L’autosabotaggio: il serial killer delle nostre relazioni

di Alessio Pio Pierro
5 Min.

L’amore, la cosa più bella, il sentimento dei sentimenti, ricorrente nella vita di qualunque essere umano.

L’amore è un argomento che viene trattato ovunque nelle sue varie forme ed esperienze in ogni ambito. Si parla di amore genuino, platonico, inerte, adolescenziale.

Ma visto che non siamo in un film romantico dei primi anni 2000 non vi parleremo dei lati positivi hollywoodiani. No, non citeremo neanche il susseguirsi di abbandoni e ritorno.

Analizzeremo invece, grazie a studi e pareri di psicologi, una causa sottovalutata per cui una relazione può morire: l’autosabotaggio.

Cos’è l’autosabotaggio?

L’autosabotaggio, in una relazione, è l’insieme di comportamenti disfunzionali che spingono una persona ad allontanarsi da una relazione. La paura costante di essere lasciati o quella di non godersi il presente con il proprio partner, come la ricerca o certe volte la creazione di problemi inesistenti. Queste sono solo alcune delle modalità con cui il processo si infittisce.

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Ci si autosabota anche perché non si intende uscire dalla propria zona di comfort: in quanto esseri umani alla costante ricerca di equilibrio, cambiare ci è arduo e ci terrorizza.

Questo processo funge quindi da meccanismo di difesa. Si tende a valutare meno dolorosa la possibile perdita del partner, rispetto alla prospettiva di vivere una relazione oppressa dalle preoccupazioni e dalle insicurezze.

Alla base sono spesso presenti problematiche individuali. Per citarne alcune: bassa autostima, insicurezza, ansia riguardo il futuro, paura di non essere abbastanza, sentimenti di inferiorità nei confronti del proprio partner.

I quattro cavalieri dell’apocalisse di una relazione

Raquel Pell, ricercatrice americana, ha studiato 600 soggetti con diversi background sociali alle spalle. Ha riscontrato nella maggior parte di loro il ripresentarsi di 4 cause per cui la loro relazione sia finita. I “quattro cavalieri dell’apocalisse” – così definiti – sono la critica, l’ostruzionismo, lo stare sulla difensiva e il disprezzo.

  • L’ostruzionismo è il rifiutarsi di dare risposte: può rivelarsi controproducente in una relazione e nel tempo una via di fuga per il partner.
  • Per critica si intendono invece gli attacchi al partner che mirano alla personalità e non ai comportamenti.
  • Stare sulla difensiva è principalmente ricondotto a non riconoscere i propri errori e le proprie responsabilità, la ricerca costante di far prevalere la propria opinione e incapacità di raggiungere compromessi.
  • Infine, il disprezzo si manifesta con svalutazioni e offese che rappresentano mancanza di rispetto al partner.

E se anche ciò che abbiamo vissuto nella nostra infanzia sia la causa dell’autosabotaggio?

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Come viene affermato dalla psicologa Annie Tanasugarn, spesso agiamo così anche perché nell’infanzia abbiamo assistito a relazioni di questo tipo.
Abbiamo assimilato questi comportamenti e ora li attuiamo poiché immaginiamo che questa sia una corretta relazione.

“L’autosabotaggio di una storia d’amore è un modo per lasciare l’altra persona prima che lo faccia lei per paura di rivivere i sentimenti negativi associati all’abbandono”.

Come si risolve?

Non è facile ma, con una maggiore conoscenza di se stessi e l’ammissione della presenza di questa problematica, anche grazie incontri con uno psicoterapeuta, ci si può togliere la “maschera” che nasconde i sentimenti. Questo permette di elaborare il dolore nel caso della rottura naturale di un rapporto senza doversi autosabotare nelle relazioni future.

Scritto da Alessio Pio Pierro


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