“Cornici private” ma foto pubbliche: l’iniziativa contro lo Sharenting

di Alessia Agosta
5 Min.

È a Roma che si è svolta l’iniziativa di un gruppo di studenti dello IED denominata “Cornici private”. Improvvisamente, una mattina, i passanti hanno trovato decine e decine di foto di bambini sparse in tutta la città, specialmente nel quartiere Testaccio.

Bambini sorridenti, al parco giochi, a scuola, o in casa. Tra le mura domestiche, simbolo della vita privata.

Fortunatamente i bambini ritratti nelle foto non esistono. 

Siamo sicuri?

“Cornici private” contro lo Sharenting

L’iniziativa romana prevedeva la distribuzione di fotografie incorniciate raffiguranti dei bambini durante delle normali azioni quotidiane. Questo, per mettere in guardia i genitori che spesso e volentieri diffondono sui social immagini dei minori, ignorando i rischi a cui li espongono quotidianamente.

Non è una novità che la rete sia un’arma a doppio taglio, un buon passatempo nei momenti morti ma una trappola con poche vie di fuga. Il problema che tenta di portare alla luce l’idea degli studenti dell’istituto privato IED, è proprio il genitore che decide, deliberatamente, di sottovalutare i rischi dei social, specialmente quando si tratta di minori.

Lo Sharenting, neologismo che deriva dall’unione di “Share” e “Parenting”, è proprio la pratica citata poco sopra.

I rischi per i minori esposti sui social

Un argomento delicato come la pedopornografia è già stato trattato in un precedente articolo. Instagram rappresenta il social perfetto per tutti i maniaci che prendono le foto di bambini piccoli e le utilizzano a proprio piacimento.

“Cornici private” ha svolto la stessa funzione, solo nella vita reale. Ma purtroppo, ad oggi, social network e vita reale si eguagliano. Chiunque passasse per le strade della Capitale poteva vedere, fotografare o prendere le cornici. Sul retro, tuttavia, c’era un QR code che, se scansionato, rimandava al sito internet dell’iniziativa, dove si poteva subito scorrere un catalogo fotografico di bambini creati con l’intelligenza artificiale. 

La IA è riuscita a ricostruire quelle fotografie, grazie all’unione di tutte quelle pubblicate sui social network. La scritta «E se nella foto ci fosse tuo figlio? » ricorda, a chiunque aprisse il sito, che quelle foto sono frutto dei post su Instagram dei genitori.

cornici private

Cornici private sui social network

I social costituiscono ormai la nostra vita quotidiana, ed è diventata consuetudine festeggiare un proprio traguardo o successo su Instagram, dove decisamente più persone rispetto alla vita reale, ci possono vedere. 

È chiaro che la gioia che può dare un figlio è talmente tanta che necessita anch’essa di questo tipo di condivisione. Ma come i social sono pericolosi per noi, lo sono in misura maggiore per i minori.

È del tutto capibile perché un genitore condivida foto del figlio sul proprio profilo, ma ciò non fermerà i malintenzionati da utilizzare o diffondere su siti poco affidabili le foto del bambino. 

Non condivideremmo mai la via di casa nostra. Sarebbe come lasciare uno spiraglio per i ladri. In egual modo, pubblicare foto dei bambini sui social, potrebbe portare questo tipo di pericolo. A una persona che invade la vita privata, che non resta dietro uno schermo, ma si addentra nella vita quotidiana della famiglia. È altrettanto chiaro che questo è lo scenario peggiore che, ci si augura, non capiti mai a nessuno, ma non è assolutamente da escludere.

Si condividono cornici private a follower che la maggior parte del tempo non si sa nemmeno chi siano.

Per fortuna le foto di “Cornici private” ritraggono bambini non reali, ma la loro creazione è stata possibile grazie all’assemblaggio di foto di bambini sparse sui social. Quindi, si può veramente dire che non esistano?

E tu, «metteresti tuo figlio per strada


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