5 componimenti che hanno segnato la storia della poesia

di Antonucci Carola
8 Min.

Da sempre la poesia ha avuto un ruolo importante nella storia dell’umanità, segnando in modo particolare la cultura e la letteratura. Il componimento in versi, infatti, è il genere più usato dai grandi poeti per esprimere i propri sentimenti, dagli stilnovisti ai poeti contemporanei, che con le loro parole sono riusciti ad emozionare generazioni, aggiudicandosi il premio di “parole eterne”. Qui di seguito le 5 poesie più interessanti.

Eugenio Montale, Ho sceso dandoti il braccio almeno un milione di scale

Facente parte dalla raccolta poetica Satura del 1971, è una poesia dolce e struggente che parla di una nostalgia dei tempi passati che il poeta sa non torneranno più.

«Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.

Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.

Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono

le coincidenze, le prenotazioni,

le trappole, gli scorni di chi crede

che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio

non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.

Con te le ho scese perché sapevo che di noi due

le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,

erano le tue.»

Jacques Prévert, I ragazzi che si amano

Poesia d'amore contemporanea

Una poesia coinvolgente dove il poeta racconta le sensazioni che il primo amore suscita in ognuno di noi. Il sentirsi invincibili, capaci di ogni cosa purché la persona amata è al nostro fianco, il sentirsi completamente in una dimensione ultraterrena dove niente ci può scalfire.

«I ragazzi che si amano si baciano in piedi

Contro le porte della notte

E i passanti che passano li segnano a dito

Ma i ragazzi che si amano

Non ci sono per nessuno

Ed è soltanto la loro ombra

Che trema nel buio

Suscitando la rabbia dei passanti

La loro rabbia il loro disprezzo i loro risolini

la loro invidia

I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno

Loro sono altrove ben più lontano della notte

Ben più in alto del sole

Nell’abbagliante splendore del loro primo amore»

Federico Garcia Lorca, Potessero le mie mani sfogliare la luna

Un amore lontano e nostalgico evocato in questa poesia con il nome della persona amata. Sveglia sensazioni profonde nel poeta e lo porta a mettere in discussione quello che prova nel presente.

«Pronunzio il tuo nome

nelle notti scure,

quando sorgono gli astri

per bere dalla luna

e dormono le frasche

delle macchie occulte.

E mi sento vuoto

di musica e passione.

Orologio pazzo che suona

antiche ore morte.

Pronunzio il tuo nome

in questa notte scura,

e il tuo nome risuona

più lontano che mai.

Più lontano di tutte le stelle

e più dolente della dolce pioggia.

T’amerò come allora

qualche volta? Che colpa

ha mai questo mio cuore?

Se la nebbia svanisce,

quale nuova passione mi attende?

Sarà tranquilla e pura?

Potessero le mie mani

sfogliare la luna!»

Alda Merini, Ieri sera era amore (a Ettore)

Poesia dedicata al marito Ettore con il quale si sposò nel 1953. All’amore la Merini dedicò interi componimenti, affermando sempre di avere paura di esso ma non della morte.

«Ieri sera era amore,

io e te nella vita

fuggitivi e fuggiaschi

con un bacio e una bocca

come in un quadro astratto:

io e te innamorati

stupendamente accanto.

Io ti ho gemmato e l’ho detto:

ma questa mia emozione

si è spenta nelle parole.»

Charles Bukowski, Sì Sì

Non poteva assentarsi dalla “top 5” uno dei più grandi poeti del 900, Charles Bukowski. Conosciuto per il suo stile poetico molto rude e “vero”, ha sempre rappresentato per suo volere la realtà quanto più puramente e crudelmente poteva, mostrandoci quanto “la vita sia profonda nella sua semplicità” come egli stesso affermava.

« Quando Dio creò l’amore non ci ha aiutato molto

quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani

quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma

quando Dio creò l’odio ci ha dato una normale cosa utile

quando Dio creò Me creò Me

quando Dio creò la scimmia stava dormendo

quando creò la giraffa era ubriaco

quando creò i narcotici era su di giri

e quando creò il suicidio era a terra

Quando creò te distesa a letto

sapeva cosa stava facendo

era ubriaco e su di giri

e creò le montagne e il mare e il fuoco

allo stesso tempo

Ha fatto qualche errore

ma quando creò te distesa a letto

fece tutto il Suo Sacro Universo.»

Scritto da Carola Antonucci


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