Pablo Neruda fu avvelenato? La svolta nel caso

di Mirko Aufiero
5 Min.

Pablo Neruda potrebbe non essere morto di cancro alla prostata bensì avvelenato: il nuovo studio che riapre il caso

Pablo Neruda, poeta, premio Nobel e politico cileno, morì il 23 settembre 1973. All’epoca le cause del decesso vennero attribuite a un cancro alla prostata, eppure non è mai mancato chi sosteneva che qualcuno volesse eliminare il poeta. 

Del resto, a Neruda non mancavano certo i nemici. Solo 12 giorni prima della sua morte, l’11 settembre 1973, in Cile si era verificato il colpo di stato guidato da Augusto Pinochet che aveva destituito l’allora presidente socialista Salvador Allende

Quest’ultimo, molto legato a Neruda, si uccise durante l’attacco al palazzo residenziale, mentre lo stesso Neruda aveva in mente di fuggire in Messico. Purtroppo, il poeta cileno, un giorno prima della partenza, venne ricoverato d’urgenza in ospedale dove venne dichiarato morto poco dopo per un cancro alla prostata.

Da allora si sono susseguite indagini, riesumazioni del corpo e studi per scoprire la verità sulla sua morte; in uno studio pubblicato il 15 febbraio riemerge una tesi già venuta a galla negli ultimi cinquant’anni, ovvero l’avvelenamento

Le indagini e la tesi di avvelenamento 

Neruda

Il primo a sospettare dell’assassinio fu l’ambasciatore messicano Gonzalo Martinez Corbalà, il quale dichiarò che aveva incontrato il poeta appena due giorni prima dell’avvelenamento. Egli lo descrisse infatti come sovrappeso, cosa che trovò inusuale per un malato di cancro terminale

I sospetti caddero subito su un medico dell’ospedale, un certo “dottor Price”. Quest’ultimo, di turno la notte della morte di Neruda, però, non fu mai rintracciato: probabilmente il suo era un nome inventato per far perdere le tracce del sicario.  

Nonostante ciò, le accuse non abbandonarono l’ospedale. Nel 2013 l’autista di Neruda, Manuel Araya, dichiarò ad un giornale che il poeta lo aveva telefonato per raccontargli che qualcuno si era introdotto nella sua stanza d’ospedale mentre dormiva per praticargli una iniezione allo stomaco

Questa versione troverà riscontro nelle parole della moglie del poeta, Matilde Urrutia, defunta nel 1985. La donna, infatti, aveva già raccontato l’apprensione di Neruda per quella puntura e il suo rapido peggioramento nei giorni ad essa successivi. 

La riesumazione del corpo di Neruda

Pablo Neruda

Alle dichiarazioni di Araya seguì la riesumazione del corpo di Neruda nel 2013. Da allora sono stati condotti numerosi studi sui resti biologici, che hanno portato il governo cileno a dichiarare che la causa del decesso fosse da imputare “molto probabilmente” a una terza parte

Fino ad allora si era ipotizzato che l’avvelenamento fosse avvenuto usando l’iprite, (il gas mostarda usato a partire dalla Prima guerra mondiale). Questo gas è un agente vescicante e ustionante per contatto spesso usato dal regime di Pinochet per gli omicidi mirati grazie alla sua capacità di diffondere infezioni e danneggiare il sistema immunitario

Tuttavia, i segni dell’iprite tendono a scomparire col passare degli anni, e dunque è sempre stato difficile accertarne l’uso su Neruda. 

Il nuovo studio

Pablo Neruda

Un nuovo studio, però, pubblicato il 15 febbraio scorso, sembra aver trovato un altro responsabile del decesso del poeta. Esso si concentra sul Clostridium botulinium, un microorganismo responsabile del botulismo usato più volte come arma chimica che è stato rintracciato nei denti di Neruda. 

Lo studio, condotto dalla McMaster University, in Canada e dall’Università di Copenaghen, ha escluso che il microorganismo possa essere arrivato dall’ambiente circostante a seguito della morte del poeta, ma resta ancora da capire come sia giunto nel suo corpo. 

Ora toccherà al tribunale cileno al quale è stato presentato lo studio decidere se andare avanti con le indagini o archiviare il caso. Questa, tuttavia, sembra la prova definitiva che Neruda sia stato una delle tante vittime del regime di Augusto Pinochet. 

Scritto da Mirko Aufiero


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