Venere23 è costata 9 milioni di euro? La verità sembra essere un’altra

di Daniele Schiappa
5 Min.

Open to Meraviglia. E’ questo il motto della nuova campagna ideata dal Ministero del Turismo per promuovere il nostro paese al pubblico internazionale. Il tutto non solo tramite ADV e cartelloni pubblicitari nei più grandi aeroporti del mondo, ma anche tramite una “virtual influencer” chiamata Venere23.

Ma dalle polemiche che ciò a generato (e basta cercare su google per capire che sono parecchie) si può capire come qualcosa non abbia funzionato, almeno sul suolo di partenza, ossia quello italiano. Insomma una campagna per gli italiani che agli italiani (o perlomeno alla stragrande maggioranza di loro) non piace. Per non parlare della cifra spesa dal Ministero per la campagna marketing: 9 milioni di euro. Ma qual è la verità dietro tutto ciò?

Prima di proseguire vogliamo che sia chiaro cosa ha scatenato le polemiche in questione. Il paragrafo seguente sarà dedicato a questo: è un recap molto utile realizzato grazie ai founder di Not Just Analytics.

Tornando a noi, la critica principale deriva proprio dalla scelta di utilizzare una “Virtual influencer”, che per di più viene rappresentata in contesti che con la Dea Venere non hanno nulla a che fare. Ma la cosa che ha prodotto più scalpore è stata la poca attenzione sui dettagli da parte di chi ha ideato e creato la comunicazione di ciò.

Come stanno veramente le cose?

Grazie alla live ig di Veronica Civiero (ex Manager in Meta) e Yari Brugnoni (Co-Founder di Not Just Analytics) oggi abbiamo una visione più obiettiva rispetto a ciò che ci hanno raccontato negli ultimi giorni i principali quotidiani, che si sono limitati a criticare senza approfondire alcuni degli aspetti che hanno fatto scattare la polemica, come l’investimento dei 9 milioni di euro spesi per la campagna in questione.

Partiamo proprio da ciò. Secondo i dati degli anni precedenti, precisamente del 2022, sappiamo che l’Italia di milioni ne ha investiti 52, di cui 20 per marketing digitale. Ma in che campagne li abbiamo spesi? Principalmente in campagne con italiani parecchio conosciuti come Federica Pellegrini e per diverse sponsor e partnership con aziende rilevanti nel settore del turismo, come Alitalia (ora Ita Airways).

Calcolo veloce. Rispetto all’anno scorso abbiamo speso circa 11 milioni di euro in meno per il marketing digitale.

Ma ci possiamo permettere di spendere queste cifre? Il CEO di ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo ha dichiarato che il ritorno economico che l’anno scorso i turisti hanno portato nel nostro paese faceva si che di milioni se ne volevano e potevano investire 25 milioni.

Ma 9 milioni per cosa?

Bisogna specificare una cosa importante. I 9 milioni di euro non sono tutti per la creazione di Venere. Secondo alcune diverse fonti infatti, la gestione e creazione della virtual influencer italiana è costata tra i 100 e i 500 mila euro.

E allora, vi chiederete, dove spenderemo i fondi restanti? Beh, l’obiettivo di questo tipo di campagna è più che altro di veicolare messaggi all’estero tramite affissioni, spot ecc. Dove? Negli aeroporti del mondo per esempio, nelle compagnie aeree, nelle riviste internazionali ecc. Venere23 è soltanto un plus e, da come sembra strutturata, più per la parte interna italiana, che per l’estero.

In conclusione, cosa ne sarà di Venere23?

Non sappiamo cosa accadrà nei prossimi mesi alla tanto odiata virtual influencer, ma una cosa è certa: la visione data dai quotidiani non approfondisce in modo serio le strategie di comunicazione di questa nuova campagna.

Una versione mediatica creata un po’ ad hoc per favorire le critiche e fare click facili. Sicuramente ci sono stati degli errori nella gestione della campagna – e questo non si può nascondere – ma la medaglia andrebbe guardata da entrambi i lati.

Scritto da Daniele Schiappa


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