Disturbi della memoria, cosa dicono gli studi sul cervello

Dall'Università di Torino, impariamo come il cervello distingue gli eventi

di Carola Antonucci
3 Min.

Grazie al team di ricerca del dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino, possiamo imparare e conoscere di più sul nostro cervello. Da questa ricerca possiamo individuare delle informazioni utili al mondo della scienza che aiuteranno a sviluppare delle strategie nuove per curare i disturbi della memoria.

Approfondiamo sull’argomento memoria

Sappiamo che la nostra mente crea e distrugge ricordi ed eventi i base a quanto questi possano essere “belli” o “traumatici” per il nostro inconscio. Ma quello che non sappiamo è che creare i nostri ricordi è una vera sfida per il nostro organo principale del sistema nervoso.

Ce lo dice proprio una ricerca pubblicata sulla rivista “cell reportsdove apprendiamo che siamo in grado di riprodurre un «processo cerebrale che consente di distinguere e memorizzare eventi simili in maniera separata, mantenendo al contempo le somiglianze tra di essi».

amigdala, ricerca

La ricerca, condotta dalle ricercatrici Giulia Concina, Luisella Milano e Annamaria Renna e coordinate dal professore Benedetto Sacchetti, ha individuato che nell’amigdala – regione del cervello in cui si creano ricordi – sono presenti neuroni di gruppi diversi che si attivano simultaneamente per formare ricordi di eventi distinti. Questo è stato possibile studiando l’attività cerebrale nell’apprendimento di due eventi diversi che però possedevano elementi in comune.

La ricerca è stata condotta in modo da ricorrere ad un approccio multidisciplinare che ha unito metodologie di analisi comportamentale, biologia molecolare, microscopia ad alta risoluzione e modulazione dell’attività cerebrale. Con il particolare uso della tecnica della ‘marcatura chemogenetica’, si è potuto notare come i neuroni coinvolti nella percezione siano in grado di percepire aspetti di differenza, ma anche di comunione tra i ricordi di questi differenti eventi.

Non è, però, terminata qui. Si è riusciti anche ad individuare le cellule in grado di limitare il numero dei neuroni inibitori. Da qui i ricercatori hanno quindi pensato di isolare questi neuroni inibitori – capaci di condividere informazioni – per non creare confusione tra i due eventi distinti.

Le dichiarazioni dei ricercatori

Questa ricerca riveste un’importanza significativa poiché mette in luce l’esistenza di neuroni il cui ruolo è quello di mantenere separate le memorie di eventi distinti ma con aspetti in comune, consentendo così di conservare i ricordi di tali eventi in modo preciso e nitido. Considerando che una delle caratteristiche tipiche dei disturbi della memoria, come le demenze e il disturbo post-traumatico da stress, è la tendenza a confondere gli eventi passati, questa ricerca potrebbe fornire nuove informazioni utili per sviluppare nuove strategie terapeutiche

Professore Sacchetti, coordinatore della ricerca.

Grazie a questa importante ricerca, quindi, si è capaci di poter curare disturbi della memoria che provocano, nel paziente, confusione e smarrimento per la mescolanza di elementi comuni tra vari ricordi. Un passo importante per la neuropsichiatria e l’orgoglio è tutto italiano.

Di Carola Antonucci.


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