Alla censura della Rai noi rispondiamo no

Vi abbiamo accompagnato con Sanremo dal primo all'ultimo istante, ma abbiamo qualcosa da dire

di Redazione Nxwss
4 Min.

Noi non siamo capaci di indorare questa pillola amara. Quello che è successo stasera a “Domenica In”
non ci è piaciuto. Da informatori, è necessario prenderci un momento di pausa per riflettere su cosa comunichiamo, su cosa noi portiamo a voi. La redazione di Nxwss risponde « no » alla censura Rai.

Vi abbiamo accompagnato con Sanremo dal primo all’ultimo momento, non solo ridendo e seguendo con vigore il Festival, ma anche riflettendo sul peso che le parole hanno, soprattutto quando toccano l’animo e creano silenzio. Abbiamo assistito a denunce contornate dalla bellezza degli strumenti d’orchestra, eppure oggi ci troviamo davanti a situazioni che non sempre è facile rendere semplici da riportare.

I social si infuriano contro la censura Rai

È l’indignazione sui social media che ci porta a parlarvi di un argomento complicato, uno dei perni centrali su cui la democrazia (noi) si àncora. Quanto è bello pensare? Parlare? Esprimersi? Ce lo dice la nostra Costituzione, il nostro articolo 21, che dopo tanto sangue versato ci regala uno dei diritti più importanti che esista.

Necessitiamo di esprimerci senza censure, di informarci liberamente, di dire ciò che pensiamo e ciò in cui crediamo. Stasera, a malincuore, questa libertà ha ricevuto un duro schiaffo. Lo schiaffo, tanto potente, è arrivato nel momento in cui, finalmente, apprezzavamo proprio quel diritto che tanto ci è caro. Quanto è importante quello che viene detto in televisione? Quanto è importante quello che la Rai trasmette a noi? Lo è stato in questa settimana per l’unione che ha creato, come da anni, attorno alla musica. Ma lo è stato anche per i messaggi che si sono susseguiti, non solo di pace, ma anche di drammatica presa di coscienza riguardo quello che accade attorno a noi.

Critichiamo la velata, quanto profonda, censura a cui ci hanno sottoposto. Non permettiamo, da cittadini, che la divulgazione venga distorta. Non permettiamo che l’informazione venga cancellata. C’è un sentimento di distacco dallo Stato che negli anni cresce sempre di più, ma non possiamo dimenticarci che lo Stato siamo noi, i cittadini che lo compongono. I canali di informazione, soprattutto i più grandi poli nazionali, non solo dovrebbero permettere la libera espressione, ma dovrebbero farsi carico di proteggerla. Parlare della nostra realtà e del nostro mondo non può e non deve mai essere unilaterale, è proprio questo che ci ricorda l’articolo 21, che la censura la rinnega

Ma non parliamo a vuoto, affrontiamo la situazione con i fatti che sono accaduti

L’interruzione che Dargen D’Amico ha subito nel rispondere ai giornalisti sul tema dell’immigrazione e sui bambini, essenza della sua musica a Sanremo 2024, è stato un pugno nello stomaco a chi seguiva la diretta nazionale. Così come lo è stata, la sera prima, la denuncia che Ghali ha fatto sul palco in chiusura della sua performance. « Non c’è tempo per argomenti come questi » è stata la risposta a Dargen, che ha messo « in imbarazzo » la conduttrice di Domenica In. La Rai ha concluso dissociandosi dalle parole di Ghali, indirettamente anche di Dargen e di tutti gli artisti che in questi giorni si sono susseguiti sul palco.

La Rai, con un comunicato risicato, rimanda i « discorsi importanti », annunciando a nome di tutti la presa di distanza da ciò che è stato detto. E cosa è stato detto? Parole semplici, di richiamo alla pace, al ricordo di bambini che, in futuro, sarebbero potuti essere qualcuno. La censura e la debilitazione delle parole dette in diretta non è solo un atto errato, ma una rumorosa presa di posizione a favore della cancellazione di « cose che è meglio non dire ». 

La negazione della libera espressione da parte dei vertici informativi non è solo un evento preoccupante, ma un pesante fallimento. Siamo per l’informazione libera e per il diritto di espressione, nelle strade e negli stadi, sui palchi e nelle scuole.

Alla nostra Costituzione e ai diritti che ne discernono, alla necessità che ogni storia venga raccontata e che ogni tragedia venga denunciata.

Abbiamo riso e scherzato con Sanremo, ma c’è tanto ancora di cui occuparsi.

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