Emergenza negli Istituti Penali per Minori, Antigone lancia l’allarme

di Dudnic Radu
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La situazione Istituti Penali per Minori ad oggi

Al 15 marzo 2023, i ragazzi detenuti negli Istituti Penali per Minori (IPM) erano 380. Le presenze contavano 491 nomi al 15 novembre 2023, mentre già nel gennaio 2024 sono arrivate 340. Il rapido aumento degli ingressi totali, che sono passati da 835 nel 2021 a 1.143 nel 2023, riflette una tendenza preoccupante, incline verso una maggiore incidenza di verdetti giudiziari sempre più severi nei confronti degli under 18. L’associazione Antigone ha individuato nel decreto Caivano la causa principale di questa tendenza.

Antigone punta il dito contro il decreto Caivano

Dopo il decreto Caivano, crescono gli ingressi negli istituti per gli under 18, pubblica la rubrica dell’associazione Antigone su X.

Il Decreto Caivano ha preso il pieno vigore nel 15 novembre 2023, a seguito di un grave episodio di stupro di gruppo avvenuto nel Parco Verde “Caivano” della città campana. Le principali disposizioni di questa misura includono l’abbassamento dell’età per l’applicazione del Daspo urbano da 14 a 12 anni e l’estensione della custodia cautelare. Prima del Decreto, nelle fasi precedenti alla potenziale condanna, si cercavano di evitare l’ingresso nelle carceri e la detenzione. La notevole crescita degli ingressi negli istituti è legata anche a “fatti di lieve entità legati alle sostanze stupefacenti”, aumentata del 37.4% in un solo anno.

Le misure prese hanno avuto un impatto sul sistema della giustizia minorile, compromettendo sia la quantità che la qualità dei percorsi di recupero per i giovani coinvolti. Secondo Antigone, questo decreto ha portato ad un aumento dei detenuti negli IPM, con un numero che ha raggiunto già circa 500 presenze all’inizio del 2024, di cui la metà sono stranieri e soprattutto under 18 in attesa di processo cautelare. A sollevare l’allarme è il dato che indica che non si registrava un numero così alto da circa dieci anni.

Estensione della Custodia Cautelare

Sempre più preoccupante è soprattutto il numero dei detenuti in misura cautelare, vale a dire con processi ancora in atto: nel gennaio 2024 si contano 340, mentre nel 2023 erano 243. Nonostante la diminuzione del numero di detenuti minorili dal 2020 al 2022, con un calo del 19%, la recente inversione di tendenza rappresenta un pericolo per i rischi connessi al sovraffollamento e alle condizioni di detenzione negli Istituti Penali per Minori.

Istituti Penali per Minori, la situazione in Italia

Per decenni, l’Italia ha goduto di una reputazione invidiabile nel panorama carcerario internazionale, distinguendosi per una gestione sobria e ragionevole delle detenzioni minorili. Lo dice la media annua di detenuti che difficilmente superava le cinquecento unità nei diciassette Istituti Penali per Minorenni italiani. Eravamo considerati un modello da emulare, al pari della nostra politica abolizionista nei confronti dei manicomi.

Ad oggi i dati che emergono cercano di far scuotere le fondamenta del nuovo sistema giudiziario degli IPM in Italia. Il confronto tra la situazione attuale e i principi fissati dalla riforma della giustizia minorile del 1988, che considerava la galera come l’ultimo ricorso per i giovani delinquenti, mette in luce il principio di devianza minorile inasprita dal decreto Caivano. Promuovere soluzioni che puntano sulla rieducazione e sul reinserimento sociale, è questo secondo molti il modello primario da seguire. L’incarcerazione dei giovani dovrebbe essere vista come un sintomo di un sistema di giustizia che ha perso di vista i suoi principi fondamentali. È un segno di una società che ha rinunciato alla sua responsabilità di fornire sostegno e opportunità ai giovani in difficoltà, preferendo invece una politica punitiva che non fa che perpetuare il ciclo della criminalità. 

di Radu Dudnic


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