La Millennial Pause e l’evoluzione dei media

di Alessia Agosta
3 Min.

Sarà sicuramente capitato almeno una volta a tutti di vedere video di millennial diventare base per meme per il modo in cui vengono registrati. Ecco, la Millennial Pauseo pausa dei millennial, non è altro che quella piccola frazione di secondo di silenzio che si ripete all’inizio di ogni video registrato dai nati tra gli anni Ottanta e metà anni Novanta.

Perché avviene la Millennial Pause?

Sotto questo gesto apparentemente innocuo si cela in realtà un interessante aspetto della nostra società.

I Millennial non sono cresciuti con i social, dunque con i telefoni in mano pronti a registrare qualsiasi cosa li circondi. Tra gli anni Ottanta e Novanta, a immortalare i momenti più importanti della vita delle persone, c’era la videocamera.

Le videocamere dei tempi non erano certo tecnologiche come quelle attuali; perciò, prima di iniziare a parlare in un video, si aspettava quella frazione di secondo utile a capire se la ripresa fosse partita.

Oggi questo non costituisce più un problema, in primis perché si registra prevalentemente con il telefono con i comandi immediati, e poi perché la distanza tra l’input e la risposta dei dispositivi tecnologici odierni è praticamente azzerata.

L’evoluzione dei media

La Millennial Pause riflette, in poche parole, l’evoluzione sfrenata che c’è stata per quanto riguarda i media. Persino la tecnologia stessa, in soli dieci anni, ha fatto passi da gigante. Basterebbe ritrovare in soffitta un telefono del 2014 e metterlo a confronto con un cellulare di oggi. Fino a quindici anni fa, per avere internet, servivano le famose “chiavette USB” delle principali compagnie telefoniche, che davano internet in base alla tariffa mensile che si pagava.

La crescita è stata talmente rapida che chi ha assistito a questo stravolgimento delle vite, non è riuscito a restare completamente al passo con i tempi. Il fatto che i Millennial abbiano mantenuto l’abitudine della piccola pausa all’inizio di ogni video dimostra come sia più semplice, per l’uomo, mantenere un vecchio vezzo. I cambiamenti sono stati troppo repentini e in troppo poco tempo, non è facile restare al passo. Ma non è un “restare al passo” inteso come comprare un telefono al posto di usare una cabina telefonica, è un aggiornarsi alle abitudini odierne, che oggi ci sono e domani potrebbero già essere scomparse, poiché la tecnologia è tanto propensa all’evoluzione quanto fragile.

Le abitudini apprese con i “vecchi” dispositivi tecnologici, sono molto più stabili, avevano tutte le caratteristiche per poter persistere nel tempo, al contrario di quelle attuali, che nemmeno chi è nato tra la tecnologia riesce a farsi proprie, poiché estremamente evanescenti.


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