La nostra società è una costante gara a chi ce l’ha più lungo

di Alessio Pio Pierro
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 5 Min.

Perché nella nostra società, nella maggior parte delle conversazioni si tende a voler prevalere verso la persona con cui si sta parlando?
Perché basiamo le nostre conversazioni quotidiane sulla continua “gara a chi ce l’ha più lungo”?
Perché siamo dipendenti dal tempo che scorre troppo veloce?

Siamo dipendenti da una società affetta da “Sindrome del pene grosso”, il nostro modo di ragionare e di agire è basato su qualcosa di disfunzionale.

Cos’è esattamente?

Viviamo in una concezione sociale dove la competizione, l’egoismo e lo stakanovismo sono le 3 componenti fondanti delle nostre vite.
Questo lo vediamo a scuola, a lavoro e nelle relazioni sociali.

Il non riuscire a non finire un esame in tempo, il susseguirsi di cambi di lavoro o la perdita di un treno o di una semplice discussione ci fa sentire deboli e non all’altezza.
Tendiamo sempre a paragonare le nostre vite a quelle altrui, si vuole emularle, superarle e si cerca sempre di fare tutto entro un periodo preciso e in un modo preciso, come ci è stato perfettamente inculcato.
Stiamo portando sempre di più noi stessi ad agire in maniera veloce, efficiente e individuale.
Dobbiamo essere migliori di chiunque altro.

Perché la nostra vita va troppo veloce?

L’urbanizzazione, il consumismo ed il capitalismo possono essere delle cause, ma se vogliamo andare al principio della motivazione è che nella nostra cultura occidentale la concezione di tempo è il suo prosciugamento, dobbiamo sempre rincorrerlo con la paura di non riuscire a prenderlo.

«Il tempo è denaro.»

Benjamin Franklin

A differenza invece della cultura orientale che lo vede più come un qualcosa di periodico che si rinnova da solo, senza l’apporto umano. Come spiegò il filosofo britannico Thomas Hobbes da una sua analisi del comportamento egoistico umano, l’interesse personale è la cosa che muove di più l’essere umano, il nostro bisogno per lui è quello di prevalere.

“avere ragione è confortante, è una forma di potere, ci fa sentire meglio. Perché non vogliamo che la nostra visione del mondo sia compromessa. Perché il mondo è diventato troppo complesso e c’è un istinto diffuso a vedere nell’altro un nemico e non un interlocutore.”

Un’esempio visivo della “Sindrome del pene grosso” nel mondo

Il Ryugyong Hotel di Pyongyang, Corea del Nord, è un grattacielo di 105 piani alto 330,02 metri.

Il Ryugyong Hotel

Questo albergo ha una peculiarità: è completamente vuoto all’interno.
L’albergo era stato progettato in risposta al completamento dell’ex hotel più alto al mondo “Westin Stamford Hotel” di Singapore.
L’hotel avrebbe dovuto aprire nel due anni dopo la progettazione, nel 1989.

A causa però di problemi con i metodi di costruzione e dei materiali la sua inaugurazione tardó.
Nel 1992 completarono la struttura portante ma i lavori furoni interrotti per la mancanza di fondi durante la carenza di elettricità e alimenti in Corea del Nord.
I costi di costruzione stimati per questo edificio sono di 750 milioni di dollari (2% PIL nazionale) e ora risulta ancora chiuso e vuoto.
Questo edificio ha contribuito evidentemente allo stato di povertà della Corea del Nord degli anni ’90, il tutto solo per vincere una sfida economica contro un paese vicino.

Conclusioni

L’OMS ha definito la depressione, associata ai sintomi ansiosi una patologia in crescita ogni anno che sta avanzando sempre più nella società odierna, causata da repentini cambiamenti e pressioni sociali che si sviluppano dentro e fuori dal nucleo familiare, sociale e lavorativo e che sta rendendo sempre di più la vita della popolazione infelice.
Per il benessere della nostra salute mentale dobbiamo renderci conto del disequilibro che porta nelle nostre vite questa ideologia sociale radicata.

Scritto da Alessio Pierro


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