Lavoro, gli Italiani sono i più tristi d’Europa

di Christian Sangaletti
3 Min.

Secondo il report dell’anno 2023 ‘Gallup State of the Global Workplace‘, i lavoratori italiani si sentono sempre meno soddisfatti e coinvolti sul loro posto di lavoro.

La stima sottolinea che i lavoratori sono “tristi senza essere arrabbiati e stressati senza avere grandi prospettive di cambiamento”.

Nonostante l’incoraggiante stima dell’ISTAT per il primo trimestre del 2023, dove l’input di lavoro è aumentato dell’1.3% rispetto al trimestre precedente, le stime di ‘Gallup’ preoccupano dal punto di vista umano.

I lavoratori italiani, lo stress e il basso indice di appagamento

La percentuale di lavoratori italiani che si sentono intensamente tristi durante la loro giornata si attesta al 27%: secondo posto per il ‘Belpaese’, dietro al Cipro del Nord con il 28%.

Rispetto all’anno precedente, la percentuale di lavoratori ‘intensamente tristi’ è rimasta invariata: nello specifico, 1 lavoratore su 3 prova tristezza nello svolgimento delle sue mansioni.

Un altro elemento che fa riflettere è il coinvolgimento dei lavoratori nelle proprie attività quotidiane: per l’Italia, infatti, solo il 5% dei lavoratori dipendenti si sente appagato dalla mansione che svolge e crede che quest’ultima rimarrà anche in futuro.

Il dato è preoccupante se rapportato alla media europea, che si attesta al 13%, e a quella globale, che arriva fino al 23%.

Sempre secondo il report, lo stress è la ragione principale del malcontento del 46% degli italiani intervistati (+7% rispetto alla media europea).

Lavoro, la maggior parte degli Italiani è stressata

Le percentuali del livello di rabbia, invece, sono molto più basse delle precedenti (16%), a quanto sembra, però, i lavoratori vedono le loro mansioni come “una costrizione senza alcun tipo di appagamento”.

di Christian Sangaletti

Fonti: Gallup State of the Global Workplace, La Svolta, Il Sole 24 Ore


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