Paradosso della scelta, decidere in un mare di opzioni

di Dudnic Radu
7 Min.

La vita è un costante susseguirsi di scelte. Vivere significa decidere. Vi siete mai chiesti quante decisioni prendiamo ogni giorno? E quante di queste sono influenti nel modellare il nostro futuro? Se sì, siete nel posto giusto. Per rispondere alla domanda, si stima che nel quotidiano ogni individuo affronti circa 35.000 decisioni giornaliere. Alcune grandi e impattanti e altre apparentemente trascurabili. In questo spazio nasce il -forse- trascurato “paradosso della scelta”.

Dietro il velo della quantità, questo paradosso nascosto si insinua velatamente: in un mondo in cui l’accesso alle scelte sembra illimitato, ciò dovrebbe teoricamente tradursi in una strada spianata verso la felicità. Ma è davvero così? Nonostante l’abbondanza di opzioni, ci sentiamo come persi, sopraffatti, insoddisfatti delle nostre decisioni. Si parla di una sfida psicologica che rende il processo decisionale più complicato di quanto immaginiamo. Vediamo e cerchiamo di capirne il perché.

Che cos’è “l’effetto paralisi”?

Ecco la situazione: siamo consapevoli di vivere in un’era in cui la gamma di scelte disponibili per ogni aspetto della nostra vita è esplosa. La realtà in cui viviamo – particolarmente negli ultimi anni – fornisce un’estrema abbondanza di scelte. Ogni cosa, sembra, può adattarsi a differenti forme e caratteristiche per soddisfare una crescente gamma di richieste ed esigenze. Anche le più specifiche, che si tratti di prodotti, carriere o relazioni.

Il paradosso emerge quando ci rendiamo conto che, nonostante l’abbondanza di opzioni, spesso ci sentiamo assaliti e di conseguenza insoddisfatti delle nostre decisioni. O ancora peggio quando non prendiamo alcuna decisione. Lo abbiamo vissuto più volte con Netflix, il regno delle indecisioni per rifarci al concetto di Zerocalcare. Scorri, scorri e scorri tra film, serie TV e documentari, cercando disperatamente qualcosa che non ti faccia pentire della tua scelta. Oppure si pensi ad un vasto menu in un semplice ristorante che ci fa assaggiare soltanto il gusto del rimpianto di aver scelto la cosa sbagliata.

L’abbondanza di opzioni crea il timore di fare la scelta sbagliata, che può portare a uno stato di paralisi dell’analisi.

“Think Fast Think Slow” di D. Kahneman

Per capire il quesito principale dobbiamo andare dietro le quinte dei nostri processi cognitivi. Entriamo in una sfida psicologica che rende il processo decisionale più complesso di quanto immaginiamo. Daniel Kahneman, Nobel per l’economia e autore del bestseller “Think, Fast and Slow” getta luce sulle dinamiche della nostra mente quando si tratta di prendere decisioni. La nostra mente opera su due sistemi: uno veloce e intuitivo(2+2=4), l’altro lento e razionale (Una mazza da baseball e una palla costano un dollaro e dieci. La mazza costa un dollaro più della palla. Quanto costa la palla?).

L’eccesso di opzioni sovraccarica il sistema lento, portando alla paralisi decisionale. Qui entra in gioco anche la legge di Hick, che ci offre un’ulteriore chiave di lettura per affrontare questo paradosso. Sembra logico, ma allo stesso tempo contro-intuitivo (per l’appunto un paradosso): più opzioni abbiamo, più tempo impieghiamo per prendere una decisione. La nostra attenzione si disperde tra le molteplici alternative, e questo si traduce in un aumento della “fatica decisionale”. Siamo inondati da un flusso incessante di alternative, e questo può rendere difficile distinguere tra ciò che è davvero importante e ciò che è solo una distrazione.

La libertà di scelta è indubbiamente un valore fondamentale. Ma come possiamo superare la paralisi decisionale e rendere le scelte meno oppressive?

Barry Schwartz: “Il paradosso della scelta”

Barry Schwartz, rinomato psicologo e professore contemporaneo statunitense, risponde alla nostra domanda: la scelta ci rende sì più liberi ma anche più paralizzati, non si è più felici ma, al contrario, più insoddisfatti. Quindi libertà di scelta e la  schiavitù dell’abbondanza c’è una relazione. Ecco perché l’ansia sale quando il menù della vita è più lungo della lista della spesa di una famiglia di sei persone.

Decidere diventa un’epopea mentale, come se il nostro cervello fosse una CPU che fatica a elaborare ogni opzione. Per farla semplice il nesso sembra essere: più opzioni, più stress, più indecisione. La felicità? La seppelliamo sotto il peso delle alternative. La libertà di scegliere tra più alternative ? Una “prigione” che ci tiene in ostaggio. Quindi, come possiamo liberarci da questa tirannia delle scelte?

Forse la chiave sta nell’abbracciare il minimalismo decisionale, come se la felicità fosse nascosta dietro l’angolo della lista delle cose da non fare.

“Why less is more?” 

Sembra quasi un’interrogativo banale, ma arriviamo al cuore di questo paradosso e cerchiamo di scioglierlo definitivamente. “Why less is more?“. L’idea che meno opzioni possano portare a una maggiore soddisfazione non sembra affatto invitante. Ma vediamo di farvi ricredere.

Barry Schwartz ha dimostrato che un’eccesso di scelte può generare ansia e insoddisfazione, mentre una gamma più limitata può semplificare il processo decisionale, portando a scelte più gratificanti. In che modo? Come al solito, attraverso un’esperimento.

L’esperimento di Barry Schwartz: “Il paradosso della scelta”

L’esperimento delle marmellate gourmet, citato da Barry Schwartz nel suo lavoro “Il paradosso della scelta” offre un’illuminante punto di vista. In questo esperimento, un negozio di cibo gourmet offriva alla clientela la possibilità di assaggiare differenti varietà di marmellate. In una prospettiva, venivano esposte solo 6 marmellate diverse, mentre nell’altra, ben 24. Entrambe le condizioni miravano alla possibilità di far acquistare il set completo delle ventiquattro marmellate.

Curiosamente, la tavola con la maggiore varietà di marmellate ha attirato più persone, ma quando si è trattato di prendere una decisione d’acquisto, solo il 3% di coloro che avevano assaggiato, ha comprato la marmellata. Dall’altra parte, nonostante la tavola con meno opzioni avesse attirato meno persone, il 30% di esse ha poi effettivamente finalizzato l’acquisto.

Conclusione

Nell’abbondanza di alternative la propria lista dei desideri sembra diventare un cimitero di libri mai letti e film mai visti, sepolti sotto il peso delle scelte non fatte. Con ben 35.000 decisioni al giorno, la nostra mente è un supercomputer esausto in modalità “loading”.  Ma questo non significa privarci del lusso di poter sbagliare.

Al contrario il paradosso della scelta può essere un invito a riflettere sul nostro approccio alle decisioni tra le infinite opportunità. La chiave potrebbe risiedere nel riscoprire l’arte di scegliere con consapevolezza. Sviluppare una mente agile, capace di bilanciare l’intuito con la riflessione razionale per attraversare con successo il mare delle opzioni senza disperdersi.

Perché ce lo hanno detto più volte ma noi stentiamo ancora a crederci. La vera magia della vita si nasconde nei dettagli apparentemente insignificanti, e chi lo sa, magari si può davvero trovare la felicità nel più inaspettato dei posti, scoprendo che ci è sempre stata accanto.

«And you think you have to want more than you need. Until you have it all you won’t be free». – Eddie Vedder, con la sua melodia malinconica, ci sussurra tra una nota e l’altra lo stesso concetto, in maniera più diretta.

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