Come si realizza l’identikit di un ricercato?

di Sofia Ciatti
6 Min.

L’identikit di Matteo Messina Denaro

L’ultimo identikit di Matteo Messina Denaro, latitante mafioso arrestato ieri, risaliva a marzo del 2014 e mostra una certa similarità con la fotografia di Messina Denaro diffusa in questi giorni dai carabinieri dopo l’arresto.
La somiglianza in alcuni dettagli è più significativa rispetto all’anteriore e più noto identikit, reso pubblico nel 2011, che aveva aggiornato una precedente versione del 2007.
I racconti di alcuni testimoni che avevano descritto l’aspetto di Messina Denaro, unitamente all’implementazione dei software utilizzati per simulare l’invecchiamento di un ricercato avevano reso possibile il progressivo miglioramento dei ritratti del boss mafioso.
Fu il Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata della Guardia di Finanza, che si occupa di attività di indagine giudiziaria, a realizzare l’identikit del 2014 di Messina Denaro.
In particolare, era stato modellato sia sulla base della precedente ricostruzione realizzata dalla polizia, sia sulla base delle informazioni fornite da una persona entrata in contatto con Messina Denaro.
Nel nuovo identikit non erano presenti gli occhiali, perché all’inizio degli anni 2000 Messina Denaro si curò Barcellona per una malattia agli occhi. Nella fotografia divulgata in queste ore dai carabinieri indossa comunque gli occhiali.
Rispetto all’identikit del 2011, quello del 2014 mostrava una maggiore stempiatura, un naso più grande e pronunciato e una forma del viso più ovale e con il mento più squadrato.
Le fonti per entrambi gli identikit? Alcune foto scattate nella prima metà degli anni ’90 per alcuni documenti, qualche immagine più vecchia, informazioni fornite da testimoni e immagini di alcuni parenti.

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Da sinistra Matteo Messina Denaro nella foto diffusa dopo l’arresto, nell’identikit del 2014 e in quello del 2011

Come funziona l’allestimento di un identikit?

La ricostruzione fisiognomica di un volto richiede tempo, lavoro, energie, risorse (umane ed economiche) e non sempre rende possibili risultati collimanti con la realtà dei fatti.
Maggiori sono le informazioni disponibili (immagini, testimonianze visive o orali), anche se datate, maggiori sono le probabilità di ottenere identikit utili per la ricerca di sospettati.
Le attività della polizia scientifica riguardano la “composizione del volto”, cioè il tentativo di disegnare la fisionomia di una persona ricercata di cui non si possiedono immagini ma solo descrizioni fornite da testimoni, o la cosiddetta “age progression”, che consiste invece nell’applicare gli effetti del tempo a foto ormai obsolete e che non mostrano come la persona ricercata è effettivamente in quel momento.
Nel caso di Matteo Messina Denaro l’azione è stata soprattutto di age progression, realizzata sia utilizzando le conoscenze scientifiche su come invecchia un volto, sia software che simulano l’invecchiamento in modo diretto.
Con il tempo, la pelle del viso diventa meno tonica, alcune fattezze diventano più pronunciate a causa delle modifiche che subiscono cartilagini (come quelle del naso e delle orecchie) e tessuti molli.
L’age progression non consiste quindi solamente nel ridurre i capelli, ingrigirli e aggiungere le rughe, ma anche nel valutare come possa cambiare il volto in base alle sue stesse particolarità.

A questi fattori che riguardano l’invecchiamento di qualsiasi individuo, si aggiungono poi gli effetti ambientali e connessi al quadro clinico del singolo soggetto.
Informazioni su eventuali malattie, l’impiego di farmaci e i luoghi stessi in cui vive il ricercato possono essere utili per rendere più veridico l’identikit.

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Messina Denaro in alcune vecchie foto per documenti

Il sistema dell’age progression

Negli ultimi anni i sistemi per l’age progression si sono evoluti ulteriormente, grazie allo sviluppo di software di nuova generazione che si avvalgono dell’apporto dell’intelligenza artificiale.
Il loro funzionamento non è molto diverso da quello di alcune celebri app per simulare l’invecchiamento di una persona, come FaceApp, ma offrono maggiori opzioni di intervento e di modifica da parte di chi realizza l’identikit.
L’attività dell’artista forense è ancora molto importante, così come l’aiuto che possono offrire medici e altri esperti in riferimento agli effetti di particolari malattie.
Le testimonianze di chi ha visto dal vivo la persona ricercata non sono affatto secondarie, come ha dimostrato il caso di Messina Denaro, il cui identikit fu aggiornato nel 2014 proprio grazie a nuove segnalazioni.
Nella fase di allestimento delle fattezze del volto, spesso il ritrattista è coadiuvato da uno psicologo, che aiuta chi sta riferendo la testimonianza a richiamare alla memoria quanti più dettagli possibili della faccia che ha visto, magari molto tempo prima (in alcuni casi giorni, a volte anni).
Descrivere un viso nel dettaglio non è semplice e non lo è nemmeno tradurre in disegno quanto raccontato durante la segnalazione.
I ricordi possono essere deformati od offuscati a causa del contesto in cui è occorso l’avvistamento, oppure a causa dell’ampio lasso di tempo trascorso tra quell’evento e la descrizione consegnata al disegnatore.

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Alcune ricostruzioni realizzate con il sistema dell’age progression

Scritto da Sofia Ciatti


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