Facciamo chiarezza sul caso pandoro Ferragni-Balocco

di Costanza Maugeri
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 6 Min.

Maxi Multa a Chiara Ferragni e Balocco, il pandoro non era per beneficenza

Così titola il post pubblicato sul nostra pagina Instagram relativo alla vicenda di Chiara Ferragni. Le sue società Fenice e Tbs Crew e la nota azienda dolciaria Balocco sono state multate con due sanzioni: da 1 milione e 45 mila euro le prime e e da 420 mila euro la seconda. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato contesta, infatti, una pratica commerciale scorretta.

Facciamo un passo indietro….

Un anno fa Chiara Ferragni e Balocco lanciarono un Pandoro in vista del Natale. L’iniziativa, a loro dire, avrebbe sostenuto l’ospedale Regina Margherita di Torino, non fu specificato, espressamente, che il ricavato delle vendite sarebbe andato in beneficienza. Dimenticanza o strategia di marketing? Non sta a noi dirlo, ma una verità ad un anno esatto viene a galla: la donazione all’azienda sanitaria sarebbe stata fatta, mesi prima del lancio dell’iniziativa, dalla sola Balocco. Questo non trascurabile dettaglio, però, non era chiaro ai consumatori che indotti a credere che l’acquisto avrebbe contribuito direttamente alla causa, lo hanno comprato.

L’antitrust e l’accusa

© Codackksu

L’autorità, dopo approfondite indagini, ha rilevato un violazione del dovere professionale ai sensi dell’articolo 20 del codice del Consumo integrando una pratica scorretta connotata da elementi di ingannevolezza ai sensi degli articoli 21 e 22.

1. Le pratiche commerciali scorrette sono vietate.

2. Una pratica commerciale è scorretta se è contraria alla diligenza professionale, ed è falsa o idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico, in relazione al prodotto, del consumatore medio che essa raggiunge o al quale è diretta o del membro medio di un gruppo qualora la pratica commerciale sia diretta a un determinato gruppo di consumatori.

3. Le pratiche commerciali che, pur raggiungendo gruppi più ampi di consumatori, sono idonee a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico solo di un gruppo di consumatori chiaramente individuabile, particolarmente vulnerabili alla pratica o al prodotto cui essa si riferisce a motivo della loro infermità mentale o fisica, della loro età o ingenuità, in un modo che il professionista poteva ragionevolmente prevedere, sono valutate nell’ottica del membro medio di tale gruppo. È fatta salva la pratica pubblicitaria comune e legittima consistente in dichiarazioni esagerate o in dichiarazioni che non sono destinate ad essere prese alla lettera.

4. In particolare, sono scorrette le pratiche commerciali:

  1. a) ingannevoli di cui agli articoli 21, 22 e 23 o
  2. b) aggressive di cui agli articoli 24, 25 e 26.

5. Gli articoli 23 e 26 riportano l’elenco delle pratiche commerciali, rispettivamente ingannevoli e aggressive, considerate in ogni caso scorrette.

Articolo 20 del Codice del Consumo

1. È considerata ingannevole una pratica commerciale che contiene informazioni non rispondenti al vero o, seppure di fatto corretta, in qualsiasi modo, anche nella sua presentazione complessiva, induce o è idonea ad indurre in errore il consumatore medio riguardo ad uno o più dei seguenti elementi e, in ogni caso, lo induce o è idonea a indurlo ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso

Estratto dell’articolo 21 del Codice del Consumo

L’indagine ha avuto inizio da una segnalazione, del 9 Gennaio scorso, del Codacons e dell’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi

A gennaio, a seguito di numerose segnalazioni circa la scarsa trasparenza dell’iniziativa di solidarietà e i dubbi sull’utilizzo dei fondi raccolti presso i cittadini che avevano acquistato il pandoro, ci eravamo rivolti all’Antitrust chiedendo di accendere un faro sulla vicenda

Codacons

La risposta di Chiara Ferragni

© account Instagram Chiara Ferragni

Chiara Ferragni ha risposto all’accusa con delle storie su Instagram

Mi dispiace che dopo tutto l’impegno mio e della mia famiglia in questi anni sul fronte dell’attività benefica, ci si ostini a vedere del negativo in un’operazione in cui tutto è stato fatto in totale buona fede. Quella con Balocco è stata un’operazione commerciale come tante ne faccio ogni giorno. In questa in particolare ho voluto sottolineare la donazione benefica fatta da Balocco all’ospedale Regina Margherita perché per me era un punto fondamentale dell’accordo. E sapere che quel macchinario che permette di esplorate nuove cure terapeutiche per i bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing ora è lì in ospedale, è quel che conta di più.

Quale ripercussioni potrebbe avere la vicenda Ferragni?

Non possiamo prevedere il futuro, ma sicuramente lo scandalo avrà delle ripercussioni.

I cittadini e le cittadine hanno sempre una forte diffidenza quando si tratta di donare per una causa. Questa vicenda, infatti, non solo, probabilmente, rappresenterà un duro colpo per l’immagine pubblica di Chiara Ferragni e per la fiducia che le persone ripongono, ma rischierà di danneggiare tutto il meccanismo di beneficenza, donazioni e solidarietà trasparente messo in piedi da molti personaggi pubblici compresa Chiara Ferragni.


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