Il mito di Atlantide: Platone era un fuori di testa?

di Giorgia Lelii
6 Min.

Nonostante la vicenda della città di Atlantide non sia da considerarsi propriamente un mito, è comunque degna di essere raccontata. La storia prende vita da Platone, nel IV secolo a.C., nei suoi dialoghi Timeo e Crizia. La fonte era il politico Solone, che aveva scoperto l’esistenza della città con un viaggio in Egitto. In questa occasione, il sacerdote Sonchis gli aveva raccontato di un’antica battaglia tra Atene e Atlantide.

Grazie ai personaggi di Socrate, Ermocrate, Timeo di Locri e Crizia (suo antenato e capo dei Trenta Tiranni di Atene), il filosofo narra il mito della città di Atlantide, ormai perduta da tempo. Egli la definisce come un’isola-continente “più grande della Libia e dell’Asia” (Nord Africa e Anatolia), situata nell’Oceano Atlantico, oltre le Colonne d’Ercole. Ma ora veniamo alla storia.

Il mito della città perduta

All’inizio dei tempi, gli dei si divisero le terre. L’isola di Atlantide andò a Poseidone, dio del mare: nella parte centrale di questa c’era una pianura, dove abitava una fanciulla di nome Clito. Il dio se ne innamorò e da lei ebbe cinque coppie di gemelli. Successivamente, egli fortificò la pianura con cinque cerchi concentrici (due di terra e tre di mare): in questo modo Atlantide diventò un regno prosperoso, diviso in dieci regioni e ciascuna di esse governata da uno dei gemelli.

Il più grande tra i fratelli, Atlante, divenne il re dei re della città, ottenendo anche la regione della pianura dove si erano conosciuti i genitori, la zona più vasta e rigogliosa. Ben presto, l’isola era una delle potenze marittime più forti, ed era arrivata a conquistare anche varie parti dell’Africa, dell’Egitto e dell’Italia.

Quando però la parte di divino venne estinguendosi in loro, mescolata più volte con un forte elemento di mortalità e il carattere umano ebbe il sopravvento, allora, ormai incapaci di sostenere adeguatamente il carico del benessere di cui disponevano, si diedero a comportamenti sconvenienti.

Crizia, Platone.

I dieci re si macchiarono dunque di mortale egoismo, abbandonando la via della giustizia. L’elemento principale di discordia fu la guerra con Atene: infatti, Atlantide cercò di invadere la città, senza ottenere neanche un minimo successo. Il solo tentativo portò l’ira furibonda di Zeus, e l’isola fu bombardata di tsunami e terremoti in un giorno e una notte. I terreni sprofondarono, e l’unica cosa che rimase fu un ammasso di fango nell’acqua.

Atlantide: realtà o storia inventata?

C’è chi dice che Atlantide sia davvero esistita, c’è chi dice che sia stata una trovata di Platone per spiegare un’idea politica. Per cercare di confermare la teoria, molti viaggiatori hanno esplorato l’Oceano Atlantico nella speranza di trovare gli antichi resti sommersi della città, ma finora senza alcun risultato.

Nel 1881 lo scrittore Ignatius Donnelly, con la pubblicazione di Atlantis: the Antediluvian World, fece tornare in voga l’idea della città perduta. Egli riteneva che molte delle scoperte umane (come la metallurgia, l’agricoltura, la religione e il linguaggio) venissero proprio da Atlantide, da lui considerata come una civiltà avanzata, ricolma di saggezza e progresso.

Un altro elemento di discussione per gli studiosi e gli appassionati è stato l’ubicazione della città. Varie sono state le proposte: l’Oceano Atlantico; vicino lo stretto di Gibilterra; il Polo Nord; l’Africa; l’America; alcuni persino che fosse parte della nostra Sicilia, o comunque delle acque circostanti.

L’ipotesi più gettonata finora è stata la corrispondenza con l’isola di Binimi alle Bahamas. Questa è dovuta dal fatto che sul fondale del Mar dei Caraibi sono state rinvenute delle pietre bianche. Che c’entra? L’erosione del tempo sembra non averle minimamente scalfite, quindi non corrisponderebbero a nessun elemento presente in natura. Inoltre, queste pietre sarebbero disposte in una specie di strada, e ancora non è chiaro dove porti di preciso: le ipotesi sono aperte.

Atlantide sarà davvero esistita? O Platone aveva qualche problema?

Scritto da Giorgia Lelii


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