In bilico tra Conformismo e Genialità

Le sfumature dell'esperimento di Asch: Anziché esprimere le nostre opinioni individuali, mostriamo una tendenza incline a conformarci ai pareri altrui.

di Dudnic Radu
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 6 Min.

Coltivare un’adesione verso il conformismo o manifestare l’espressione autentica delle proprie convinzioni? Farsi trascinare dalla corrente come un pezzo di legna in un fiume oppure perseverare nelle proprie credenze, anche al costo di sembrare eccentrici folli?

Dove si colloca il sottile filo che separa le due cose?

Succede, e non di rado, di ritrovarsi nella posizione di concordare con il resto del gruppo, anche se intimamente si nutrono delle opinioni divergenti. Probabilmente è quello che si chiedeva Solomon Asch (1907-1995), prima di arrivare ad una delle conclusioni più citate negli studi della psicologia sociale. Durante i primi anni della seconda guerra mondiale, Asch si pone i primi interrogativi sugli effetti della propaganda nazista in Germania: Come era possibile che un’intera nazione si fosse piegata acriticamente ai dettami di un partito? 

Il Conformismo secondo Solomon Asch

Il fenomeno noto come “Conformismo“, coniato da Solomon Asch, riflette come il nostro percepire la realtà possa essere plasmato dal gruppo sociale in cui ci troviamo. Questo fenomeno rivela come spesso la psicologia del singolo individuo ponga maggiore importanza all’opinione collettiva rispetto alla nostra personale prospettiva. Anziché esprimere le nostre opinioni individuali, mostriamo una tendenza incline a conformarci ai pareri altrui.

D’altronde il comodo e rassicurante abbraccio della conformità non impiega fatica per pensare o decidere da soli. Al contrario invece, l’arduo compito di proclamare apertamente le proprie convinzioni esige non solo sforzo, ma anche audacia e fermezza. Siamo animali sociali, mossi da necessità di appartenenza e accettazione, ma con sfumature profondamente personali. Tra l’adeguarsi e il dissentire c’è la misteriosa terra di mezzo: un campo di battaglia interiore che ciascuno di noi si trova ad affrontare.

Esperimento di Asch (1956)

In questo esperimento, i partecipanti venivano chiamati a giudicare la lunghezza di diverse linee e a identificare quale delle tre proposte corrispondesse alla lunghezza di una linea campione. Le differenze tra le linee erano chiare e facilmente distinguibili anche ad occhio nudo.

Ciò che i volontari però non sapevano, è che erano stati inseriti un gruppo di complici scelti da Asch. Dopo aver dato alcune risposte corrette, i complici iniziavano deliberatamente a fornire risposte errate, affermando che una linea diversa è uguale a quella di riferimento. In questa situazione, ogni partecipante si trovava di fronte a una scelta: seguire la propria percezione e rispondere correttamente o aderire alla maggioranza e seguire la conformità?

L’obiettivo dell’esperimento era esaminare se la pressione del gruppo avrebbe influenzato le risposte dei partecipanti. Ciò che è stato osservato è che molti partecipanti (il 75%) tendono a conformarsi al gruppo, anche quando sanno che la risposta è errata. L’esperimento evidenzia come il desiderio di appartenenza e l’esigenza di conformarsi al gruppo possa spesso sovrastare la correttezza delle risposte individuali, illustrando la potente influenza delle dinamiche di gruppo sulla presa di decisioni personali.

conformismo

In sostanza, Asch dimostrò come la pressione sociale esercitata dal gruppo potesse spingere gli individui a conformarsi anche quando sapevano di avere ragione. Questo esperimento metteva in luce la tendenza delle persone a seguire la maggioranza, anche quando questa maggioranza sbagliava, evidenziando l’effetto della dinamica di gruppo sulla presa di decisioni individuali.

Cosa direbbero “i geni” a riguardo?

Nel corso della storia, spesso sono stati gli individui fuori dall’ordinario a plasmare il nostro mondo. Le soluzioni più innovative emergono quando ci permettiamo di dissentire dalla massa. Ma chi ha bisogno di originalità quando ci si può semplicemente fondere nell’uniformità grigia e sentirsi parte di qualcosa di più grande? Dalle folle di persone che si sollevano le mani al cielo in una discoteca al paradossale senso di libertà che questo comporta, sembra che tutti vogliamo far parte dello stesso coro. Ma cosa succede a chi si sente “stonato” e si allontana dall’opinione dominante?

La pressione per conformarsi può generare sentimenti di isolamento e incomprensione. Questo ambiente è tutt’altro che estraneo a coloro che hanno dato un contributo significativo allo sviluppo individuale e collettivo. Se potessimo ascoltare le parole dei geni attraverso le pagine della storia, percepiremmo l’eco delle loro voci condividere lo stesso concetto: spesso sono stati coloro che hanno infranto le convenzioni che hanno aperto nuove frontiere e cambiato il corso dell’umanità. 

Al di là delle nostre opinioni, è essenziale comprendere che chi siamo va oltre le idee che sosteniamo apertamente. Ogni opinione costituisce solo un aspetto della nostra complessa identità. Riconoscere questa diversità ci consente di abbracciare la varietà di pensiero e di rispettare le opinioni contrastanti. La nostra unicità non viene compromessa dalla presenza di idee diverse, ma anzi, ne viene arricchita.

Citazioni sul conformismo e conformità

Another Brick in the Wall – Pink FloydLa canzone esprime una critica estremamente ampia alla conformità dettata dalla società di massa. Solo l’idea di diventare “un altro mattone nel muro” suggerisce sgomento nel testo della canzone della pionieristica band.

Conformità è un concetto più ampio e comprensivo di obbedienza, che designa l’azione di una persona che si sottomette a un’autorità istituzionale – mentre il conformista è colui che si sottomette all’autorità sociale diffusa del gruppo. Emerge alla luce proprio il concetto di perdita dell’individualità e la sensazione di essere assorbiti da un sistema del tutto impersonale. Questo concetto di uniformità può essere paragonato al “paradosso della libertà” : se proprio le masse possono sentirsi parte di qualcosa di più grande, possono anche perdere la propria autenticità nel processo.

Le folle non hanno mai provato il desiderio della verità. Chiedono solo illusioni, delle quali non possono fare a meno. Danno sempre la preferenza al surreale rispetto al reale; l’irreale agisce su di esse con la stessa forza che il reale. Hanno un’evidente tendenza a non distinguere l’uno dall’altro.
-Sigmund Freud

Nella solitudine, il solitario divora se stesso. Nella moltitudine, lo divorano i molti. Ora scegli.
-Friedrich Nietzsche

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