27 Dicembre, il punto della settimana: cos’è successo nel mondo?

di Emanuele Lo Giudice
7 Min.

Dall’Atlantico al Pacifico, il punto della settimana che si sta per concludere. Il mondo dal 20 al 27 Dicembre 2022.

Si conclude un’altra settimana e le notizie che arrivano dal mondo circolano più veloce di quanto si pensi. Gli Stati Uniti, la Serbia e l’Australia, che è successo fuori dai confini nazionali? Ecco il punto della settimana!

USA: la “tempesta del secolo” congela Buffalo

È di più di 50 vittime il bilancio riportato dai media americani sulla bufera che in questi giorni sta paralizzando il paese. Biden ha dichiarato lo Stato di emergenza per lo Stato di New York, ad oggi il più colpito, dove sono circa 30 le morti causate dalla tempesta artica.

Lo “snowmageddon” sta mettendo in ginocchio soprattutto la Contea di Erie, dove si trova Buffalo, ad oggi completamente deserta a causa del prolungato divieto di circolazione. Kathy Hochul, Governatrice dello Stato di New York, ha infatti prorogato il divieto per altre 24 ore, considerando che la “tempesta del secolo” è ancora lontana dall’essere superata.

Non è però solo lo Stato di New York a ritrovarsi in piena crisi, ma anche gli Stati limitrofi, dove si sono contate altre morti. Il “bomb cyclone” si sta abbattendo sulla quasi totalità del territorio nazionale, fino in Texas e in Florida, dove le basse temperature hanno portato al congelamento delle iguane, cadute dagli alberi. Vittime e danni anche in Vermont, Colorado, Kansas, Ohio e Missouri, oltre che in Montana, dove le temperature hanno raggiunto i -45 gradi. Migliaia i voli interni e internazionali cancellati in questa settimana, soprattutto negli Stati che hanno dichiarato lo Stato d’emergenza, come il Wyoming, dove le temperature minime attese toccavano i -57 gradi.

“Siamo pronti a fornire tutte le risorse di necessarie per superare tutto questo” è ciò che ha dichiarato il Presidente Biden dopo essersi messo in contatto con la Governatrice dello Stato di New York. Forti critiche sono piovuto invece sul Sindaco di New York, in vacanza durante la crisi che si sta abbattendo in queste ore sulla città che non dorme mai. Ulteriori critiche sono ricadute sul Governatore del Texas che, come in passato, ha provocato politicamente la Vicepresidente Harris mandando davanti l’abitazione di quest’ultima tre bus pieni di migranti. La situazione di El Paso è critica, con diverse centinaia di persone che sono state costrette a trascorrere il natale per strada al gelo data la mancanza di strutture d’accoglienza.

Lo “snowapocalypse” di cui si parlerà per anni come “la tempesta del ’22”, di gran lunga peggiore di quella del 1977, ha per ora lasciato senza corrente circa mezzo milione di persone.

Serbia: Vučić dichiara lo Stato di massima allerta per l’esercito

Nuove barricate nel nord del Kosovo aumentano la tensione tra Belgrado e Pristina. L’invito della NATO e dell’Unione Europea a mitigare gli attriti ha portato (nuovamente) ad un nulla di fatto. Il governo di Belgrado ha messo in Stato di massima allerta l’esercito serbo, considerando le provocazioni di Pristina ormai come un “vero motivo di preoccupazione”. La presidenza serba ha invitato alla calma in quanto “non c’è nulla per cui andare nel panico, ma c’è motivo di essere preoccupati”. Il Kosovo si è detto pronto ad eliminare le barricate nel nord se “non lo farà la NATO”, aumentando ancora di più l’allerta del governo serbo, che ieri ha mandato il capo delle forze armate serbe Mojsilovic al confine con il Kosovo. Sono 18 i giorni di protesta dei serbi del Kosovo, iniziate dopo l’arresto di un ex poliziotto serbo da parte della polizia kosovara all’inizio di dicembre.

L’UE teme ora una nuova escalation nei Balcani, area che ha visto il termine del suo ultimo conflitto solo vent’anni fa, quando si pose definitivamente fine alle guerre jugoslave. Rimane alto l’allarme nelle capitali europee, soprattutto in considerazione dell’incontro di Vučić con il patriarca serbo Porfirije nella serata del 26 Dicembre, per quella che parrebbe (salvo future smentite) una benedizione per proteggere il popolo serbo del Kosovo.

Australia: Canberra non riconosce più Gerusalemme capitale di Israele

Penny Wong, Ministro degli Esteri dell’Australia dal 2022

“Quella di Gerusalemme è una questione di status che dovrebbe essere risolta nell’ambito di un negoziato di pace tra Israele e il popolo palestinese” sono le parole del Ministro degli Esteri australiano Wong. Quello del governo australiano è un allontanamento dalla politica del precedente governo conservatore, che riconosceva Gerusalemme Ovest come capitale di Israele. Solo nel 2018 infatti il governo Morrison aveva proceduto al riconoscimento, attirando le critiche internazionali ma evitando temporaneamente di spostare l’ambasciata da Tel Aviv.

Gerusalemme rientra tra le cause principali degli attriti tra israeliani e palestinesi, essendo presente un contenzioso sullo status della città da decenni. Alla decisione australiana è seguito il plauso palestinese, mentre è stata dura la reazione di Tel Aviv, il cui governo ha precisato che “né l’Australia né nessuno può dirci quale sia la capitale di Israele”. Nel 1980 la Knesset israeliana (Parlamento) ha proceduto ad emanare una legge fondamentale seconda la quale Gerusalemme veniva considerata unilateralmente “unita e indivisa”, scontrandosi con il Consiglio di Sicurezza ONU che ha dichiarato tale legge una violazione del diritto internazionale e un ostacolo al processo di pace in Medio Oriente.

Scritto da Emanuele Lo Giudice


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