Non sono state trovate invece tracce di frammenti di missile, fatto che rende ancora più complesso identificare la provenienza dell’arma usata.

Il numero delle vittime

Altro punto controverso della vicenda riguarda il numero delle vittime, che secondo il Ministero della Salute palestinese sarebbe pari a 471.

Come riporta Il Post, Nathan Ruser, membro dell’Australian Strategic Policy Institute, sostiene che tale stima non sia compatibile con i danni provocati dall’esplosione, opinione condivisa anche da un funzionario di intelligence europeo, che ha dichiarato in forma anonima all’Agence France Presse che le vittime, basandosi sugli elementi disponibili, sono da stimare tra 10 e le 50.

Secondo un documento non riservato dell’intelligence statunitense visionato da Reuters, tale numero si colloca «probabilmente intorno alla parte bassa di uno spettro da 100 a 300», ma la stima potrebbe ancora cambiare, si legge nel documento.

L’Israel Defense Forces ha criticato la stima fatta dal Ministero palestinese, sostenendo che sia stata deliberatamente esagerata. Tuttavia, l’IDF non ha rilasciato una propria stima e, a causa della difficoltà nell’accedere al sito per le organizzazioni indipendenti, è difficile ottenere dati oggettivi.

Fonti: BBC, Bellingcat, CNN, Il Post, Reuters, Sky TG 24, Wall Stret Journal, Washington Post

scritto da Mirko Aufiero


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