Un cardinale è stato indagato per una causa piuttosto insolita

di Giorgia Lelii
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In un filone d’indagine aperto dal promotore di giustizia vaticano parallelamente al processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, il Cardinale Angelo Becciu risulta indagato con altre persone, inclusi alcuni suoi stessi familiari, per associazione a delinquere.

Alessandro Diddi, promotore di giustizia vaticano, ha riferito dell’esito della rogatoria per l’ipotesi di reato associativo, nell’ambito della quale il Tribunale di Sassari ha trasmesso in Vaticano i risultati degli accertamenti condotti sulla cooperativa Spes di Ozieri, guidata dal fratello del cardinale.

La trentasettesima udienza del processo parte per la compravendita del palazzo di Sloane Avenue: essa ha visto l’accusa definire i documenti ottenuti dalla Guardia di Finanza “particolarmente rilevanti“. Il prelato e i suoi difensori hanno puntualizzato di essere all’oscuro di questo nuovo filone d’inchiesta; oltre a ciò, gli inquirenti si sono ritrovati in due vicende alquanto scomode. Infatti, i prestiti e le donazioni – in particolare 100mila euro – partiti dalla Segreteria di Stato verso la diocesi di Ozieri tramite una cooperativa nella quale lavorava il fratello di Becciu, e i rapporti dello stesso porporato con una donna sarda, Cecilia Marogna, che si presenta come un’agente dei servizi segreti italiani cooptata da Becciu, e lautamente remunerata, per operazioni di sicurezza in giro per il mondo. 

Molti estratti delle indagini sono dal risvolto sorprendente: da alcuni estratti di una chat familiare con il fratello e la nipote, ne emergono, secondo Diddi, “tracce di pesanti ingerenze della curia romana sull’attività della diocesi”. A quanto avrebbe affermato l’allora vescovo, Sergio Pintor, in documenti sempre agli atti dell’indagine, diocesi e Caritas erano entrambe gestite dalla famiglia Becciu.

Inoltre, emerge altro: era già noto che i soldi provenienti dalla Segreteria di Stato erano stati utilizzati dalla cooperativa Spes per aprire un forno nel quale far lavorare persone in difficoltà. Ora sono emerse 927 bolle di trasporto per la consegna di 18 mila chili di pane alle parrocchie, ma sarebbero documenti falsi. Relativi, cioè a consegne avvenute nel 2018, ma realizzati poche settimane prima dell’avvio del processo nel 2019. Inoltre, nessuno dei panettieri ha riconosciuto la propria firma nei documenti di trasporto. Sempre dalle chat risulta che Cecilia Marogna ha dimestichezza con i parenti di Becciu e si definisce una “di famiglia”. 

Vedremo un po’ quale sarà il risultato finale: questo processo va considerato, in un certo senso, storico, poiché è la prima volta che un cardinale viene giudicato da giudici laici

Scritto da Giorgia Lelii


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