8 Settembre, giornata mondiale dell’alfabetizzazione

di Costanza Maugeri
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 9 Min.

Oggi, 8 Settembre si celebra la giornata mondiale dell’alfabetizzazione. E’ stata istituita dall’Unesco, organizzazione sovranazionale nata con il fine di promuovere la pace attraverso la cultura, l’educazione, l’istruzione, la scienza e l’informazione.

Quando e perchè fu istituita?

La giornata mondiale dell’alfabetizzazione fu istituita nel 1965 per sensibilizzare sulla situazione, ancora ad oggi critica, che coinvolge milioni di bambini, bambine, ragazzi, ragazze e adulti in tutto il mondo e per promuovere l’alfabetizzazione come primo mezzo di lotta alla fame, alla povertà, alla diffusione di malattie sessualmente trasmissibili e alla disparità di genere.

E’ fondamentale, inoltre, sottolineare l’importanza di metodologie e strategie che rendano sempre più democratica l’istruzione di qualsiasi ordine e grado.

Agenda 2030, obbiettivo 4, un’istruzione di qualità

L’agenda 2030 è un piano di azione internazionale approvato dall’Onu il 25 Settembre 2015 con il fine di garantire entro il 2030 eguali diritti per tutti gli individui, in particolar modo in quei Paesi in cui non sono garantiti e l’azione concreta per risolvere i problemi legati all’ambiente, promuovendo così uno sviluppo sostenibile che tenga conto del benessere delle persone e della natura.

Essa si pone il raggiungimento di 17 obbiettivi, tra questi è menzionata la promozione concreta di un’ istruzione di qualità.

Cosa si intende con istruzione di qualità?

Con l’obiettivo 4 dell’agenda 2030 l’ONU si è prefissata alcuni traguardi per garantire l’istruzione necessaria alla crescita sana e consapevole dell’individuo:

4.1 Garantire entro il 2030 ad ogni ragazza e ragazzo libertà, equità e qualità nel completamento dell’educazione primaria e secondaria che porti a risultati di apprendimento adeguati e concreti

4.2. Garantire entro il 2030 che ogni ragazza e ragazzo abbiano uno sviluppo infantile di qualità, ed un accesso a cure ed istruzione pre-scolastiche così da essere pronti alla scuola primaria

4.3. Garantire entro il 2030 ad ogni donna e uomo un accesso equo ad un’istruzione tecnica, professionale e terziaria -anche universitaria- che sia economicamente vantaggiosa e di qualità

4.4. Aumentare considerevolmente entro il 2030 il numero di giovani e adulti con competenze specifiche -anche tecniche e professionali- per l’occupazione, posti di lavoro dignitosi e per l’imprenditoria

4.5. Eliminare entro il 2030 le disparità di genere nell’istruzione e garantire un accesso equo a tutti i livelli di istruzione e formazione professionale delle categorie protette, tra cui le persone con disabilità, le popolazioni indigene ed i bambini in situazioni di vulnerabilità

4.6. Garantire entro il 2030 che tutti i giovani e gran parte degli adulti, sia uomini che donne, abbiano un livello di alfabetizzazione ed una capacità di calcolo

4.7. Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile

4.a. Costruire e potenziare le strutture dell’istruzione che siano sensibili ai bisogni dell’infanzia, alle disabilità e alla parità di genere e predisporre ambienti dedicati all’apprendimento che siano sicuri, non violenti e inclusivi per tutti

4.b. Espandere considerevolmente entro il 2020 a livello globale il numero di borse di studio disponibili per i paesi in via di sviluppo, specialmente nei paesi meno sviluppati, nei piccoli stati insulari e negli stati africani, per garantire l’accesso all’istruzione superiore  – compresa la formazione professionale, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e i programmi tecnici, ingegneristici e scientifici –  sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo

4.c. Aumentare considerevolmente entro il 2030 la presenza di insegnanti qualificati, anche grazie alla cooperazione internazionale, per la loro attività di formazione negli stati in via di sviluppo, specialmente nei paesi meno sviluppati e i piccoli stati insulari in via di sviluppo

Gli obbiettivi sopra elencati sono riportati fedelmente dal sito dell’ONU.

Iqbal Masih: un bambino che voleva studiare

Iqbal Masih era un bambino pakistano che all’età di 4 anni fu venduto dal padre ad una fabbrica di tappeti, un’infanzia disumana che lo vede lavorare per 12 ore al giorno in condizioni da brividi, picchiato, insultato e incatenato al suo telaio.

Un giorno del 1992, Iqbal e altri bambini della fabbrica scappano di nascosto, trovandosi in mezzo ad una manifestazione organizzata dal Fronte di Liberazione del Lavoro Schiavizzato(BLFF).

Grazie a questo evento prende per la prima volta coscienza della sua condizione di schiavitù e conosce così l’avvocato Eshan Ullah Khan, che da quel momento lo mette sotto la protezione del BLLF.
Con la spontaneità di un bambino inizia a raccontare la propria storia che in pochissimo tempo grazie ai giornali e alla televisione fa il giro del mondo.

Iqbal non vuole tornare a lavorare in fabbrica, vuole studiare e diventare avvocato per difendere i bambini come lui.

Il 16 aprile 1995, la tragedia: alcuni uomini della “mafia dei tappeti” gli sparano mentre sta correndo in bicicletta a Muridke, sua città natale.

Iqbal aveva solo 12 anni

Iqbal

Malala Yousafzai: una ragazza che voleva andare a scuola

Malala, ragazza pakistana ha solo 11 anni quando comprende che andare a scuola in un Paese dove la disparità di genere impedisce alla maggior parte delle donne di realizzarsi, rappresenta la frontiera della sua indipendenza.

Un giorno però un gruppo di talebani armati giunge nel Paese dove Malala vive con la propria famiglia, volendo obbligare le donne e le ragazze al solo compito di madri occupate nella gestione della casa.

Malala non accetta queste condizioni, apre un blog sfruttando le proprie capacità di scrittura e continua ad andare a scuola.

I talebani non accettano la voglia di rivendicare la propria libertà: il 9 ottobre 2012 un gruppo di uomini armati le spara in testa mentre sta salendo sullo scuolabus.

Trasportata d’urgenza all’ospedale locale, Malala viene salvata e un ospedale di Birmingham, in Gran Bretagna, si offre di accoglierla per curarla e garantirle protezione.

Malala oggi è una donna neo laureata, attivista e scrittrice che non ha mai impedito alla paura di condizionarla nonostante le continue minacce.

Nel 2014, per l’impegno dimostrato nella lotta alla disparità di genere e nella voglia di affermare l’istruzione come basilare gradino della libertà individuale, ha ricevuto il premio Nobel per la pace.

Malala, Photo by Christopher Furlong/Getty Images)

“Prendiamo in mano i nostri libri e le nostre penne. […] Sono le nostre armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo.”

Malala Yousafzai

Scritto da Costanza Maugeri


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